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E’ uno dei testi delle mie canzoni più
dirompenti e reazionari di un’epoca, quella degli anni ’80, in cui l’inquietudine
giovanile post-sessantottina si misurava col disincanto e con le prime
avvisaglie di un futuro senza più valori di riferimento.
“Un uomo da letto”, fotografa l’incapacità di uscire da un target precostituito per affrontare (e superare) il malessere interiore al cospetto di una società consumistica che non “vede” e non “ascolta”.
Ecco il testo:
E mi ritrovo così con la
solita definizione
senza nessuna speranza di
salvarmi da questa finzione
che dura da tempo e come gli
anni non si ferma mai
Che strano il mio nome il mio
mito che sai!
E sono un uomo da letto getto
orgasmo e più non smetto
un uomo da letto con tanti
difetti e poco rispetto
un uomo da letto senz'anima e
senza ribellione
ed amo e respiro così senza
parole
Ma che stupida sera respirata
male!
Non ho più il coraggio di guardarmi allo specchio
Non ho più il coraggio di guardarmi allo specchio
Chissà mai perché mi sento
stanco e più vecchio?
Stupida canzone nascosta in
fondo al cuore!
Il peccato lascia tracce nere
nel mare
ma l'innocenza si fa santa
quando vuole Dio
Intanto mi spingo dentro
grido al vento "Sono mio!"
Io quell'uomo l'ho lasciato
per le vie del passato
Ma il mio corpo non va
giudicato così solo per questo
Ho un'anima nascosta che vale
e che mi rende diverso
Prova amico a volare inventa
due ali e un istinto
lascia la tua fantasia non
darti per vinto
Dove sei uomo? Non mollare!
Perdono!
Dove sei uomo? Non voglio
piangere lo giuro!
Resta un po’ con me amica non
andar via vita!
Io una speranza vera non l'ho
mai avuta
L'innocenza si fa santa
quando vuole Dio
qui c'è orgoglio e penitenza
sono io sono mio
e il peccato lascia tracce
nere nel mare
Ma che stupida sera respirata
male!
(Dall'album “Malinconico
digiuno”, 1981)
(TRATTO DA “LE PAROLE DEL MIO TEMPO”)
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