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Dopo
aver intervistato tanti autori, questa volta è toccato a me. MeBook,
social network che si occupa di cultura e di promozione letteraria con tanti
followers al suo seguito, ha realizzato un’intervista che mi riguarda e che spero possa suscitare l’interesse dei visitatori e amici del blog.
Sono
piuttosto refrattario a parlare di me. Preferisco farlo attraverso le cose che
scrivo cercando di non cadere nell'autoreferenza o nelle cose ovvie
e scontate. Quando però ho letto le domande dell’intervista, tutte interessanti
e non banali, mi sono chiesto se non fosse un’ottima opportunità per raccontare
ai lettori qualcosa di me in maniera diretta e immediata.
Ecco l'intervista a cura di Maurizio Caruso che potete leggere anche dal link http://www.mebook.it/ip/leinterviste/vittoriano-borrelli:
INTRODUZIONE
Musicista, poeta, paroliere. Sono almeno queste tre nobili peculiarità al quale potrebbe essere affiancato il nome di Vittoriano Borrelli da Portici in provincia di Napoli. Instancabile artista al servizio delle emozioni altrui, è uno che "ama la vita dei sentimenti e sta dalla parte delle piccole cose che poi sono quelle che fanno grandi gli uomini..."
MEBOOK: Cosa ti succede interiormente sin da piccolo e come si sviluppa quando compi il quattordicesimo anno di vita?
VITTORIANO BORRELLI: Sono cresciuto in un ambiente familiare pieno di regole precostituite che nulla lasciavano alla libera estrinsecazione dei sentimenti. Ho quindi ricevuto un’educazione rigida che mi ha impedito, per un certo numero di anni, di spaziare e di far emergere quella parte di me che detestava ogni forma di apparenza. E’ stato quasi naturale costruirmi un mondo parallelo, immaginario, in cui potevo finalmente liberarmi da qualsiasi inibizione facendo sprigionare dal mio “contenitore” interiore tutti i migliori sentimenti possibili. La musica mi ha molto facilitato in questo percorso, a cominciare dai quattordici anni, quando mio padre mi regalò la mia prima chitarra.
MEBOOK:: "Le parole del mio tempo" è un libro che raccoglie una parte dei testi della tua imponente produzione. Questi testi che sapore hanno e a chi sono diretti in particolare?
VITTORIANO BORRELLI: Direi a tutti quelli che hanno voglia di “sentire” la vita in tutte le sue sfaccettature. Le mie canzoni sono piuttosto variegate, parlano di amore, di solitudine, di emarginazione con un filo conduttore rappresentato dalla voglia di essere sempre se stessi, senza condizionamenti o compromessi di sorta.
MEBOOK: Come coniughi il lavoro con lo spazio che ti resta per scrivere e per creare?
VITTORIANO BORRELLI: Faccio un lavoro molto impegnativo e pieno di responsabilità. Sono segretario generale di alcuni comuni della provincia di Como, con un’agenda sempre fitta di impegni. A volte non mi bastano le 24 ore giornaliere per riuscire a fare tutto, ma ho dalla mia la professionalità e il senso pratico dell’organizzazione che mi permettono di conciliare il lavoro con la parte che prediligo di più, ovvero la mia passione per la musica e per la letteratura. Curo da qualche anno un blog che ha lo stesso titolo del mio libro di canzoni “Le parole del mio tempo”, che mi ha dato tante soddisfazioni per gli attestati di stima e di gradimento ricevuti. Valgono più di qualsiasi tiratura o riscontro economico della mia produzione libraria.
MEBOOK: La tua passione per Alberto Moravia ti ispira a scrivere un romanzo "La prossima vita". Anche questo edito da Meligrana Giuseppe Editore nel 2012 ma in realtà già pronto dal 2001. La storia di un appassionato di pittura che ripercorre a ritroso la vita con la moglie...
VITTORIANO BORRELLI: E’ una storia che mi somiglia molto per le contraddizioni a cui ho fatto cenno. Il protagonista, Leo Ferretti, è perennemente in bilico tra la realtà e l’immaginazione. Vive nell'una ma si allontana nell'altra, lacerato dal dubbio di non essere amato e accettato. Sullo sfondo una Firenze piena di fascino e di mistero nella quale il rimpianto e la malinconia ispirati da “La nascita di Venere”, il celebre dipinto di Botticelli, aiuteranno Leo a risolvere i suoi conflitti interiori grazie ad un colpo di scena finale che ovviamente non svelo.
MEBOOK: Nel cantautorato d'autore italiano ma anche straniero quale artista ti ha maggiormente influenzato come paroliere e come compositore?
VITTORIANO BORRELLI: Tutti gli artisti che hanno segnato la (pregevole) storia del cantautorato italiano: da Battisti a Dalla, da Venditti a Cocciante. Da questi grandi nomi ho tratto grande insegnamento anche se ho mantenuto un certo stile e originalità. Molti mi hanno definito un cantautore “intimista”, ovvero una persona che attraverso le parole ha inteso raccontare la propria vita interiore e le sue possibili trasformazioni. Credo che questa definizione mi calzi a pennello.
MEBOOK: Siamo nel 2014 e pubblichi per Youcanprint un altro libro "L'aquila non ritorna". Come mai questo titolo?
VITTORIANO BORRELLI: Lo spiego nella prefazione: l’aquila è un uccello di straordinaria bellezza ed intelligenza, espressione di numerose simbologie tra le quali quella di rigenerarsi ricevendo dal sole nuova luce e calore. Il “non ritorno” sta ad indicare la trasformazione simbolica di questo meraviglioso volatile, che spezza qualsiasi legame con il passato per approdare ad una dimensione di rinnovato spirito e vigore. “L’aquila non ritorna” è il seguito de “Le parole del mio tempo” ma per il significato del titolo lo precede proprio per la trasformazione cronologica delle storie narrate nelle mie canzoni. Ha anche un altro significato più sottile: lo scorrere del tempo che non ti fa più tornare indietro e rimediare ad una gioventù svanita troppo presto.
MEBOOK: Qual è il compromesso che un autore deve seguire per poter vendere ed essere allo stesso tempo originale?
VITTORIANO BORRELLI: Come si è forse capito dalle precedenti risposte, non amo scendere a compromessi di alcun genere. Purtroppo affacciandomi nel mondo dell’editoria ho dovuto fare i conti con una realtà che stride con questo principio. Credo che l’autore debba pensare solo a scrivere e l’ editore debba occuparsi della vendita e della promozione. Nella realtà non avviene niente di tutto questo. Gli editori (soprattutto quelli “piccoli”) delegano all'autore tutte quelle attività del promotore che richiedono tempo, pazienza e, soprattutto, competenza. Il risultato è una larga approssimazione resa ancora più difficoltosa da una concorrenza “indifferenziata” nella quale è difficile, per un lettore, orientarsi e scegliere libri di qualità. Manca in altri termini una strategia editoriale consapevole e mirata con un uso più precipuo e ponderato delle nuove tecnologie informatiche.
MEBOOK: Da due anni collabori con la rivista on line "Quorum" scrivendo articoli di attualità e di cultura. Un articolo "la solitudine degli internauti" è particolarmente d'attualità e abbraccia alcune tue canzoni...
VITTORIANO BORRELLI: Quando Stefano Campa, uno dei fondatori del giornale, mi ha proposto di collaborare per il quotidiano, ho accettato volentieri. Lo ringrazio pubblicamente per questa meravigliosa opportunità che mi ha permesso di ampliare la platea dei lettori ricevendo tanti attestati di stima. “La solitudine degli internauti” è uno degli articoli cui tengo di più perché affronta un tema, quello dell’uso spasmodico dei social network, di grande attualità. Il legame con una mia canzone, “Password” è piuttosto emblematico e spiega il senso dell’articolo: “Siamo un numero, un codice, delle lettere prestampate. Siamo un vortice di emozioni, di faccine che sorridono e che invece piangono per davvero …”
MEBOOK: Un altro argomento interessante affrontato nei tuoi articoli è "la scrittura creativa". Come si scontra e si concilia con la produzione letteraria odierna?
VITTORIANO BORRELLI: Non voglio offendere nessuno, e tanto meno coloro che sono sostenitori convinti di questo tipo di scrittura “assistita” che dovrebbe aiutare professionalmente un autore alle prime armi. Credo che le cose migliori nascano dall'istinto, dall'ispirazione, dalla capacità spontanea di raccontare una storia, un’emozione. Un libro perfetto nella forma può non esserlo nella sostanza. E’ vero anche il contrario, ma io preferisco una storia con qualche errore qua e là ma che mi colpisca nella sostanza. E poi le grandi opere nascono belle e perfette “ab origine”. E’ semplicemente una questione di talento naturale.
MEBOOK: Leggere e pubblicare. Il tuo rapporto con gli e-book e con il cartaceo.
VITTORIANO BORRELLI: Gli e-book sono una grande opportunità per chi ha pochi mezzi da investire. Rappresentano la tecnologia del presente (e del futuro) anche se in Italia raggiungono appena il 4% dei lettori. Se dovessi scegliere, preferisco di gran lunga il cartaceo, ma come ho detto prima gli editori disposti ad investire latitano e si fa di necessità virtù. Ma tutto questo è relativo se manca alla base l’educazione alla lettura, a cominciare dalle scuole e più in generale dallo Stato che ha fatto molto poco per valorizzare la cultura.
MEBOOK: Attraverso quale canale si possono acquistare i tuoi libri?
VITTORIANO BORRELLI: Per il momento i miei libri sono solo in formato e-book. Si possono trovare nelle migliori librerie digitali. Eccone alcune: Ultimabooks, Amazon, Smashwords.
MEBOOK: Mebook secondo Vittoriano Borrelli...
VITTORIANO BORRELLI: Un’ottima opportunità e polo di aggregazione di autori e lettori che amano leggere e diffondere la cultura. Ringrazio la redazione di questo bellissimo social per l’opportunità concessami. Spero che i lettori non si siano annoiati a leggere l’intervista. Se fosse così, come direbbe Manzoni, “non l’ho fatto apposta!”
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