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“Non
mi ricordo più di te
Forse
è passato un secolo o di più
Quando
scrivevi poesie
scarabocchiando
muri e vie
con
i tuoi passi giovani e scomodi…”
Sono
i versi iniziali della canzone omonima scritta nel 1996, dall'album “Una
vita diversa”.
La
storia di una scelta di vita non voluta ma imposta dalle circostanze,
dopo essersi lasciati alle spalle gli anni della prima giovinezza in cui i
sogni e le speranze erano ancora intatti e possibili.
Molte
sono le reminiscenze con opere ben più famose e pregevoli: dall'immensa
“Il sabato del villaggio” di Leopardi suggellata da un finale
struggente e toccante:
“Garzoncello scherzoso,
cotesta
età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno
è come un giorno d'allegrezza pieno
Giorno
chiaro, sereno,
che
precorre alla festa di tua vita…”
… al
“magnifico” Lorenzo de’Medici che recitava:
“Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia!
Chi
vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza …”
Scegliere
la vita che si vuole è un grande privilegio che richiede forza e convinzione
ma anche un terreno fertile rappresentato dal sostegno familiare e dalla
combinazione di un certo numero di fattori propiziatori, come l’agibilità
sociale del proprio essere o il contesto economico più o meno favorevole.
Per
le persone fortemente volitive gli ostacoli sono una sfida da
vincere a tutti i costi, ma quanto questa forza deriva dalle proprie doti
naturali o piuttosto dall'amore filiale che la sostiene?
E’ la teoria dell’Uomo che cresce e si
fortifica in quanto tale, che si contrappone a quella del condizionamento
esterno che fa virare le proprie scelte in una certa direzione. I criminologi,
ad esempio, ne fanno largo uso per cercare di spiegare le origini
dirette o indotte delle azioni delittuose.
Si
potrebbe ragionare per analogia sul piano della realizzazione del proprio progetto
di vita. Tante sono le variabili che concorrono a renderlo più vicino o lontano
dalle proprie aspettative. E ciò che poteva essere e non è stato è il rimpianto
più doloroso che si possa mai patire.
In “Non
mi ricordo più di te” accade una vera e propria dissociazione di due “anime” che per un certo periodo convivono nello stesso
corpo fino a che l’una non riesce a sovrastare l’altra fino ad annullarla o a
lasciarla nell’oblio più profondo.
“Non
mi ricordo più di te
e
non so cosa resterà di te
Ora
che il vento porta via
anche
quest’ultima poesia
Storia
sbagliata che nessuno mai saprà di te”
(Tratto da
“L'AQUILA NON RITORNA”)
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Commenti
Ciao Cris..💞
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