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“Cantami,
o Diva, del Pelide Achille...”. Molti ricorderanno questi versi iniziali
dell’Iliade, poema meraviglioso di Omero che tante volte ci ha fatto
trepidare durante le lezioni scolastiche sulla letteratura epica. Per il cieco
vate l’intercessione di una Musa era la chiave di volta per raccontare
le gesta di Achille. Oggi con molto meno si riesce a creare componimenti
di ogni tipo, dalla prosa alla poesia fino alle … canzonette.
A
proposito di canzonette. Si dice che l’estate dovrebbe favorire, proprio
come una Musa, l’ispirazione giusta per proporre brani musicali che facciano
presa sicura sul pubblico. Non più tardi di un anno fa pubblicai il post “Quel
motivetto che mi piace tanto” in cui lamentavo in maniera
scherzosa (ma non troppo) la scarsa qualità delle canzoni “vacanziere”,
delle quali si fa fatica a ricordare anche il titolo.
Sono
passati dodici mesi ma di passi avanti, almeno dal mio punto di vista, non sono
stati fatti. Persino autori collaudati come Tiziano Ferro o Eros
Ramazzotti, sembrano aver perso per strada quell'ispirazione che li aveva
guidati fino a poco tempo fa, proprio come la Musa di Omero, a sfornare
successi memorabili come “Sere nere” o “Più bella cosa”.
Adesso il cantautore di Latina ha lanciato “Lo Stadio”, canzone insipida
e melensa con cui si sta esibendo nei maggiori stadi italiani calandosi
dall'alto come una Mary Poppins dei tempi moderni. Ma il
pubblico, pur caldo e numeroso, sembra andare in delirio più per i suoi
successi passati che per quelli di oggi.
Non
molto dissimile in fatto di bassa qualità è l’ultimo repertorio proposto dal
suo collega romano “nato ai bordi di periferia”, quel Ramazzotti tornato
alla ribalta con “Perfetto”, un album che invece presenta molti difetti,
primo dei quali la centellinante orecchiabilità.
Consoliamoci,
si fa per dire, con i miti del momento, come Stash, vincitore
dell’ultima edizione di Amici. Il “David Bowie” italiano, con la sua band "The Kolors", sta
spopolando i mari e i monti dello Stivale con la sua “Everytime”,
e c’è da scommettere che sarà proprio questa la canzone più gettonata
dell’estate 2015.
In
mezzo a cotanta scelta, mi è toccato realizzare, proprio come un anno fa, il “mio”
CD delle vacanze ricorrendo ai successi del passato fra i quali …
…
una canzone di Antonello Venditti, "Sotto il segno dei pesci", evocativa
degli anni post-sessantottini, in cui la contestazione era in realtà
semplicemente un sogno da inseguire;
…
una canzone di Gianni Togni "Luna,"
che mi faceva guardare “il mondo da un oblò”;
…
una canzone di Anna Oxa “Tutti i brividi del mondo”,
che al centesimo ascolto mi fa venire ancora la pelle d’oca.
So
che i miei figlioli mi punzecchieranno e mi riempiranno di sorrisini
ironici quando partiremo in macchina per le vacanze. Ma ho deciso di non
demordere: dopo aver ascoltato i loro cantanti preferiti, mi godrò il mio
momento per fischiettare quelle belle canzoni di una volta che ancora
oggi mi fanno tanto emozionare.
E
come un anno fa intonerò quelle note “ingiallite” dal tempo e sorriderò divertito.
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