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Personaggio
controverso de “I Promessi Sposi”, Gertrude, meglio conosciuta
come la monaca di Monza, è senza dubbio una delle figure femminili più
interessanti della letteratura italiana. La sua storia, raccontata con maestria e
pregevole fattura dal grande Alessandro Manzoni, ha commosso e fatto discutere
intere generazioni risultando ancora oggi tra le migliori espressioni della
scrittura d’autore.
Disse
quel sì e fu monaca per sempre, inciso scarno ma pieno di contenuti
intuitivi, è uno dei passi del romanzo in cui la tecnica narrativa meglio si
sposa con l’esigenza di descrivere un fatto, ovvero la decisione di accettare
malvolentieri i voti del noviziato, e la volontà di infondere a questo stesso
evento una bellezza elegiaca racchiusa in poche ma significative parole.
La
storia di Gertrude è il romanzo nel romanzo dal quale potrebbe essere
tranquillamente estratto senza incidere sulle vicende degli altri protagonisti.
Tema principale è la rinuncia, dolorosa ed inevitabile, al desiderio di
Gertrude di maritarsi ed avere dei figli come lo sarebbe stato per la maggior
parte delle amiche del collegio nel quale era stata rinchiusa.
Il
suo destino segnato, a partire dalle bambole vestite da monache che le venivano
regalate da bambina, spinge Gertrude ad una prima ribellione accettando la
corte di un paggio al servizio della famiglia. Ma una cameriera scopre
l’intreccio e consegna al padre una lettera che doveva finire nelle mani
dell’improvvido corteggiatore. Dopo alcuni giorni passati in isolamento,
Gertrude, esausta e rassegnata, ottiene il perdono del padre ma è costretta,
suo malgrado, ad accettare la vita monacale.
Figura
fragile e facilmente plasmabile, Gertrude subisce un vero e proprio lavaggio al
cervello sui vantaggi della vita monastica rispetto alle insidie e alle
debolezze del mondo e alla fine supera, con rassegnazione, il colloquio con il
vicario delle monache prima di prendere i voti.
“L'esaminatore
fu prima stanco d'interrogare, che la sventurata di mentire: e, sentendo quelle
risposte sempre conformi, e non avendo alcun motivo di dubitare della loro
schiettezza, mutò finalmente linguaggio; si rallegrò con lei, le chiese, in
certo modo, scusa d'aver tardato tanto a far questo suo dovere; aggiunse ciò
che credeva più atto a confermarla nel buon proposito; e si licenziò.”
Ma
“la sventurata rispose”. Dopo aver preso i voti, Gertrude inizia una
relazione clandestina con il perfido Egidio, suo vicino di convento, ma la
tresca è scoperta da una novizia che sarà messa a tacere con la morte per mano
dello stesso amante. Qui la ribellione di Gertrude si fa più icastica e
definitiva, travolta da una perdizione senza ritorno che la porterà ad
ingannare persino Lucia, cui aveva offerto protezione dal terribile Don
Rodrigo, favorendone il rapimento per conto dell’Innominato.
La
storia di Gertrude è una storia senza tempo perché in tanti si sono
riconosciuti o si possono riconoscere nell’incapacità di lottare e di vivere
una vita propria senza condizionamenti o compromessi. È la storia di quanto il
male subito viene fatto proprio e perpetrato, a sua volta, ai danni degli altri
e soprattutto di se stessi finendo in una spirale dalla quale diventa quasi
impossibile liberarsi.
“Idolatrava
insieme e piangeva la sua bellezza, deplorava una gioventù destinata a
struggersi in un lento martirio, e invidiava in certi momenti qualunque donna,
in qualunque condizione, con qualunque coscienza…”
“…si
trovò al momento della professione, al momento cioè in cui conveniva, o dire un
no più strano, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto; lo
ripeté e fu monaca per sempre.”
(La storia di
Gertrude - I Promessi Sposi. A. Manzoni).
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