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Il
successo di un blog, come di un qualsiasi sito web, dipende non
solo dal numero dei visitatori ma anche, se non soprattutto, da quella fascia
di lettori che gli esperti classificano con il termine “returning
visitors”, ovvero “visitatori che ritornano”.
E’
facile navigare tra un sito e l’altro alla ricerca di questa o quella notizia
che possa interessarci. A volte lo facciamo svogliatamente e senza uno scopo
preciso, un po’ come fare “zapping” con il telecomando del nostro
televisore nella speranza di trovare il canale giusto o il programma che finalmente
ci aggrada.
In
questo via vai di frequentatori della rete sono quelli che ritornano in
un determinato sito i più “papabili”, quelli che qualsiasi blogger
o webmaster desidererebbe trattenere anche solo con la
forza del pensiero perché restino dalle loro parti il più a lungo possibile.
Le
strategie informatiche sono infinite. Ci sono ad esempio i cosiddetti SEO,
Search Engine Optimization, ovvero quelle attività messe in atto per
favorire la massima indicizzazione del sito nei motori di ricerca. Si
usano codici (l’html, il più diffuso), parole chiavi
(scegliendole tra quelle più ricorrenti) e altri stratagemmi per far sì che i
contenuti del proprio sito ottengano il miglior posizionamento possibile nella
rete ed essere così maggiormente visibili al vasto pubblico degli internauti.
Una corsa, a volte, contro il tempo che somiglia un po’ a quella degli spermatozoi
che s’inseguono e si spintonano per arrivare primi al traguardo.
Ma
tutta questa “fatica” è niente se quello che scrivi non
interessa. Certo, le tecnologie informatiche come quelle sopra illustrate
aiutano non poco ad “orientare” il mouse verso il sito
pubblicizzato, ma poi quello che conta sono i contenuti. In pochi minuti si può
ottenere un numero anche significativo di visitatori ma quanti di questi sono
veramente interessati?
Non
v’è dubbio che un’altra “spia” sullo stato di “salute” di
un sito web sia proprio il tempo di visualizzazione della pagina cliccata.
Se dura pochi secondi state sicuri che è un automatismo dell’indicizzazione o,
peggio, una bocciatura senz’appello.
Scrivere
qualcosa d’interessante è quindi la parola d’ordine. Poi concorrono
altri fattori, come il momento più o meno propizio in cui la
notizia viene catapultata nella rete, l’indagine (mista a sondaggio)
sulle preferenze dei lettori ed una martellante e capziosa pubblicità.
Concludo,
ed è proprio il caso di farlo, con il mio personale appello: caro lettore che
sei passato da queste parti per caso o per giudizio, naviga pure per altri “lidi”.
Ma se quello che hai letto ti ha incuriosito od emozionato, torna da me.
Commenti
Io lo faccio... :)))
RispondiEliminaTornando seri...Interessante quello che hai scritto e pienamente condivisibile.
Chi viene, sbircia e sparisce fa numero sul momento e basta. I lettori che tornano spesso, invece, sono quelli che invitano, direi incitano a migliorarsi sempre.
Se poi commentano pure, anche se a volte non si ha niente da dire e allora tanto vale tacere, ops scrivere, sono veramente stimolanti per il blogger.
Significa non solo che quanto si è scritto è interessante per qualcuno ma che può nascere un dialogo più o meno lungo, una condivisione di pareri e pensieri. Contrastanti anche, ma non importa se espressi con civiltà.
E' vero, i commenti sono importanti e aiutano a interagire e a stimolare. Forse è un canale che viene usato maggiormente quando si parla di argomenti specifici, oserei dire tecnici per avere informazioni che possono servire al visitatore. Nei blog che trattano di cultura o di attualità questo avviene meno frequentemente. Sono d'accordo sull'importanza delle critiche che se bene espresse meritano ancora più attenzione. Grazie Patricia per il commento e per essere passata da queste parti.
RispondiElimina