GIORNO QUALUNQUE




Guardo quell’uomo in cerca di avventura
Vaga nel buio forse perché ha paura
Si lascia andare con mezza sigaretta
e mi fa pena anche lui non ha fretta

E voglio andarmene da questa strana vita
che mi trascina con sé con una valigia
Guardo le case e quelle luci accese
i campanili a vela delle chiese

Tu …un tempo tu con me
Tu …chissà ora dove sei?

Tutti gli amici son andati a ballare
ma questa volta non voglio divertirmi
mi basto solo con questo mio dolore
e voglio ridere e darmi del buffone

Ma forse è vero che tutto intorno è amore
Ma forse è vero che non c’è più dolore
Solo un pensiero che presto o tardi muore
Un dispiacere che dura poche ore
in un giorno qualunque che tu
ad un tratto non ricordi più

Tu …un tempo tu con me
Tu …chissà ora dove sei?

Ma forse è vero che è solo un’illusione
questo cercarsi anche se fuori piove
Ma forse è vero che tutto nasce e muore
in un pensiero al sorgere del sole
in un giorno qualunque che tu
ad un tratto non ricordi più





IL MIO SANREMO VENTI VENTICINQUE




Qualcuno lo ha definito il Festival della restaurazione dopo le cinque edizioni di Amadeus in cui l’innovazione e la capacità di attrarre un pubblico più giovanile erano stati, a buon diritto, i punti di forza.

Con Carlo Conti il Sanremo venti venticinque ha offerto sul palcoscenico dell’Ariston canzoni più melodiche, ancorché tra loro molto somiglianti, rispolverando un certo retrogusto che ha ricordato le atmosfere musicali degli anni novanta.

I dati di ascolto non hanno però tradito le attese: pur con il cambio della conduzione, la kermesse più popolare dell’anno ha fatto registrare un ottimo riscontro del pubblico televisivo, a cui si è aggiunto quello delle piattaforme digitali che ha concorso non poco a far lievitare l’audience.

Dicevamo delle somiglianze delle canzoni: qualcuno ha parlato addirittura di plagio e forse, in qualche caso, c’è stato. Ad esempio, la melodia del brano di Cristicchi ricorda molto quella di Pianeti, la canzone di Ultimo. Stessa cosa per La cura per me, il brano di Giorgia, che nel refrain evoca le reminiscenze de La sera dei miracoli di Lucio Dalla. Si dice però che le note musicali sono sette e questo può accadere, come già è accaduto e ancora accadrà.

Vince Olly ma è una vittoria annunciata "strada facendo". Già nei giorni precedenti aveva ottenuto milioni di visualizzazioni sui social ed era risultato il più cliccato fra gli artisti in gara.

Ma ecco le mie pagelle (in ordine di classifica finale):
  1. OLLYBalorda nostalgia. Brano orecchiabile con il solito giro del Do (DO+LA-RE-SOL7°) ma interpretato con passione. Nonostante la giovane età di Olly (23 anni), è una canzone molto festivaliera, che richiama la tradizione melodica. Voto 7
  2. LUCIO CORSIVolevo essere un duro. Forse la vera rivelazione di questo Festival. Brano dalle giuste atmosfere. Voto 7
  3. BRUNORI SASL’albero delle noci. L’unico brano in stile cantautorale, ma non avere rivali con cui confrontarsi in qualche modo lo ha avvantaggiato. Voto 6
  4. FEDEZ: Battito. Il messaggio del testo sembra essere una frecciatina alla ex Chiara Ferragni ma è un interrogativo che il rapper, esperto nella comunicazione, ha forse voluto lanciare di proposito. Voto 6
  5. SIMONE CRISTICCHIQuando sarai piccola. Testo toccante e commovente ma la melodia poteva essere migliore. Voto: 7
  6. GIORGIA: La cura per me. Forse l’unica vera interprete del Festival, con la sua voce formidabile e intonatissima. Voto 8
  7. ACHILLE LAURO: Incoscienti giovani. Brano melodico che segna la trasformazione di Lauro da cantante trasgressivo ad interprete più impegnato. Non male. Voto 7,5.
  8. FRANCESCO GABBANIViva la vita. Ballata gradevole ma niente di più. Voto 6
  9. IRAMA: Lentamente. Brano molto somigliante ai precedenti dell’artista. Insomma la stessa canzone di sempre. Voto 6
  10. COMA COSE: Cuoricini. Sulla scia dei Ricchi e Poveri. Sarà uno dei tormentoni della prossima estate. Purtroppo. Voto 5
  11. BRESCH: La tana del granchio. Anonimo. Voto 5
  12. ELODIE: Dimenticarsi alle sette. Perché proprio alle sette e non a un’altra ora? Testo insipido ma la melodia è migliore. Voto 6
  13. NOEMISe t’innamori muori. Noemi è brava ma il brano non lo è altrettanto. Voto 6
  14. THE KOLORS: Tu con chi fai l’amore. Altro tormentone della prossima estate. E non è un pregio. Voto 5
  15. ROCCO HUNT: Mille vote ancora. A noi basta una sola volta. Per non ascoltarlo più. Voto 4
  16. WILLIE PEYOTEGrazie ma no grazie. Prego, l’uscita è in fondo a destra. Voto 4
  17. SARAH TOSCANOAmarcord. Se l’avesse cantata Annalisa non ci sarebbe stata alcuna differenza. Si vede che entrambe provengono dalla stessa scuola di Amici. Voto 7
  18. SHABLO(e compagnia bella):La mia parola. Piace a chi piace questo genere. Settoriale. Voto 5
  19. ROSE VILLAINFuorilegge. Meglio rispettare l'ordine pubblico (e delle cose). Voto 6
  20. JOAN THIELE: Eco. Brano interessante, ben eseguito da questa giovane cantante. Voto 7
  21. FRANCESCA MICHIELINFango in Paradiso Dopo Nessun grado di separazione non si è più ripresa. Voto 5
  22. MODA’Non ti dimentico. Noi invece l’abbiamo già fatto. E senza rimpianti. Voto 4
  23. MASSIMO RANIERI: Tra le mani un cuore. Non brilla. Forse c’è un tempo per ritirarsi dalle scene o tornare a fare altre cose, come ad esempio la recitazione o lo showman. Sono lontanissimi i tempi (che non torneranno più) di Perdere l’amore. Voto 5
  24. SERENA BRANCALEAnema e core. Sfruttare la napoletanità del titolo non è stata una buona idea. Voto 4
  25. TONY EFFEDamme ‘na mano. Niente a che fare con il mitico Franco Califano cui pare ispirarsi. L’unica mano che gli possiamo dare è quella di farlo uscire al più presto dal palcoscenico dell’Ariston. Voto 4
  26. GAIA: Chiamo io chiami tu. Nel dubbio lasciamo il cellulare spento. Voto 5.
  27. CLARA: Febbre. In linea con l’influenza di stagione. Passerà con un buon antibiotico. Voto 5
  28. RKOMI: Il ritmo delle cose. Nome che mette a dura prova chi ha la erre moscia. Ha il merito di non snaturare il suo genere e non sfigura. Voto 6,5
  29. MARCELLA BELLAPelle di diamante. Va premiato il coraggio di voler restare sulla cresta dell’onda nonostante gli anni che, ahimè, avanzano anche per lei. Voto 6,5
























I MIEI RACCONTI: L'APPARTAMENTO




“Carino, luminoso e superaccessoriato. Riscaldamento autonomo con telecomando, lavatrice auto-programmabile, video citofono e impianto satellitare. Cosa vuoi di più? E poi è tutto così accogliente, confortevole, non devi nemmeno faticare tanto per tenerlo in ordine. C’è anche una bella vista panoramica, vedrai che ti troverai bene.”

Sono sopraffatto dalle parole di Annalisa che mi mostra con la verve del più consumato agente immobiliare l’appartamento in cui dovrò andare ad abitare. Rimango in silenzio con la faccia cupa e perplessa, come un bambino al primo giorno di scuola che si rifiuta di entrare in classe.

I cambiamenti non sono mai stati il mio forte. Sarà forse per pigrizia mentale o per un’atavica riluttanza per le cose nuove, che ho sempre preferito pianificare tutto della mia vita, adagiandomi al mio modello organizzativo come un perfetto ed efficiente ragioniere Mi sono “abituato” alle mie abitudini: casa-lavoro-casa, senza alcuna deviazione del percorso. Mi sono abituato al silenzio, ai miei silenzi.

Annalisa sembra leggermi nel pensiero e mi porta a visitare la stanza da bagno tenendomi sottobraccio quasi per timore che io possa scappare.

“Guarda come è spazioso. C’è anche la vasca per l’idromassaggio.” Mi strizza l’occhio abbozzando un sorriso malizioso. “Sei un bell’uomo, potrai portarci tutte le donne che vorrai.”

La mia accompagnatrice continua nella sua opera di persuasione prospettandomi una vita piena di gioia e di sesso sfrenato. Non l’ascolto più. Vedo la sua bocca continuare a muoversi emettendo tanti bla bla bla ed io mi assento completamente inseguendo un pensiero d’infanzia.

Eccomi bambino con mia madre che mi mostra il regalo che avevo sempre sognato: una bicicletta da corsa “superaccessoriata” proprio come l’appartamento che sto visitando.

“Ti piace? C’è proprio tutto: due specchietti retrovisori, il sellino di vera pelle, le luci di direzione, ben cinque marce e il vano per la bottiglietta dell’acqua. Con le lunghe corse che farai ti verrà sicuramente sete. Anzi, sai una cosa? Invece dell’acqua ti riempirò la bottiglietta con il tuo succo di frutta preferito.”

Come Annalisa, mia madre continuava a parlarmi, ad accarezzarmi il viso con il suo fare amorevole cercando di rendermi partecipe di una gioia che soltanto dopo scoprii avere ben altro fine: tenermi lontano da casa per alcune ore mentre riceveva i suoi amanti in camera da letto.

“Gianni, ma mi stai ascoltando?” La voce di Annalisa mi riporta alla realtà e non so se è più piacevole di quella che ho appena ricordato.

“Ora devo proprio andare. A minuti verrà Franco per il contratto. Vedrai, sarà molto vantaggioso per te.” Mi schiocca un bacio sulla guancia, prende la borsa e scappa via in tutta fretta.

Dalla finestra la vedo uscire dal portone, attraversare la strada e alzare lo sguardo verso di me che la sto osservando tra le tende. Mia moglie mi saluta con la mano regalandomi questa volta solo un sorriso spento e fugace prima di mescolarsi tra la gente.

So che non tornerà più.

L’APPARTAMENTO

Racconto breve
di
Vittoriano Borrelli

Ogni riferimento a fatti o personaggi della realtà è puramente casuale.
L’immagine di copertina è liberamente tratta da foto disponibili sul web
senza alcuna correlazione con i fatti narrati.