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È la
corona che nessuno vorrebbe indossare, un ornamento da tenere a debita distanza
e da debellare in fretta. Abbasso il Re con questo coronavirus che dalla Cina,
dove si è sviluppato, ha raggiunto l’Europa e il nostro Bel Paese seminando
molta preoccupazione e angoscia.
Come
in tutti gli eventi di questa portata, c’è un nemico forse ancora più
importante da combattere: il panico. Dopo aver scoperto due focolai nella zona
della bassa Lombardia e nel Veneto, è scoppiato il caos con una proliferazione
di fake news, di leoni della tastiera improvvisati esperti e virologi
che hanno diffuso le informazioni più svariate e fuorvianti seminando in
qualche caso il panico che è ciò di cui abbiamo meno bisogno.
Supermercati
presi d’assalto con provviste di viveri che forse non accadeva dai tempi delle
guerre mondiali, farmacie intasate da richieste di detergenti e di mascherine
andate subito in esaurimento, i soliti sciacalli che propongono prodotti di
questo tipo a prezzi triplicati. Azioni scomposte e disordinate che forse
mietono ancor più dello stesso virus cinese.
In
questi casi bisognerebbe usare molto buon senso e capacità di saper
leggere, interpretare e seguire i messaggi e le istruzioni dalle Autorità
competenti, le sole deputate a gestire l’emergenza con scientificità e
raziocinio.
Si è
assistito invece ad ordinanze comunali fantasiose, prive di qualsiasi supporto
metodologico e motivazionale, iniziative di pancia e scoordinate di vario
genere, un fai da te che ha generato in qualche caso ironia (nella migliore
delle ipotesi) e in gran parte dubbi e preoccupazioni ben maggiori e
sproporzionati rispetto alla serietà del problema.
Un abbasso
il Re rivolto anche a questi “collaboratori” dell’ultima ora, colti
da un protagonismo gratuito che non produce alcuna utilità alla causa
comune.
Per
fortuna (o per merito) c’è un’altra Italia, quella maggioritaria che lavora con
serietà, attenzione e competenza. A quella soltanto dobbiamo volgere lo sguardo
ed omaggiarla.
Con
le forze migliori si può farcela, con le debolezze e con il panico non si va
invece da nessuna parte.
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