ADDIO ALL’ULTIMO JEFFERSON



Se n’è andato il 24 luglio 2012, “silenziosamente” all’età di 74 anni nella sua casa di El Paso in Texas, Sherman Hemsley, l’attore di colore protagonista della sit-com televisiva “I Jefferson”, andata in onda nel decennio 1975-1985 con grandi ascolti e consensi.

Nella fiction Sherman interpreta George Jefferson proprietario di lavanderie che dal nulla riesce ad affermarsi e a diventare ricchissimo, guadagnandosi un posto nella èlite che conta in una New York ancora alle prese con i problemi della segregazione razziale.

Gli fa da spalla una bravissima Isabel Sanford  che nella sit-com interpreta Louise-Wizzie, moglie paziente che lo asseconda nella sua scalata al potere con una ironia degna del miglior humour inglese.

Tutti gli episodi ruotano intorno a questa coppia pregevole alla quale si affianca la “mitica” cameriera Florence interpretata da Marla Gibbs le cui battute esilaranti, sempre in contrapposizione con il “burbero” ma simpaticissimo padrone di casa , hanno contribuito a rendere la fiction  una delle più divertenti e amate dal pubblico televisivo e non solo.

Il filo conduttore della difficile integrazione fra “bianchi” e “neri” viene trattato con ironia ed eleganza grazie ad un cast di attori di primissimo livello, fra i quali Franklin Cover e Roxie Roker, rispettivamente Tom ed Hellen Willis, vicini di casa dei Jefferson e uniti in matrimonio nonostante la diversa etnia (l’uno “bianco” e l’altra “nera”), a dimostrazione di quanto le differenze razziali siano atavici pregiudizi e retaggi di un “passato” ancora molto “presente”.

Purtroppo quasi tutto il cast è passato al mondo dei più; sopravvivono solo la già ricordata Marla Gibbs (“Florence”), oggi 81 enne, Ned Wertimer, 89 enne, il portiere Ralph del palazzo dove vivono i Jefferson, e Berlinda Tulbert, 63 enne, che nella sit-com interpreta il personaggio Jenny, figlia dei Willis.

Per gli amanti del genere, sul canale satellitare 132 della piattaforma Sky sono in onda gli episodi di questa fortunatissima serie che ancora oggi fa divertire e sorridere il pubblico non solo dei nostalgici ma anche delle nuove generazioni: la buona comicità è un’arte che non conosce i limiti del tempo.

                                                        SIGLA TV DEI "JEFFERSON "


ORIANA FALLACI: QUEL CHE RESTA DI … UN UOMO.



Pubblicato nel 1979, il romanzo “Un uomo” di Oriana Fallaci ebbe un enorme successo (c.a. tre milioni e mezzo di copie vendute)  raccogliendo consensi da parte dei migliori esponenti della critica letteraria.

Il romanzo racconta la storia del rivoluzionario greco Alekos Panagulis, compagno nella vita della scrittrice, che tenta in tutti i modi di sovvertire il regime dittatoriale di Georgios Papadopoulos, leader della Grecia. Ma il golpe fallisce e Panagulis viene rinchiuso in carcere e condannato a morte.

La sentenza non viene eseguita e Panagulis ottiene la grazia. Uscito dal carcere incontra la Fallaci che lo intervista e s’innamora di lui. Inizia tra i due una tormentata storia d’amore che li porterà a fuggire in Italia cercando aiuto negli esponenti della politica nostrana per liberare la Grecia dal tiranno Papadopoulos.

Il rientro in Patria avviene poco dopo la caduta del dittatore e Panagulis si iscrive all’Unione di Centro- Nuove forze, diventa deputato ma non accetta le logiche del partito.

Dedicherà gli ultimi anni della sua vita nel tentativo di sovvertire il nuovo Papadopoulos identificato nel ministro della difesa Evangelos Averoff che verrà ucciso da dei sicari in un incidente stradale.

Chiede e ottiene dalla sua compagna la stesura di un libro sulla sua vita per essere ricordato ai posteri.

Bellissima e di pregevole stile letterario la parte del racconto in cui il protagonista, rinchiuso nel carcere in due metri quadrati di spazio intesse l’unica relazione possibile con uno scarafaggio:

A uno scarafaggio si può dire qualsiasi cosa ci venga in mente, perfino che il coraggio è fatto di paura, che in questi mesi avevi avuto spesso paura, che soprattutto ne avevi avuta quando era giunto il plotone di esecuzione. Loro non se n’erano accorti, ma obbligarti a quella calma e quella spavalderia era stata una fatica terribile: sulla motovedetta non ne potevi più. Anche un’ora fa non ne potevi più. E mezz’ora fa, e un minuto fa.”

Il romanzo della bravissima e compianta scrittrice fiorentina è di ottima fattura ma sarebbe oggi anacronistico per il depauperamento dei valori e degli ideali della politica, miseramente sommersi dai ripetuti scandali degli ultimi tempi.

L’uomo della Fallaci è l’eroe che combatte per gli ideali della Giustizia e della Libertà; l’uomo di oggi vive per se stesso e non ha punti di riferimento. Esercita il potere dell’immagine in una solitudine mediatica nella quale la moltitudine è la semplice equazione di tante individualità che non comunicano e che sono distanti tra loro.

E’ un libro da consigliare per gli amanti della raffinatezza letteraria e soprattutto per coloro che desiderano scoprire e identificarsi in valori autentici in grado di elevare e rivalutare quello che dovrebbe essere … un uomo!


RAMAZZOTTI FA SEMPRE BENE


Eros Ramazzotti, dopo tre anni di assenza, torna alla ribalta con il singolo “Un angelo disteso al sole”, che anticipa il nuovo album “Noi” in uscita dal 13 novembre prossimo.

Il cantautore romano è uno dei pochi artisti italiani ad essersi imposto nel mercato oltre frontiera collezionando successi e celebrità al pari delle più grandi star internazionali.

L’ex ragazzo della periferia di Roma ha avuto il merito di rimanere sempre se stesso non lasciandosi travolgere dall'onda del successo, ma riproponendo spesso nei testi delle sue canzoni quella solitudine esistenziale che appartiene soltanto a coloro che hanno a lungo sofferto  e che , ciononostante, sono riusciti ad emergere proprio grazie alla “forza” del dolore.

Come non ricordare canzoni memorabili come l’intensa “Lacrime di gioventù”, dall'album “Nuovi Eroi” pubblicato nel 1986 nel quale spicca la hit “Adesso tu”, vincitrice del Sanremo di quell'anno.

E ancora “Più bella cosa” del 1996, canzone dedicata forse al più grande amore della sua vita: quella Michelle Hunziker , oggi diva della TV, che proprio sul palco del teatro Ariston di qualche anno fa ammise davanti a milioni di telespettatori di aver provato emozioni forti solo verso l’ex compagno.

Le sue canzoni sembrano raccontare la storia della sua vita in una sorta di biografia in continuo divenire: dall'intimistica “Con gli occhi di un bambino” del 1986 nella quale Eros racconta frugali aspetti della sua infanzia, alla celebre “Un’ emozione per sempre”, brano dell’album “9” del 2003., con il quale l’artista sembra immortalare la sua esperienza sentimentale con la Hunziker imprimendola in un ricordo indelebile.

E adesso l’Eros nazionale si cimenta in una nuova fatica che ha tutti i presupposti dell’ennesimo successo di pubblico e di vendite.

Ricalcando lo slogan di un carosello degli anni settanta, antesignano della “Milano da bere”, si può proprio dire che ascoltare o “gustarsi” un Ramazzotti …fa sempre bene.

          UN ANGELO DISTESO AL SOLE

 Non chiedi libertà
Lo sai non sono io
A incatenarti qua
Il sentimento va
Già libero da se
Tu quanto amore dai
In cambio niente vuoi
Nell’attimo in cui sei
Purezza e fedeltà davanti agli occhi miei
Ma tu chi sei
Ci credi che non lo so dire
Un angelo disteso al sole
Che è caduto qua
Nuda verità
E fa l’amore anche l’anima
Ma tu chi sei
Il cielo ti ha lasciato andare
Un angelo disteso al sole
La natura che si manifesta in te
E in tutto quello che tu sfiori
E adesso che mi vuoi
Non devi fare niente che non vuoi
Il cuore non ci sta in una scatola
E tanto meno noi
Ma tu chi sei
Ci credi che non lo so dire
Un angelo disteso al sole
Che è caduto qua
Nuda verità
E fa l’amore anche l’anima
Ma tu chi sei
Il cielo ti ha lasciato andare
Un angelo disteso al sole
La natura che si manifesta in te
E in tutto quello che tu sfiori
Che tu sfiori
Ma tu chi sei
Ci credi che non lo so dire
Un angelo disteso al sole
Che è caduto qua
Nuda verità
E fa l’amore anche l’anima
Ma tu chi sei
Il cielo ti ha lasciato andare
Un angelo disteso al sole
La natura che si manifesta in te
E in tutto quello che tu sfiori
Che tu sfiori



LAZIOGATE: SCANDALO AL SOLE

Le vicende che hanno coinvolto la Regione Lazio nell’ennesimo scandalo sulla distrazione di fondi pubblici hanno inferto un altro duro colpo sul sentimento di fiducia della gente verso le istituzioni e la politica.
Le dimissioni della presidente Renata Polverini, -formalmente ancora in carica per la gestione ordinaria dell’ente in attesa delle nuove elezioni-, seppur pregevoli ed opportune, non hanno attenuato il clamore e l’indignazione dell’opinione pubblica.
La Polverini ha voluto sottolineare con il suo gesto il chiaro obiettivo di porre fine, -con un proclama senza precedenti-, le (solite) magagne di taluni consiglieri “impegnati” nella gestione dei fondi pubblici a proprio profitto e a tutto danno del popolo che, secondo la Costituzione italiana, dovrebbe essere “sovrano”.
E’ purtroppo una storia che si ripete da troppo tempo e i tentativi di porre rimedio allo stratificarsi dei “tentacoli” della corruzione, come i disegni di legge all’esame del Parlamento, non si sono ancora tradotti in azioni concrete .
Manca la condivisione che a parole sembra esserci ma che nei fatti è ancora condizionata da talune resistenze o divergenze di opinioni, come quelle sul tema dell’ incandidabilità, non ancora risolte.
Il celebre aforisma “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, coniato dal politico Massimo d’Azeglio all’atto della proclamazione del Regno d’Italia, ritorna prepotentemente in auge a distanza di oltre un secolo e mezzo di Storia.
Non c’è riforma istituzionale che possa ritenersi veramente efficace se non è prima di tutto interiorizzata nell’animo e nella mentalità delle persone e in special modo di quelle che, investite del mandato elettorale, sono chiamate ad assumere un comportamento integerrimo e moralmente ineccepibile.
Se si vuole davvero che le cose cambino è quanto mai necessario che cali in fretta il sipario su questi scandali sommersi e riemersi al sole senza alcun ritegno, affinché “l’altra gente”, quella migliore, non sia più costretta ad assistervi.