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Tizio
ha pubblicato qualcosa nel gruppo “Parliamo dei libri”. Caio ha
pubblicato qualcosa nel gruppo “Leggere allunga la vita”. Sempronio
ha pubblicato qualcosa nel gruppo “Viva la lettura”. Sono i messaggi
tipici che gli appassionati della scrittura ricevono tutti i giorni dai gruppi
nei quali sono iscritti.
Sembra
un tam tam che si eleva dalle foreste vergini dell’Africa e che
non smette mai di suonare, martellante e insistente come il vociare di una
combriccola di scalmanati sotto casa che non ti fa dormire, e che si perde in
lontananza alle prime luci dell’alba.
Certo,
lo scopo è benevolo: attirare l’attenzione sull'uscita dell’ultimo
romanzo, dell’ultima poesia o scritto coronati da immagini di copertina, link e
quant'altro per invogliare il lettore a scoprire, curiosare o acquistare il
prodotto reclamizzato. Non c’è nulla da meravigliarsi, né da scandalizzarsi. Lo
faccio anch'io, sia pure con discrezione e parsimonia.
Ma
se le buone intenzioni ci sono tutte, gli effetti che ne scaturiscono non corrispondono
quasi mai ai risultati attesi. Il motivo sta proprio nella composizione di
questi gruppi di letterati, formata nella maggior parte dei casi da scrittori
che non leggono altro che le proprie opere, e che magari “storcono” il
naso se un “concorrente” s’intrufola nel social di turno.
Sono
singole voci di un gruppo di scrittori in un interno, che non
riesce a spaziare, librarsi e liberarsi di un meccanismo che invece di unire i propri consociati, li divide e li attanaglia senza intessere alcuna relazione che sia
condivisione, confronto, scambio di opinioni. Solitudini che si moltiplicano
con sporadici “mi piace”, il più delle volte di “cortesia” o supplicati
ma raramente recepiti da lettori, nella migliore delle
ipotesi, semplicemente “distratti”.
Peraltro,
molti di questi gruppi registrano al proprio seguito migliaia di iscritti,
ed è statisticamente impossibile che si crei all'interno degli stessi una folta
schiera di amici (virtuali o non) dedita alla conversazione o all'interscambio
culturale, come se ci si trovasse in un salotto letterario pieno di amanti
della lettura. Accade invece di frequente che si creino dei sottogruppi
di poche decine di adepti, che rappresentano tuttavia una goccia
infinitesimale rispetto al totale degli iscritti.
E
poi c’è la questione degli “spam”, ovvero dei link che richiamano
la pagina o l’articolo integrale della notizia, che in alcuni gruppi vengono
rimossi come la peste, in quanto tendenziosamente “commerciali” o
di “disturbo” a chissà quali altri post che meriterebbero maggiore spazio
o visibilità. Personalmente non condivido questo metodo selettivo
adottato da coloro che si ergono a “giudici” in un campo vasto e
disomogeneo come la cultura, finendo con l’essere essi stessi parziali o poco
credibili.
La cultura,
oltre che essere uno splendido viaggio nella conoscenza, è libertà
di scrivere, di diffondere il proprio pensiero in tutte le forme possibili,
incontrando il solo limite del rispetto e della buona educazione verso l’altrui
persona.
Nel
mio piccolo ho creato una community “La forza del sapere”,
e un gruppo “L’occasione di scrivere”, nei quali viene
data a tutti la possibilità di esprimersi e di comunicare qualsiasi cosa che
sia attinente ai temi trattati, rispettando ovviamente le regole basilari del
buon senso e della civile convivenza. Non pretendo che si creino chissà quali significative interrelazioni, al di là della libera discussione o spontanea condivisione. Penso e confido nell'intelligenza
del lettore e nella sua capacità di valutare se leggere la notizia,
approfondirla o semplicemente ignorarla … voltando pagina.
Basta
semplicemente un clic e … la vita va avanti ugualmente. Anche se Tizio
ha pubblicato qualcosa nel gruppo …
Commenti
Oh Vittoriano mi vedi completamente d'accordo!!! I gruppi chiusi non portano a niente.. lo scrittore deve aprirsi al mondo.. perche' in realta' dovrebbe leggerlo la gente "normale" il lettore semplice! E non lo trovi nel gruppo chiuso e perchr' poi i link di approfondimento no!?! Tutti questi limiti non fanno che nuocere!
RispondiEliminaUn caro saluto e posta le tue comnunity da me... su Say hello, ti aspetto e mi iscrivo!
Grazie per il commento. Sono contento che condividi i contenuti del post. E' vero: lo scrittore deve volgere lo sguardo al mondo per veicolare i propri pensieri e sentimenti. Un caro saluto.
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