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TI ASPETTAVO

L’ULTIMO DOMANI

Il futuro è come una sigaretta, più la tiri e più si accorcia. L’intensità degli attimi accelera i percorsi di vita mentre l’oziosità ne rallenta l’avanzamento a tutto discapito della qualità.

Per fortuna o per grazia naturale c’è una forza innata, viscerale, istintiva che è la capacità di riproporsi, di rigenerarsi, di pensare al domani come il giorno in cui vedersi realizzate le proprie aspettative pur mutevoli od estemporanee.

Molti di voi seguiranno il fortunato programma televisivo “Uomini e Donne” di Maria De Filippi, e in particolare il trono “over” nel quale i partecipanti in età matura sono alla ricerca di nuove storie per ricominciare lasciandosi alle spalle un passato spesso doloroso, flagellato di separazioni, fallimenti, incomprensioni.

Questo rimettersi in gioco ad un'età avanzata è forse l’esempio più lampante di quanto la vita possa offrire e offrirci nuove opportunità anche quando tutto sembra inevitabilmente perduto e nessun sbocco sembra aprirsi davanti a noi.

Ecco che l’ultimo domani diventa il futuro prossimo, il tratto pur breve da percorrere con nuovo entusiasmo, quasi una rinascita, una seconda pelle invisibile ad occhio nudo ma capace di rimarginare le rughe che nel frattempo si sono propagate su tutto il corpo rendendolo stanco e debilitato. Una seconda pelle che ha le sembianze di un’anima rigogliosa ed eternamente giovane.

Non c’è una sola vita, ce ne sono dieci, cento, mille che si offrono all'orizzonte perché l’orizzonte è solo un limite apparente: quando pensi di averlo raggiunto ce n’è subito un altro, concatenazione infinita che è l’essenza stessa della nostra capacità di andare avanti fino all'ultimo respiro.

L’ultimo domani è solo il primo di tanti altri che si susseguono in successione illimitata, è l’attualità, l’aggiornamento del tempo che ci tende sempre una mano.

Sta a noi accarezzarla, stringerla, farla passare per tutto il corpo fino a toccare l’anima.

Per ricominciare.

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