LUCCIOLE

 


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Strade che finiscono davanti al buio
Marciapiedi pieni di colore umano
Qui non ci son stelle 
solo buchi sulla pelle

Scende anche stavolta lenta e silenziosa
questa notte brava bella e maliziosa
fatta per aprire cuori freddi e finestrini

Eccole che danzano sopra le ore
lucciole che ballano senza parole
con il capo in fondo si alzano ed è già il conto

Volti sconosciuti altri molto noti che
sfidano la notte e i bagliori tiepidi
che si vedono spuntare all'improvviso
quando tutto è già finito

E le trovi nei bar
con la spesa sul tram
Certe hanno anche un figlio
e un marito coniglio

Altre sono chissà
a curarsi l'età
le ferite che il mondo
ha lasciato giù in fondo

Lucciole che ballano senza nascondersi
anche se non vogliono devono accendersi
aspettando il giorno 
senza neanche un sogno

per tornare sulle strade che finiscono davanti al buio
Marciapiedi pieni di colore umano
Qui non ci son stelle
sono andate a farsi belle!
 

(Tratto da Le parole del mio tempo)

INNAMORARSI IN UN TEMPO SBAGLIATO

 

Non ci siamo mai amati nello stesso momento. Quando io ero pronto non lo eri tu e viceversa. Sembra che il destino si sia preso gioco di noi, o forse siamo stati noi a sfidarlo, a tirare troppo la corda che alla fine si è spezzata. È accaduto a noi che ci siamo amati in un tempo sbagliato.

La contemporaneità dell’amore è la base di partenza per una buona relazione sentimentale, il punto focale intorno al quale dovrebbero gravitare le migliori manifestazioni emotive, come due calamite che si attraggono se si trovano sulla stessa linea d’aria a poca distanza l’una dall'altra. Ma basta la minima deviazione perché questo non avvenga.

Deviazione voluta o imboccata dagli eventi, da storie che nascono su strade di periferia dove il sole non batte mai e il buio è l’unica cornice che rende sbiaditi i contorni.

Ci sono amori che sono fatti per essere sofferti, invisi, irraggiungibili. Più sono distanti, più li sentiamo vicini al nostro dolore, che quasi ci mancano quando sono presenti e ci riempiono della loro assenza quando fuggono via. Amori strani, maledetti, ma pur sempre amori.

C’è un romanzo, “Incontrarsi e dirsi addio” di Ferenc Kormendi, che avevo letto da ragazzo e mi era particolarmente piaciuto. Ambientato negli anni trenta, è la storia di uno scrittore disilluso dal mondo che giunge a Capri per una vacanza. Qui inizia una relazione con la giovane moglie del proprietario dell’albergo dove alloggia, molto più anziano di lei. Una relazione burrascosa che non appaga le inquietudini del protagonista e che muore sul nascere.

Amori che fioriscono e appassiscono in un attimo, come quello raccontato da Kormendi, non sono rari da trovare; più di frequente si perdono e scivolano via in presenza di ostacoli, reali o immaginari, che diventano insormontabili.

Diventa fondamentale il momento in cui ci s’incontra, la predisposizione a concedersi, a darsi senza condizioni, ad avere un progetto comune, un’aspirazione che si diparte dalla stessa radice.

Ecco perché il tempo dell’amore deve essere coevo, istantaneo, corrispettivo. Gli amori asincroni generano rimpianto, si rincorrono come due rette parallele senza incontrarsi mai.

E sono amori che nascono e muoiono in un tempo sbagliato.

 

 

 

 

TE LO DICO IN DUE PAROLE

 


“Per governare bene uno Stato bisogna ascoltare molto e parlare poco”. (Cardinale Richelieu).

 “Le cose grandi vanno giudicate con animo grande, altrimenti si finisce per vedere in esse i difetti che sono in noi”. (Seneca).

 “La vita è una stoffa che i giovani vedono dal diritto, i vecchi dal rovescio”. ( Camillo Sbarbaro).

 “Tutto è già cominciato prima, la prima riga della prima pagina di ogni racconto si riferisce a qualcosa che è già accaduto fuori dal libro”. (Italo Calvino).

 “Il più semplice scolaro sa oggi verità per le quali Archimede avrebbe sacrificato la vita”. (Ernest Renan).

 “In tre occasioni l’uomo rivela la sua natura: quando la sua mente cede all'ira, quando il suo corpo è piegato dal vino e quando deve mettere mano alla borsa”. (Proverbio cinese).

 “Perché si uccidono persone che hanno ucciso altre persone? Per dimostrare che le persone non si debbono uccidere”. (Norman Mailer).

 “Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori”. (Voltaire).

 “Hanno un bell'essere stupide le parole dello sventato: esse, a volte, sono sufficienti per confondere l’intelligente”. (N. Gogol).

 “Niente di più bugiardo può essere uno specchio che non riflette l’anima di chi si guarda”. (Vittoriano Borrelli).

 “Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie...lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità”. (Oriana Fallaci).

 “Le religioni sono strade diverse che convergono verso uno stesso punto. Che cosa conta imboccare strade diverse, se arriviamo alla stessa meta?”. (Gandhi).

 “Esistono cinque categorie di bugie: la bugia semplice, le previsioni del tempo, la statistica, la bugia diplomatica e il comunicato ufficiale”. (George Bernard Shaw).

 “Le cose che una generazione considera un lusso, la generazione successiva le considera necessità”. (Anthony Crosland).

 “Non sappiamo nulla di noi stessi e ci muoviamo, viviamo, sentiamo e pensiamo senza sapere come”. (Voltaire).

 “Essere indulgenti verso gli altri, severi con se stessi è un consiglio banale; nell'esistenza è la sola regola da seguire”. (Marcel Proust).

 “Non lasciare che sia la parola a correre più velocemente del pensiero”. (Vittoriano Borrelli).

BRAVO RAGAZZO

 

Non avrei voluto essere un bravo ragazzo e nemmeno il primo della classe. Appellativi che mi sono stati affibbiati fin dalla tenera età, con mia madre che mi guardava orgogliosa dei miei silenzi e del mio essere discreto. Per anni mi sono chiesto che cosa sarebbe stata la mia vita se avessi imboccato un’altra strada, libera, anarchica e senza regole precostituite.

 

Essere un bravo ragazzo costa fatica. Ci vuole dedizione, attenzione e deferenza verso gli altri,  essere sempre all'altezza e non deludere mai. Insomma una faticaccia che toglie estro, fantasia, improvvisazione, spregiudicatezza.

Meglio, molto meglio essere un ragazzaccio o, come si dice dalle mie parti, uno scugnizzo che mastica di strada, di polvere in faccia da spazzare via con uno sputo verso il mondo che ti guarda come un Grande Fratello, a cui non appartieni e dal quale preferisci prendere le debite distanze.

Un cattivo ragazzo o un uomo cattivo, spregiudicato, contestatore e calpestatore affascina di più. Un manipolatore delle genti schiave della propria debolezza di non osare, l’eroe dei nostri tempi che sghignazza davanti ad una folla anonima che batte in ritirata trovando a quel punto terreno fertile per imporre la propria agibilità sociale.

Un cattivo ragazzo è l’esempio da seguire, il proibito che stuzzica gli appetiti come quando si ha una gran fame dopo un lungo digiuno fatto di rinunce, di diete ferree badando a non ingrassare nemmeno di un centimetro, compressi in un corpo privo di forme adescanti e provocanti.

E chissà che non siano proprio i bravi ragazzi ad essere cattivi e questi ultimi i più buoni e... accattivanti.

Chissà che non sia stato anch'io un cattivo ragazzo senza malizia e furbizia, senza avere cura di me stesso perché troppo occupato ad accontentare anziché ad accontentarmi, prendere per mano la mia anima e coccolarmi.

Il pensiero verso gli altri alla fine lacera e consuma. Sarò stato proprio un cattivo ragazzo se mi sono perso nella scrittura, nelle parole d’inchiostro che hanno decantato un mondo che non esiste, che mi hanno fatto agire, alfine, all’ombra dei poeti maledetti.