LA FIAMMA DI EMMA


Vincitrice della nona edizione di “Amici” (2009-2010),  Emma Marrone continua la sua scalata al successo con il nuovo album “Schiena”, uscito da pochi giorni e già in testa in tutte le superclassifiche.

Le apparizioni televisive e sui maggiori rotocalchi settimanali dell’artista fiorentina si stanno moltiplicando a iosa, destando molti consensi ma anche critiche e polemiche per la sua personalità fortemente dirompente e divampante, come le fiamme di un “inferno” interiore che la rock-star  forse inconsapevolmente, ha fatto emergere nelle sue ultime performance.

Ad esempio, la partecipazione di Emma nell'attuale edizione del programma della De Filippi, come leader della squadra dei bianchi contrapposta a quella dei blu capitanata da Miguel Bosè, è di per sé dimostrativa della sua tendenza ad imporsi  in maniera “ruspante” e litigiosa, tanto che l’eliminazione di due concorrenti del suo gruppo nella puntata del 20 aprile scorso, pare abbia scatenato un contrasto insanabile con il cantante spagnolo intenzionato a lasciare la trasmissione.

Ma al di là della veridicità o meno del diverbio tra i due direttori artistici (il dubbio è lecito quando si parla di reality show), è ormai una costante associare il nome di Emma Marrone a quello del gossip allo stato puro, pieno di intrighi e di altarini, fomentatore di una costruzione mediatica o mass-mediale della storia del personaggio del momento, in cui si alternano o si mescolano vicende personali e artistiche .

Il fine machiavellico che giustifica i mezzi, pur appartenente ad una vecchia e secolare strategia, è sempre attuale e largamente usato quando si vuole far parlare di sé o farsi notare a tutti i costi.

Questo non vuol dire che non vi possa essere autenticità in ciò che si propone: l’impegno sociale di Emma, attestato dalle sue numerose iniziative di solidarietà a favore dei diritti civili delle donne, è noto a tutti. Come sono note le sue vicissitudini personali che l’hanno vista combattere e sconfiggere un tumore maligno all'utero o soccombere nella storia d’amore con il ballerino Stefano De Martino per mano della più procace e meno problematica Belen Rodriguez.

Può anche darsi che questa osmosi di esperienze personali, turbolenze caratteriali e qualità canore della Marrone abbiano rappresentato l’occasione per un progetto di marketing vincente che altrimenti, poggiandosi unicamente sulla componente professionale di un artista come accadeva fino a qualche tempo fa, non avrebbe prodotto lo stesso risultato.

Al di là delle nuove strategie promozionali, il segreto del successo di Emma è da ascrivere con ogni probabilità all'identificazione del suo personaggio nell'immaginario popolare, come punto di riferimento più facile da emulare che da dissimulare, soprattutto se "coloritoe "romanzato".

Non a caso milioni di fans l’hanno elevata a mito del momento e adesso intonano all'unisono le note del suo ultimo singolo “Amami”, magari con un occhio di riguardo alla sua bianca e (presumibilmente) soffice… schiena! 




MI PIACE, MA QUANTO MI PIACE?


Chi non ricorda quel famoso spot televisivo degli anni ottanta in cui una ragazzina tormentava al telefono il suo fidanzatino con la domanda: “Mi ami? Ma quanto mi ami?”.

Nell’era di Facebook e di altri social network consimili si è soliti invitare gli amici, reali o virtuali, a cliccare “Mi piace” sul proprio post in maniera, a volte, ossessiva o supplichevole. Sembra quasi che queste due semplici paroline abbiano un non so che di miracoloso e siano la soluzione per sentirsi pienamente soddisfatti e appagati.

Spesso si assiste ad una vera e propria gara con altri pseudo “concorrenti” per guadagnare quanti più “Mi piace” possibili, una sorta di corsa ad ostacoli che si frappongono nell’immaginario individuale per arrivare ad un determinato traguardo dall’esito quasi sempre incerto, se non ingannevole.

In realtà, questo clic tanto agognato e sospirato rappresenta il più delle volte un gesto di cortesia  piuttosto che il reale apprezzamento dell’invito rivolto dall’interlocutore di turno. Mi riferisco in particolare a chi utilizza il social network per fare promozione di un determinato prodotto come, ad esempio, un libro, una raccolta di poesie, un ricettario di cucina o un blog in cui si offrono determinati servizi.

Sono le nuove strategie del mercato multimediale adottate allo scopo di catturare l’interesse e il consenso del maggior numero di utenti possibili, adeguandosi ad una tendenza che vede fortemente in crisi e in misura inversamente proporzionale le forme tradizionali di qualsivoglia attività promozionale.

Non bisogna tuttavia dimenticare che dietro il pannello del nostro network preferito c'è un mondo virtuale nel quale non è per niente agevole cogliere l’autenticità dell’interesse mostrato dalle persone contattate. E questo accade anche con gli stessi amici “reali” che spesso in modalità on line diventano più virtuali dei "virtuali", quasi che fai fatica a riconoscerli.

Sarà il fascino del web che ci fa sentire diversi da come siamo o forse semplicemente la voglia di proiettarci, sia pure per un attimo, in una dimensione più consona al nostro modo di essere immaginando che qualcuno, dall'altra “parte” possa notarci ed ascoltarci.  

Restando nel campo che più mi interessa, ovvero della promozione letteraria, ho molto apprezzato e condiviso il post di una scrittrice, Cetta De Luca, che sul proprio BLOG commenta in chiave critica e ironica il comportamento di certe figure multimediali, dispensatori di consigli per una saggia e redditizia campagna auto promozionale. Riporto un passaggio del post che mi ha particolarmente colpito:

 “I consigli però si sprecano. Apri una pagina su facebook, cinguetta su twitter, scrivi un post al giorno sul tuo blog, no, meglio due a settimana, sii te stesso, cura la tua personal reputation, alimenta la curiosità, rendi interessante ciò che scrivi, stimola all'interazione  usa gli emoticons, rendi accattivanti i tuoi articoli con le immagini, condividi, linka, tagga……..e sono appena all'inizio  È una gran fatica, un lavoro insomma. E pensare che tutto questo gli scrittori devono farlo da soli, perché non ci sono social specialist che vogliono farlo. E oltretutto gli scrittori devono pure: scrivere il proprio libro, lavorare, mangiare, respirare, vivere. Non è divertente, per niente. E non è neppure detto che questo mix di ricette funzioni. Perché basta che i distratti “amici” del web non facciano quelle operazioni ovvie, semplici, naturali legate alla legge della condivisione, che tutto diventa assolutamente INUTILE. Puoi aver scritto l’articolo più bello e interessante del mondo, ma se gli altri si limitano a condividerlo senza neppure leggerlo, senza lasciare un seppur minimo commento sul tuo blog o sito, non hai ottenuto nulla..”

Ma allora mi piace, ma quanto mi piace?...


VATICANGATE: LE CARTE SEGRETE DI BENEDETTO XVI


Nel post Ratzinger, il vuoto che resta, scritto all'indomani delle clamorose dimissioni di Papa Benedetto XVI, si è parlato dell'inadeguatezza del successore di Papa Wojtyla nell'affrontare e risolvere i ripetuti scandali della Chiesa romana.


Con “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI”, Gianluigi Nuzzi  rivela il contenuto di documenti riservati dell’ex Pontefice acquisiti dalla fonte indicata con il nome “Maria” nei quali emergono, come nodi al pettine, le malefatte che hanno contrassegnato le vicende vaticane degli ultimi anni.

L’autore, con un’analisi cruda e a tratti spietata, mette in risalto gli intrighi, i giochi di potere, la pedofilia (per anni sottovalutata) e la malsana gestione finanziaria di coloro che, nell’Oltretevere, hanno avuto un ruolo rilevante nello sviluppo di eventi che hanno serrato un duro colpo alla credibilità della Chiesa. Il tutto in risposta al colpevole ed omertoso silenzio che ha seminato imbarazzo e delusione nel sentimento religioso di moltissimi fedeli.

Dalle lettere di Boffo, ex direttore dell’Avvenire, "spodestato" per l’infamia sulla sua omosessualità, a quelle del presbitero Viganò condannato all'esilio forzato in America  nonostante l’oculata gestione del suo governatorato. Dall'ambizione al potere del cardinale Bertone, “fedelissimo” di Ratzinger sul cui operato si addensano nuvole ed ombre, alla gestione dei risarcimenti alle vittime della pedofilia affrontata dalla Chiesa con poca trasparenza e tempestività.

E, inoltre, dalla commistione Stato/Vaticano per la questione ICI, -colorita dalle indiscrezioni sulla caduta del governo Berlusconi-, all'incidente diplomatico con il cancelliere tedesco, Angela Merkel che accusa la Santa Sede di non aver chiarito e preso le debite distanze dalle dichiarazioni del lefebvriano Williamson sulla negazione dell’Olocausto, rese poco prima della remissione della sua scomunica.

Insomma, un libro-denuncia che mette in ginocchio la Chiesa romana scardinando la sua facciata fatta di messaggi di solidarietà, fratellanza e comunione religiosa che si contrappongono ad una organizzazione governativa discutibile e non scevra di nefandezze tipiche della debolezza e delle contraddizioni dell’uomo “comune”.

L’AUTORE: Milanese di nascita (classe 1969), Gianluigi Nuzzi è giornalista-scrittore, ideatore e conduttore del programma su LA7 “Gli Intoccabili”. Tra le sue pubblicazioni si citano il best seller “Vaticano Spa” sullo scandalo IOR e la tangente Enimont, e “Metastasi” sulla nuova ‘ndrangheta del Nord.

LA FONTE “MARIA”: “Il mio coraggio è di far conoscere le vicende più tormentate della Chiesa. Rendere pubblici certi segreti, piccole e grandi storie che non superano il portone di bronzo. Solo così mi sento libero, affrancato dall'insopportabile complicità di chi, pur sapendo, tace.”

TUTTO IL RESTO E’ NOIA!


Due grandi poeti della musica italiana, Enzo Jannacci e Franco Califano, sono volati in cielo quasi in contemporanea, lasciando nel cuore dei loro fans e degli amanti del genere tanto vuoto e tristezza.

L’artista milanese, noto anche come apprezzato cardiologo, si è spento il 29 marzo scorso a 77 anni dopo lunga malattia. Grande patito di jazz, Jannacci s’impose al grande pubblico nel 1968 con la mitica “Vengo anch'io. No tu no.” Di lui si annoverano anche cinque partecipazioni al festival di Sanremo (1989, 1996, 2000, 2001 e 2003), cogliendo nella prima un buon successo con la canzone “Se me lo dicevi prima”.

Chi non ricorda il brano “Quelli che …” scritto da Jannacci nel 1975, poi riproposto e rivisitato come sigla dell’omonimo programma della RAI dedicato al calcio. E ancora “Ci vuole orecchio”, album del 1980 scritto con Paolo Conte  che raggiunse le prime posizioni nelle classifiche dei dischi più venduti e che ancora oggi è un cult. 

Per fare certe cose ci vuole orecchio.”
La parafrasi è d'obbligo: per essere bravi come Enzo ci vuole semplicemente... talento.

A poche ore di distanza, e precisamente il 30 marzo, un altro grande cantautore, Franco Califano, ha lasciato “l’albergo della Terra” dopo lunga malattia. Aveva 74 anni.

Io sarò vecchio soltanto negli ultimi cinque minuti prima di morire.”, aveva dichiarato il Califfo in un’intervista di qualche tempo fa. Poche parole che racchiudono in sè tutta la forza e la vitalità di questo artista.
 
Poeta di strada, Califano è entrato nel cuore della gente di ogni generazione con semplicità e immediatezza di linguaggio, due qualità che lo hanno sempre contraddistinto. Ha saputo fare bene il suo mestiere sia come autore che come interprete delle sue canzoni. La sua “Tutto il resto è noia”, è forse la hit che più lo rappresenta, uno spaccato della sua vita da playboy vissuta intensamente ma mai in misura soddisfacente, innamorato com'era dell’amore più che della sua (nutrita) collezione di donne.

“La prima sera devi dimostrare 
che al mondo solo tu sai far l'amore
si, d'accordo ma poi..
Tutto il resto è noia…”

Romano di adozione (era nato a Tripoli nel 1938), Franco Califano sarà ricordato come uno dei cantautori più prolifici. Tra i suoi successi: “La musica è finita” (portata al successo da Ornella Vanoni), “Minuetto” (interpretata da Mia Martini) “Un grande amore e niente più” scritta per Peppino Di Capri che valse la vittoria al festival di Sanremo nel 1973.

Recentemente aveva firmato per Tiromancino la bellissima “In un tempo piccolo”.
Al Festival di Sanremo aveva partecipato nel 1988 con “Io per le strade di quartiere”, nel 1994 con “Napoli” e per finire nel 2005 con “Non escludo il mio ritorno”, titolo che è anche l’effige impressa sul suo sepolcro.

E ci piace pensare che per questi due grandi artisti non si escluda “il loro ritorno”, magari nella mente e nei cuori di coloro che sapranno ricordarli con l’affetto e la stima che meritano.
Tutto il  resto è… noia!




LA VETRINA DEGLI EMERGENTI

Ho pensato di dedicare un apposito spazio per la promozione delle opere di scrittori emergenti.

Accedendo al link "La vetrina degli emergenti", (vedi barra in alto) i lettori potranno visualizzare tutte le informazioni del libro in promozione.

Coloro che intendono avvalersi di questo servizio, che è completamente gratuito, possono inviarmi tramite casella di posta: vittorianoborrelli@alice.it quanto segue:

1. Copertina del libro.
2. Scheda del libro con le seguenti informazioni:
    Titolo
    Autore
    Anno
    Genere
    Pagine
    Editore
    Prezzo carta (eventuale)
    Prezzo e-book (eventuale)
3. Link per l'acquisto.

E' facoltà dell'autore chiedere che siano inserite ulteriori informazioni sulla pubblicazione.

Il post del libro durerà 15 giorni.

La pubblicazione verrà effettuata seguendo l'ordine cronologico delle richieste.

Spero che l'iniziativa possa essere di gradimento a tutti i lettori.

Un caro saluto.

Vittoriano Borrelli