ULTIMO POST
- Ottieni link
- X
- Altre app
Chi
ha passione per la cultura non pone limiti al proprio estro ed è pronto
a spaziare in qualsiasi ambito di questo fantastico mondo pur di far arrivare
al lettore le emozioni più pure e dirette. Potrebbe essere racchiuso in queste
poche ma concise parole il ritratto di Bonifacio Vincenzi, bravissimo
scrittore calabrese e autore di tante opere interessanti, variegate e
poliedriche come il suo curriculum, corposo e ricco di esperienze letterarie.
Dalla
prosa alla poesia, dalla promozione di eventi culturali alla recensione di
libri, passando per la letteratura per ragazzi con una particolare
predilezione per i racconti brevi, tutti scritti con sapienza e abilità
stilistica.
Opere
come “Shakira, uno sguardo dal cuore”, o come “L’apprendista
Babbo Natale”, tanto per citarne alcune del suo vasto repertorio, sono
raccontate con quella capacità di sintesi narrativa appannaggio di pochi,
che gli vale il riconoscimento, almeno secondo il mio personale giudizio, di un
cantastorie evoluto e ben proiettato nel terzo millennio. Un menestrello
dei tempi moderni.
Ma ecco l'intervista:
IO: Hai un curriculum di tutto
rispetto. Una produzione letteraria significativa e condita da esperienze di
vario genere nel campo culturale: giornalista, scrittore, poeta, recensore,
direttore di premi culturali. In quale di questi ruoli ti trovi particolarmente
a tuo agio?
BONIFACIO VINCENZI: Ho
cominciato che ero giovanissimo pubblicando il mio primo libro di poesie. Ed
avevo poco più di vent’anni quando ho organizzato per la Pro Loco del mio paese
il mio primo premio nazionale di letteratura. Poi è venuto tutto il resto. Amo
moltissimo la poesia, la narrativa e il teatro. Ma in più di trentacinque anni
di attività ho diretto due riviste letterarie importanti. Sedici volumi in
tutto, in parte monografici, dove ci siamo occupati dei maggiori scrittori
italiani del novecento. Senza contare che ho prefato, recensito, presentato
centinaia di libri e di autori. Alla luce di tutto questo, credo che non sia affatto esagerato affermare
che ormai mi trovo a mio agio in tutto ciò che decido di fare.
IO: Hai sviluppato una particolare
predilezione per i racconti brevi. In molti dei tuoi lavori il filone della
storia breve sembra una costante. Perché questa scelta? Ti sei ispirato a
qualche famoso novelliere?
BONIFACIO VINCENZI: In questo caso la risposta temo che sia
molto più banale. Gli anni delle riviste e i venticinque anni in cui sono stato presidente dell’Istituto
Culturale della Calabria “Il Musagete” mi hanno portato via moltissimo
tempo. La scelta è stata obbligata. Non potevo andare oltre la storia breve,
non avevo il tempo per poter dare alle mie storie un respiro più lungo.
IO: Il tema dell’omicidio che affronti
nella tua ultima opera, “Testimone un cane e altri racconti” è di
grande attualità. Perché hai scelto di soffermarti sul profilo psicologico di
chi è autore di questi orrendi crimini?
BONIFACIO VINCENZI: Per cercare di capire. Ci si sofferma sempre
sulla vittima. È un fatto istintivo, emozionale, sacrosanto. Ma il problema non
è mai la vittima. La vittima è sempre e comunque innocente. La domanda che
continuo a pormi è sempre la stessa: cosa spinge un uomo a uccidere in modo
così efferato la donna che dice di amare?
Quanto di se stesso è presente quando decide di farlo? Dovremmo
soffermarci molto di più sul carnefice. Certo, condannarli sempre e comunque,
come accade anche nella storia che racconto. Ma anche cercare di capire per
poter fermare il mostro prima che
uccida.
IO: Secondo te c’è una responsabilità
sociale nei confronti di tanti episodi di cronaca nera che accadono
quotidianamente?
BONIFACIO VINCENZI: Non credo. Come tutti, sono infastidito dal
fatto che i mezzi di comunicazione di massa diano troppo la precedenza alla
cronaca nera. Non credo affatto che lo facciano per insegnarci qualcosa sulla
nostra società attuale. Hanno altri interessi, l’audience, la pubblicità, ecc.
Mi piacerebbe vedere in televisione un
programma in prima serata con poche centinaia di migliaia di spettatori senza
che venga poi soppresso il giorno dopo. Questo sarebbe l’unico modo sano per
tentare di migliorare la società e il genere umano. Invece si preferisce
seguire i gusti delle masse che certo non sono edificanti. Ritornando alla domanda, il
concetto di responsabilità sociale è un concetto molto discutibile. Non è
uno o più episodi di violenza che
colpiscono molto a farci avere un’idea chiara della società in cui viviamo. A
mio avviso c’era molta più violenza privata
intrafamiliare un secolo fa che
nei giorni nostri. Più corretto, per un buon giornalista, sarebbe fare un
discorso di come le istituzioni reagiscono concretamente di fronte a certi
gravi episodi di violenza, invece di
accamparsi per mesi davanti alle case degli assassini.
IO: In “Shakira-uno sguardo dal cuore” la struttura della storia è un intercalare di emozioni e di
stati d’animo raccontati a vari livelli. L’opera non tradisce le attese del
titolo: favoleggiante e a tratti anche intimistica. Cosa ti ha spinto a
scrivere un libro su un personaggio così famoso come la pop star colombiana?
BONIFACIO VINCENZI: Ho da sempre un grande amore verso la figura
e l’opera di Gabriel Garcia Márquez. Una volta lessi per caso una sua dichiarazione in cui lui
parlava in toni entusiastici della pop star colombiana. La cosa mi colpì
moltissimo. Io allora di Shakira conoscevo solo il nome. Quando decisi di
approfondire per conoscerla meglio capii perfettamente la visione dell’autore
di “Cent’anni di solitudine”. Shakira è molto più di una semplice cantante
e chi leggerà il mio libro capirà perché.
IO: “L’apprendista Babbo Natale”,
altra tua opera ben raccontata, rievoca nello stile le bellissime storie di
Gianni Rodari. Qual è il tuo rapporto con la letteratura per ragazzi?
BONIFACIO VINCENZI: Un rapporto bellissimo e appagante. Proprio
in questi giorni ho finito l’ultimo mio romanzo per ragazzi: “Il mondo di
Ceile – Storia di un bambino etrusco” dove mi sono divertito a
immaginare la quotidianità di un bambino
al tempo degli etruschi. E a settembre usciranno per una casa editrice romana i
primi due episodi di “Zoira & Max”, una gatta e un cane che non
fanno che litigare dalla mattina alla sera ma che nei momenti importanti
dimostrano sempre quanto sia solido il loro rapporto di amicizia. Decisamente
questo genere mi appassiona molto, merito anche dell’illustratrice Germana
Di Rago con cui collaboro da tantissimi anni. È lei che illustra tutte le
mie opere per ragazzi e devo darle il giusto merito perché, se non fosse stata
per la sua insistenza, molte opere
neppure le avrei scritte.
IO: La figura femminile è spesso al
centro di molte delle tue opere come “Per sole donne-Un amore di carta”. Qual è il
messaggio che hai voluto diffondere?
BONIFACIO VINCENZI: Il
messaggio è uno soltanto: una donna la si può solo amare e un uomo che eserciti
un qualsiasi tipo di violenza su di lei non è degno di appartenere al genere
umano.
IO: La poliedricità che ti
contraddistingue è un punto di forza della tua carriera letteraria o è
piuttosto la risultante della tua grande passione per la cultura?
BONIFACIO VINCENZI: Non so
se sia o meno un punto di forza. Quello che so per certo è che è, come dici tu,
la risultante della mia grande passione per la cultura.
IO: Con lo sviluppo delle nuove
tecnologie informatiche per la diffusione on-line della lettura pensi
che la cultura ci abbia guadagnato?
BONIFACIO VINCENZI: È ancora
difficile pronunciarsi in proposito. Adesso veramente pubblicano tutti.
Centinaia di migliaia di libri si accumulano in
rete e la confusione regna sovrana. Comunque i tempi cambiano e bisogna
adeguarsi anche se penso che il cartaceo è difficile che scompaia del tutto.
IO: Hai altre passioni oltre alla
letteratura?
BONIFACIO VINCENZI: In gioventù ho avuto una grande passione per
il calcio. Ce l’ho ancora anche se ormai sono anni che non tiro più un calcio
ad un pallone. Proprio in questi giorni ho iniziato a scrivere un libro sul
grande Torino. È un progetto che accarezzavo da tempo perché adoro
questa squadra e non soltanto per le gesta calcistiche. Sarà un percorso, come
al solito, sul filo delle emozioni. Il libro riuscirò a finirlo, credo, questo
autunno.
IO: Quali sono i tuoi progetti futuri?
BONIFACIO VINCENZI: Come ti dicevo ho molti libri in uscita. A
luglio con LietoColle uscirà la mia raccolta di poesie “Le bambine di
Carroll”; a settembre usciranno i primi due episodi di “Zoira & Max”.
Ho un romanzo di letteratura fantastica pronto, “Il raduno”, ma che non
pubblicherò subito anche perché mi piace molto seguire i miei libri e da luglio
a ottobre sarò impegnato con la promozione del libro di poesie. E poi, come ti dicevo, voglio
finire al più presto il mio libro sul grande Torino.
IO: Dove si possono trovare le tue
opere?
BONIFACIO VINCENZI: I miei libri, sia cartacei che gli e-book,
si possono trovare nelle maggiori librerie on-line: Amazon, IBS, Libreria Rizzoli, Kobo Books,
ecc. Oppure, ordinandoli direttamente presso la casa editrice.
IO: Grazie per l’intervista. I miei in bocca al lupo per tutto quanto desideri.
Commenti
Posta un commento
Posta il tuo commento. Sarò lieto di conoscere la tua opinione.