ULTIMO POST

UNA VITA DIVERSA

LA VITA INTERIORE


Scritto da Alberto Moravia e pubblicato nel 1978 dall'editore Bompiani, l’uscita del romanzo venne preceduta da sette stesure in altrettanti anni nei quali l’Italia precipitava nel baratro del terrorismo e della contestazione sociale. Come racconta lo scrittore, l’opera “…era un enorme groviglio di fili. Così prima ho dovuto fare il gomitolo e poi sfilarlo.” 

Il romanzo è una lunga intervista che il personaggio principale Desideria, concede al narratore ed ha come tema conduttore la ribellione verso una classe sociale, la borghesia, che Moravia definisce “decadente” e “corrotta”. 

Attraverso il simbolismo della vita interiore (“nella vita pratica si agisce realmente, ma nella vita interiore tutto avviene simbolicamente”.), per mano della “Voce” apparsa come a Giovanna D’Arco, Desideria racconta, in una sorta di viaggio introspettivo, la sua repulsione alla borghesia “pariolina” rappresentata dalla madre adottiva, Viola, verso la quale nutre sentimenti contrastanti di odio e di amore, mai del tutto risolti. 

Così, da ragazzina grassa e insignificante, simile ad un’oloturia, Desideria diventa bella e desiderabile mettendo in atto un piano strategico che la porterà, con una serie di azioni simboliche, a dissacrare il linguaggio, la cultura, la religione, la famiglia, il denaro, la vita umana e infine l’amore. In questa ribellione sarà guidata dalla “Voce” che le chiederà di votare la sua verginità in nome di un certo avvenimento... 

Il linguaggio forte e immediato, talvolta scurrile e postribolare, contribuisce ad assegnare al personaggio Desideria i connotati tipici della contestazione giovanile culminata, sul piano effettuale, nell'azione omicida che, tuttavia, le farà toccare con mano, il fallimento di una rivoluzione ideologica agognata e inattuabile. 

-Il mio nome è Desideria. E ho avuto una Voce.- 

-Una Voce? Quale Voce?- 

-Ti risponderò con il passaggio di un libro.- 

-Quale libro?- 

-La vita di Giovanna D’Arco. Anche lei aveva una Voce. Ecco il passaggio: “Arrivò questa Voce verso l’ora di mezzodì, un giorno d’estate, nell'orto di mio padre. La vigilia avevo digiunato. Raramente la udivo senza vedere il chiarore dalla parte da dove la Voce si fa sentire. La prima volta che udii la Voce, votai la mia verginità finché fosse a Dio piaciuto.”- 

-Perché Giovanna D’Arco? Cos'ha a che fare Giovanna D’Arco con te?- 

-In questo passaggio si parla di due cose che ho avuto in comune con Giovanna D’Arco: la Voce e la verginità. Per alcuni anni una Voce mi ha parlato, mi ha guidato, mi ha comandato. E, al tempo stesso, ho voluto, come Giovanna D’Arco, votare la mia verginità finché non fosse accaduto un certo avvenimento. Insomma, come Giovanna D’Arco, in me Voce e verginità erano collegate, l’una giustificava l’altra, l’una c’era perché c’era l’altra.- 

E’ il romanzo più terribile e nel contempo più dirompente del grande scrittore romano, che ha il merito di segnare uno spartiacque fra l’impostazione tradizionale del racconto letterario e quella più dirompente e sregolata del periodo post-sessantottino. 

Avverso agli inizi dalla critica, “La vita interiore” ottenne un buon riscontro nei lettori ed è ancora oggi uno dei romanzi più ricercati ed apprezzati.



ALBERTO MORAVIA - LA VITA INTERIORE

Commenti