VOTIAMO SANREMO 2023



La 73a edizione del Festival più seguito della televisione italiana (e internazionale) si conferma vincente negli ascolti e nella performance, anche stavolta di qualità. Sanremo 2023 chiude i battenti con un vincitore, Marco Mengoni, largamente annunciato alla vigilia. Vittoria meritata e da me pronosticata fin dal primo ascolto senza attendere l’esibizione dei cantanti della seconda serata.

Il duo Morandi-Amadeus, affiancato di volta in volta da quelle che una volta si chiamavano “vallette”, ed ora invece testimonial di messaggi sociali del nostro tempo, ha funzionato e brillato per professionalità, carisma e capacità di stare sul palcoscenico.

Il cast dei cantanti è stato il giusto miscuglio di giovani talenti e big affermati che ha calamitato l’attenzione di un pubblico variegato per fasce d’età e gusti musicali scatenando i social con commenti, critiche e gradimenti che ormai rappresentano la colonna portante della comunicazione mediatica.

Bravo Amadeus a scegliere i brani da portare sul palco più famoso della musica leggera, in gran parte di qualità. E c’è da giurare che almeno una decina delle canzoni proposte spopoleranno le radio e i juke-box della prossima estate.

Ma ecco le mie pagelle (in ordine di classifica finale):

  1. Marco Mengoni - Due vite Al primo ascolto l’ho subito indicato come vincitore sicuro del Festival. Al di là delle accuse di plagio (vedi “La sera dei miracoli” di Dalla), il brano ha una melodia avvincente e avvolgente, sublimato da un’interpretazione senza alcuna pecca. Voto 10
  2. Lazza – Cenere Forse la vera rivelazione di questo Sanremo. Brano ben arrangiato ed interpretato da un giovane che sarà tra i più gettonati del dopo-festival. Voto 9.
  3. Mr. Rain - Supereroi Testo delicato che affronta il superamento delle barriere delle differenze (e dell’indifferenza). Ben cantato da Mr. Rain e dai suoi giovani coristi. Magico.Voto 8
  4. Ultimo – Alba Anche stavolta il cantante romano non ce l’ha fatta a vincere. Il brano però è di qualità anche se esplode solo nel finale. Riempirà sicuramente i teatri e gli stadi ai prossimi concerti. Voto: 7,5
  5. Tananai – Tango Raffinato ed evoluto rispetto ad un anno fa. Voto 7
  6. Giorgia - Parole dette male Il brano non è al livello di quelli passati e perciò non decolla e non convince appieno. Voto 6
  7. Madame - Il bene nel male Meritava qualche posizione in più ma si rifarà nelle vendite.Voto 7,5
  8. Rosa Chemical - Made in Italy Questa voglia di trasgredire ad ogni costo sta cominciando a stancare. Non bisogna per forza ostentare la propria diversità per emergere. Voto 5
  9. Elodie – Due Sotto il profilo del look Elodie ha stravinto la concorrenza. Abiti confezionati su misura ed una bella presenza scenica. Il brano è un po’ meno convincente. Voto 6,5
  10. Colapesce e Dimartino – Splash Il filone è lo stesso di “Musica leggerissima”, brano che il duo siciliano ha presentato due Sanremo fa, ma di un livello più basso . Voto 7
  11. Modà – Lasciami Ripetersi dopo un passato glorioso è difficile. Voto 6
  12. Gianluca Grignani - Le parole che non ti ho detto Testo che fa commuovere e riflettere. La melodia un po’ meno. Voto 7-
  13. Coma_Cosa - L’addio Meglio un arrivederci a proposte più convincenti. Voto 6
  14. Ariete - Mare di guai Lo è sicuramente il look, da prima mattina appena svegli. Per il resto Ariete dovrà cercarsi una buona ancora di salvezza. Voto 6
  15. LDA - Se poi domani Non ci siamo. Tale padre, tale figlio. Ma in peggio. Voto 5
  16. Articolo 31 - Un bel viaggio I ricordi sono una gran brutta bestia. Ma non si può tornare indietro. Voto 5
  17. Paola & Chiara – Furore Come sopra. Ma spopoleranno nelle balere e nelle discoteche di provincia. Voto 6
  18. Leo Gassman - Terzo Cuore Il brano non è male e Leo ha tutti i requisiti per conquistare il cuore delle ragazzine.Voto 7
  19. Mara Sattei – Duemilaminuti ... di noia. Voto 5
  20. Colla Zio - Non mi va Neanche a noi. Le band come lo Stato Sociale o i Pinguini Tattici Nucleari hanno già dato. Voto 5
  21. Cugini di campagna - Lettera Ventidue Il brano meritava di più (ma i più cattivi diranno perché non è stato scritto da loro). Non so se è valsa la pena snaturarsi e affidarsi ad un genere che non è il loro. Voto 6
  22. gIANMARIA – Mostro Ma la faccia belloccia lo salverà da un baratro più profondo. Voto 5
  23. Levante – Vivo Il brano è più morto che vivo.Voto 4
  24. Olly – Polvere Spero che non sia come il messaggio biblico: polvere eravamo e polvere diventeremo. Voto 4
  25. Anna Oxa – Sali E invece è stata una discesa inesorabile. Corde vocali messe a dura prova a dispetto dell’età che avanza. Paga anche un atteggiamento comunicativo poco empatico.Voto 6
  26. Will – Stupido Il Pupo del terzo millennio si farà consolare dalle ragazzine. Voto 6
  27. Shari – Egoista Nessun commento. Voto 4
  28. Sethu - Cause perse Impresa già votata al fallimento. Pari pari come il titolo della canzone. Voto 4


L'AMORE CHE VOLEVO

L'amore che volevo ora ha i capelli bianchi 
e un volto malandato per troppi lunghi anni 
passati ad aspettare che si facesse giorno 
in quelle notti insonni seduto in riva al mare...

GIULIANO





Giuliano si trucca per sentirsi più donna
Giuliano se ama lo fa per una notte sola
Giuliano e i falò: un rapporto di vita
Giuliano e lo specchio: una vanità proibita

Inizia così “Giuliano”, canzone che ho scritto nel 1980, dall’album “Mini-Artista”. Tema scottante ma vecchio quanto il mondo perché l’omosessualità ha radici tanto profonde quanto i pregiudizi, gli insegnamenti abnormi perpetrati nel tempo e tesi a correggere un difetto, o peggio, una malattia che è semplicemente orientamento sessuale, tanto naturale quanto consapevole.

Pensate che gli antichi ritenevano che fosse proprio l’amore con le persone dello stesso sesso il più sublime e spirituale. Lo scrive Platone in diversi passaggi dei suoi dialoghi del Simposio in cui il rapporto omosessuale tra maestro e allievo, che è volto alla procreazione spirituale e non al mero piacere fisico, è ritenuto, a differenza di quello eterosessuale, di livello più alto.

Di acqua sotto i ponti ne è passata, le teorie e le concezioni filosofiche si sono trasformate (in bene o in peggio), ma quello che conta è il principio di fondo secondo il quale l’amore, in qualunque prospettiva lo si voglia considerare, deve essere immune da pregiudizi, discriminazioni, dogmi o impedimenti di qualunque tipo tesi a tarpargli le ali.

Sono le contaminazioni del pensiero che aggrovigliano l’amore fino a farlo rappresentare per qualcosa che non è ( o non dovrebbe essere). La libera manifestazione dei sentimenti prescinde dall’identità sessuale di chi ne è portatore, non si può essere buoni o cattivi, accettabili o denegabili a seconda della “provenienza” di certe preferenze perché la qualità dell’essere è qualcosa che trascende certe etichette o marchi imposti da ragionamenti precostituiti.

Il rifiuto di tutto ciò che è diverso da noi impedisce qualsivoglia crescita culturale e civile, non favorisce l’integrazione e ci fa salire su un comodo piedistallo puntando l’indice sugli altri senza mai rivoltarlo contro noi stessi.

Eppure la comparazione del senso di abbandono e di emarginazione, tipico della negazione sociale verso una determinata categoria di persone potrebbe essere il salvagente per una rinnovata coscienza collettiva, l’anello di congiunzione tra noi e tutto ciò che è diverso da noi. Quante volte ci sarà capitato di sentirci esclusi: nel lavoro, nella famiglia o nelle relazioni sociali in genere. E quante volte in situazioni simili abbiamo provato lo stesso senso di abbandono e di solitudine di chi è costretto a vivere, per il suo orientamento sessuale, ai margini della propria (e altrui) esistenza.

Ecco quindi la comparazione che dovrebbe farci ricordare l’omogeneità di certi stati d’animo e virare la mente a ciò che è accaduto nella Storia, recente o remota, in cui tanti sono stati gli episodi spietati e crudeli a danno dei deboli e dei diversi. Cito a mo’ d’esempio l’Olocausto, la più grave forma di sterminio e di ghettizzazione etnica e razziale.

Sono passati quarantatré anni da quando ho scritto “Giuliano”, allora il pregiudizio era fortissimo e predominante nel pensiero sociale. Ora qualcosa sta cambiando come testimonia il recente dibattito in Parlamento sulle unioni civili che dovrebbe portare all’emanazione della prima legge (in Italia) a tutela delle relazioni extra-tradizionali.

Persino la Chiesa, dove peraltro l’omosessualità è dilagante, sembra ora orientata su posizioni più morbide e concilianti. L’apertura di Papa Francesco verso il riconoscimento dei diritti e della dignità dei “diversi” è di per sé significativa del cambiamento che sta avvenendo anche sul piano religioso.

“E noi, noi chi siamo noi?
E noi non possiamo noi condannarlo.
Giuliano è per tutti un corpo e non un’amica
Giuliano e se stesso: una tristezza antica.”

(Tratto da Le parole del mio tempo”)