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UNA VITA DIVERSA

C. VITETTA: LA PSEUDOCULTURA DI CONVENIENZA

Questo breve ma intenso memoriale illustra, con prosa pungente ed efficace, quattro significative esperienze vissute dall'autrice agli esordi della sua carriera.


I personaggi di ciascun episodio sono descritti con cura e dovizia di particolari, soprattutto nei loro tratti comportamentali che ben evidenziano il peggio di quanto possa rappresentare la “pseudocultura di convenienza”. 

Così l’organizzatrice di eventi, apparentemente interessata al lavoro della scrittrice, non usa mezzi termini per far intendere che ogni cosa ha un prezzo, proponendo un sottile e subdolo “scambio di prestazioni” nel quale spicca, con misera ovvietà, il solito politico di turno. 

Né si guadagna un ritratto migliore il libraio del paese, ennesimo clone di un prototipo, ahimè, ancora inestinto che non si sforza minimamente di pubblicizzare nelle vetrine del suo negozio il romanzo della scrittrice, preferendo, calcolatrice alla mano, affidarsi all'esposizione di opere di autori già affermati. 

E che dire del bibliotecario? Altra figura melliflua, sorniona e irritante, che stride con quanto la biblioteca dovrebbe offrire come servizio pubblico, consapevolmente immerso negli ingranaggi delle relazioni “che contano”.

E infine il giornalista televisivo, che anziché documentarsi in prima persona del lavoro della scrittrice, preferisce farsi fare il riassunto dall'amico accompagnatore mentre sullo sfondo le pareti tappezzate di libri sembrano evocare il personaggio dell’ “Azzeccagarbugli” de “I Promessi Sposi”.

In tutti gli episodi narrati spicca l’ardore con il quale la scrittrice porta avanti, senza riserve, la sua battaglia contro l’editoria a pagamento a difesa degli autori emergenti, nella (giusta) convinzione che la cultura sia un valore inestimabile e disgiunto da qualsiasi “regola”di convenienza.

Le esperienze negative narrate ne “La pseudocultura di convenienza” tracciano un ritratto esemplare della giovane e validissima autrice e suonano a mò di insegnamento nella ricerca dei valori più autentici. Che poi sono le sole cose che contano.

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