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E’
divenuta quasi una parola d’ordine per aprire chissà quali universi del
pensiero, far conoscere (a volte sotto mentite spoglie), le personalità più
svariate e le storie più recondite che non si avrebbe mai il
coraggio di raccontare nella vita reale.
Il web
log, meglio conosciuto come blog, è un fenomeno
largamente in espansione, usato principalmente come diario personale per essere
catapultato nella rete insieme a una miriade di “confratelli”.
Ma
quanti sono i blog? Domanda difficile da rispondere. Ci ha provato qualche
tempo fa l’Online Journalism Review, sito americano sul
giornalismo di rete tra i più noti del pianeta, che aveva contato agli albori
del 2010 oltre 150 milioni di siti attivi, cifra sicuramente stimata per
difetto.
In
Italia, e siamo nel 2013, si contavano oltre 500 mila, con il blog di Beppe
Grillo a guadagnarsi lo scettro del più seguito. Le fonti d’informazione variano dalle esperienze
personali (le più popolari) ai comunicati commerciali o ai programmi
radiotelevisivi. Le informazioni attinte da libri e articoli si aggirano
intorno al 42%. Una buona percentuale.
Ma
come vengono diffusi i blog? Ci sono i cosiddetti “aggregatori di blog”,
siti che per l’appunto li raggruppano in base alle tematiche trattate dopo una semplice procedura di accreditamento. Lo scopo è quello di
diffonderli nel pianeta web sperando di attirare nella rete quanti più “followers”
(recto: seguaci) possibili. Ecco alcuni degli aggregatori più noti:
Ok notizie, sito gestito da Virgilio
particolarmente selettivo: le notizie vengono sottoposte al giudizio dei
lettori i quali cliccando sul “Sì” o sul “No” condizionano l’andamento e il
grado di diffusione del post.
Bloghissimo, sito che vanta
tantissime categorie, fra le quali i web personali.
Blogitalia, forse il più
articolato con una speciale classifica dei Top 100 più visitati.
L’elenco
potrebbe continuare a lungo. Ma le raccomandazioni più diffuse sono date dalla qualità
dello scrivere, dalla capacità di affrontare argomenti originali e
d’interesse, dall'interazione con altri siti postando propri
commenti ed opinioni, in una parola dall'apertura del blog verso i
lettori creando una sorta di “ponte di comunicazione” fra chi
scrive e chi legge.
Attenzione
però al fenomeno dello “splog”, che si sta particolarmente
diffondendo. Sono dei weblogs che vengono utilizzati per promuovere
altri siti web affiliati. Sono inutili e dannosi perché creano spazio sul disco
rigido e intasano i motori di ricerca.
Altra
insidia è rappresentata dai pseudo professionisti del blog, che
sono coloro che ti promettono a suon di euro la più ampia indicizzazione e
visibilità del tuo sito. Evitarli come la peste.
Insomma
la concorrenza e le insidie sono varie e infinite e non esiste una ricetta di
sicuro successo.
Apriti
blog, dunque, affinché le parole possano viaggiare nella
rete per approdare nei pensieri di chi ha voglia di catturarle, farle proprie e
non dimenticarle …
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