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Con
sgomento e costernazione. Così il mondo si è svegliato alla notizia della
prematura scomparsa di Pino Daniele, cantautore raffinato e talentuoso
che ha scritto una delle pagine più belle della musica nostrana (e non solo).
Non più tardi di cinque giorni fa si era esibito sul palco de “L’anno che
verrà”, lo spettacolo di RAI uno trasmesso il 31 dicembre scorso
per salutare il nuovo anno.
Comincio
a pensare che questo show non sia poi così beneaugurante a giudicare dalla
passerella di grandi artisti come Lucio Dalla, Mango e da ultimo
il “Pino nazionale” che ci hanno lasciato troppo presto e in
maniera improvvisa come il lampo di un temporale che si è scagliato inesorabile
sui cultori della buona musica.
“Napule
è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta.”
“'O
scarrafone 'o scarrafone, ogni scarrafone è bello a mamma soja.”
“
Tu dimmi quando quando, dove sono i tuoi occhi e la tua bocca, forse in Africa
che importa …”
Sono
solo alcuni dei versi più belli e toccanti scritti dall'immenso cantautore napoletano,
poeta indiscusso della musica che ha saputo coniugare le parole alla sonorità
di melodie indimenticabili, conquistando intere generazioni, perché quando la
musica si tramuta in arte sopravvive al tempo e non invecchia mai.
E’
un amaro risveglio, il mattino che non avremmo mai voluto vedere.
Ci
mancherà, come mancherà a quella Napoli che lui ha tanto amato e
raccontato negli infiniti concerti che ancora oggi risuonano nella mente e nei
ricordi di chi lo ha (giustamente) eletto ad ambasciatore della
musica partenopea, capace di scuotere le coscienze più sorde e i
sentimenti più assopiti dall'amara rassegnazione.
“Napule è 'a voce d' 'e creature che saglie chianu chianu, e tu saje ca nun si sulo..”
Da oggi ci mancherà la sua voce e ci sentiremo tutti un po’ più soli!
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