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L’era
della globalizzazione sta spazzando via le
identità culturali disperdendole nel cosmo come retaggi storici del nostro
passato.
Un
tempo era facile, intuibile e comprensibile l’identificazione di un popolo
attraverso le sue tradizioni, gli usi e i costumi, finanche nel linguaggio,
nell'idioma come forma univoca di comunicazione e di assonanza di un comune
sentire.
Nelle
società tribali, ad esempio,
l’organizzazione sociale era caratterizzata dal perseguimento di idee di solidarietà
e di comunione d’intenti, oltre che di origini. Tutto era basato su una
disciplina comune, accettata e condivisa da una etnia riconosciuta e
riconoscibile, che sapeva imporsi e farsi imporre. Esempi di società tribali ve
ne sono tutt'oggi nei cc.dd. paesi sottosviluppati, ma guardando alla loro organizzazione,
semplice e unitaria, ci si chiede se il progresso
abbia davvero portato con sé modelli sociali evoluti e più efficaci.
Nell'era
moderna le identità culturali si sono via via associate a simbolismi rappresentativi della storia di un popolo piuttosto che
delle sue radici, sicché l’eredità storica che doveva costituirne il fondamento e il “collante”
con le generazioni future, si è andata disperdendo in luogo di una coscienza
sociale proiettata più nell'attualità o nel futuro prossimo.
Si
associa, ad esempio, Londra al Big Ben, Parigi alla Torre
Eiffel, New York alla Statua della Libertà e, fino al
2001, alle Twin Towers, ma le popolazioni di queste metropoli si sono nel
frattempo trasformate al punto da allontanarsi quasi del tutto dalla storia che
le ha rappresentate.
Proprio
il tragico abbattimento delle Torri gemelle ha trasformato la
storia del mondo con un taglio deciso con il passato: niente da quel momento
sarebbe stato più come prima.
Da
quell’11 settembre 2001 si è assistito al decadimento delle identità
culturali, le cui avvisaglie in Italia si erano già avute negli anni ’90 con “Tangentopoli”
e con la fine della c.d. “Prima Repubblica”.
Rispetto
all'era moderna, i periodi storici del passato erano molto più identificativi
di una precisa corrente culturale che si sviluppava in aderenza al contesto
sociale di cui era espressione. Si pensi alla cultura rinascimentale o a quella
del neorealismo del secolo scorso.
Nell'epoca
attuale si fa molta più fatica ad essere parte di un contesto o di una comunità
poiché mancano regole sociali accettate e condivise, in una parola manca il
senso di appartenenza al gruppo, all’etnia , all’organizzazione
storico-culturale.
Complice
una politica distante dalle reali esigenze della comunità governata, e sotto la
spinta della globalizzazione del tutto e del niente, il massimo senso dello
Stato si riscontra a malapena alzandosi in piedi allo stadio per ascoltare
l’inno della nazionale di calcio.
Serve
allora un deciso cambio di rotta perché le politiche apparentemente egualitarie
finiscono col rendere indifferenziate le “differenze”, minando alla base le
precipue identità culturali che rischiano così di dissolversi come le più
tipiche espressioni del nostro essere.
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