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L’estate scorsa è stata
una delle più belle degli ultimi anni. Non mi sono innamorato, non ho fatto
baldoria fino all’alba, né ho partecipato alle classiche sagre paesane
banchettando e bevendo vino in quantità (sono astemio) o ballando nelle balere
sotto le stelle (sono rigido come un armadio).
Che cosa avrò fatto mai
perché l’estate 2017 fosse per me indimenticabile?
Ho finito di scrivere il
mio nuovo romanzo che uscirà nel 2018. Niente di trascendentale direte voi, e
poi scrivere sotto il solleone anziché andare in qualche paese esotico o nella
spiaggetta vicino casa per immergersi nel mare azzurro e cristallino non deve
essere stato edificante. Invece per me è stato bello, rigenerante ed appagante
occuparmi dei pensieri, quelli liberi ed incontaminati, per finire una storia
cominciata qualche anno fa e di cui non mi decidevo a premere nemmeno un tasto
del mio computer.
Per chi non ha la
passione dello scrivere è difficile comprenderlo. Gli scrittori sono una specie
oscura e impenetrabile, sempre con la testa tra le nuvole che quasi la realtà è
come un tappeto volante pronto a sospingerli verso mondi nuovi e inesplorati.
Gli scrittori hanno il dono (o il vezzo) di vivere cento vite ed è difficile
stare al loro passo se non si è sulla stessa lunghezza d’onda.
Nelle mie giornate
agostane sono entrato in catarsi. Ho ripreso il romanzo su cui stavo lavorando
da due anni e l’ho finito in pochi giorni spinto da un’ispirazione galoppante
che mi ha regalato emozioni, pathos e finanche commozione per come si è
sviluppato tutto l’intreccio narrativo. Sono ingredienti che solo la forza
della scrittura è in grado di regalare.
A lavoro finito sono
andato alla ricerca di qualche buon editore disposto a pubblicare l’opera. Con
mia sorpresa non ci ho messo molto a trovarlo e agli inizi di novembre ho
firmato il contratto di edizione grazie al quale il romanzo sarà in uscita nel
2018.
Per ora non anticipo
niente sul titolo e sulla sinossi, lo farò quando apporrò sulla bozza
definitiva il c.d. “Visto, si stampi”.
Dico solo che non mancheranno i colpi di scena, come già accaduto per “La
prossima vita”, o in tanti altri racconti che avete potuto leggere
su questo blog.
Ma soprattutto spero che
possa emozionarvi, regalarvi ore di distensione e di riflessione.
Sarebbe per me la più
bella soddisfazione.
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