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UNA VITA DIVERSA

VIVA LA MAMMA

Nessun amore può pareggiare quello materno. E’unico e indissolubile come un cordone ombelicale che non si spezza mai nemmeno dopo il primo sguardo alla vita. Siamo figli delle donne e con le donne abbiamo suggellato questo patto di mutua filiarità che sta innanzitutto nella natura delle cose e del loro spontaneo divenire.

In occasione della festa della mamma, è doveroso rendere omaggio a questa importante figura genitoriale che si fa sentire anche (e forse soprattutto) quando non c’è. Nella nostra infanzia sono tanti i ricordi che ci legano a chi ci ha messo al mondo regalandoci quello che è il dono più grande: la vita.

Sono ricordi che spesso associamo a qualche oggetto in particolare come il grembiule da cucina, il fazzoletto bagnato sulla fronte quando avevamo la febbre, o a momenti dolci e rituali come il tenersi per mano la mattina per andare a scuola.

Nel mondo delle canzonette (ma anche della letteratura) sono tantissimi gli attestati, le dediche e i pensieri alla mamma e oggi voglio citarne alcuni:

Chi asciugava i pianti miei
mamma buona era lei
In cucina cucinava
mamma cuoca canticchiava …
(canzone indimenticabile dello Zecchino d’oro del 1976, interpretata più tardi anche da Iva Zanicchi)

Son tutte belle le mamme del mondo
quando un bambino si stringono al cuor …”
(famoso refrain del duo Gino Latilla e Giorgio Consolini al festival di Sanremo del 1954).

Viva la mamma
affezionata a quella gonna un po’ lunga
così elegantemente anni cinquanta
sempre così sincera …”,
(la hit di Edoardo Bennato che spopolò nell'estate del 1989).

Le mamme sognano
 le mamme invecchiano
 le mamme si amano
ma ti amano di più”.
(Toto Cutugno al festival di Sanremo del 1989)

E c’è anche la mia canzone dedicata a mia madre che ho fatto incidere sulla sua lapide:

Mia madre ha gli occhi bagnati da un’eternità
e gli anni che sono passati son pieni di semplicità
E chiacchiera con una vicina
La senti cantare canzoni di ieri in cucina …”

Auguri a tutte le mamme del mondo. A quelle che ci sono e a quelle che ci guardano da lassù.

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