UN ANNO DI ME

Il 2017 sta per chiudere i battenti ed è tempo di bilanci. Come ogni anno mi appresto a tirare le somme di ciò che avvenuto negli ultimi dodici mesi su questo blog. 

"L’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità”. Così cantava Lucio Dalla nella sua mitica ed indimenticabile “L’anno che verrà”. Sembra essere questo il rendiconto tipico delle nostre storie che passano inesorabilmente con il tempo senza che ce ne accorgiamo, salvo ricordarcene proprio nell'ultimo giorno dell’anno.

Ma c’è un vissuto che resta e che ci rende più forti o più deboli a seconda di come sono andati gli eventi. Ogni attimo che respiriamo è già passato, sta a noi farlo prolungare o sopravvivere nel futuro prossimo che è già qui.

L’anno che sta arrivando è dietro la porta ma c’è ancora tempo per voltarsi indietro prima di aprirla. Ecco allora il mio calendario 2017 con i post più letti e graditi. Per chi desidera rileggerli basta cliccare sui rispettivi titoli. 

GENNAIO: Pubblico il racconto breve “Lo scapolo di bronzo”, parodia sulla virilità maschile più ostentata che veritiera. Ottiene tante visualizzazioni da aggiudicarsi la palma del più letto del mese .

FEBBRAIO: Altro racconto breve “Il dubbio”, in chiave giallo-moderna, otterrà il gradimento di migliaia di lettori. Piace anche “Bell’Anima”, ritratto della purezza interiore spesso sommersa dalle nefandezze del mondo.

MARZO:Le cose inutili, che affronta il tema del consumismo e dell’anoressia, piace e fa riflettere. Segue subito dopo “La fine di un amore” tentativo (vano) di spiegare l’inspiegabile.

APRILE: Stravince “I fiori spezzati” racconto breve di una Medea dei giorni nostri.

MAGGIO: Quarto potere, quello dell’informazione, che lusinga ed inganna. E’ il tema di “Questo non lo scriva”, racconto sulla manipolazione della realtà che piace tanto ai lettori dall'occhio critico. 

GIUGNO: Pubblico “Non ti dimentico, cronaca sull'esercizio impossibile del diritto all'oblio nell'era multimediale. Sarà il più letto del mese. 

LUGLIO: L’estate afosa entra nel vivo e favorisce l’immaginazione verso esodi improbabili. Un concentrato di pensieri raccolti nel post “Luci di città, il più cliccato dai lettori.

AGOSTO: Ripubblico in forma integrale “La mia donna non esiste, racconto sulla doppia vita che ottiene ancora più consensi della prima uscita.

SETTEMBRE: E’ il mese delle recensioni. Seguitissima quella di “Posizioni compromettenti”, di Susan Isaac, un giallo a luci rosse che ho rispolverato dagli archivi della mia esperienza di lettore. Non sfigura “Anna con tutti”, recensione che ho scritto per le mie colleghe scrittrici Alessandra Alioto e Rosalba Repaci e che ha per tema la violenza in ambito familiare.

OTTOBRE: Esce “Ti sposerò per sempre”, l’eternità in un attimo di una storia coniugale come tante. Segue subito dopo “Gli abbracci mancati”, retaggio sulle carenze affettive.

NOVEMBRE:La madre di Cecilia”, passo de “I Promessi Sposi”, risulterà particolarmente gradito. Piace anche l’intensa “Abituarsi, poesia sulle cose che non ci appartengono più.

DICEMBRE: Boom di visualizzazioni e attestati di gradimento per “L’abbandono”, dedicato alla solitudine degli ultimi. Scalerà la classifica dei post più letti di sempre.

GRAZIE A TUTTI VOI CHE MI AVETE SEGUITO CON L'AUGURIO DI UN BELLISSIMO

2018

IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE

Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
Presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di natale,
io so dove sta.

Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.

Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.

In piazza c’è il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice: “Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore
…”

Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è.

Un bel Pianeta davvero
anche se qualcuno insiste
a dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?


(GIANNI RODARI)

L’ABBANDONO

In questi giorni che ci avvicinano al Natale il mio cuore è dalla parte delle persone sole, quelle senza conforto e reiette da un mondo distratto ed approssimativo. Piccoli eroi che nessuno vede perché a farcela da soli è un’impresa non da poco.

Chi mi segue su questi schermi sa che non sono un grande fautore delle feste comandate. Sarà per i cattivi ricordi o semplicemente perché il Santo Natale non è più così sentito. Sta diventando sempre più un’altra cosa.

Sarà che le luci festose ed accecanti che si vedono in giro non riescono ad illuminare il buio dell’abbandono, a far luce laddove c’è bisogno nonostante tanti proclami e buone intenzioni. La corsa ai regali brucia tutte le tappe e spesso sotto l’involucro di una bella confezione manca il cuore e la spontaneità di chi ostenta generosità.

Alle persone sbagliate (per gli altri) voglio dedicare una canzone che ho scritto alcuni anni fa e che s’intitola, per l’appunto, “L’abbandono”. Chi si riconoscerà nel testo avrà compiuto metà strada per intravedere alla fine di un certo percorso nuova luce e speranza di riscatto.


L’ABBANDONO
(V. Borrelli)


Hai mai sentito l'abbandono dentro te?
Un grande vuoto che ti lascia fuori e poi
non sai riprenderti vorresti arrenderti
farti più piccolo di quanto già non sei

E all'improvviso non t'importa quasi più
del freddo intenso che ti fa sentire giù
sotto la neve di un giorno breve
e ti domandi se qualcosa ancor succede

L'anima che senti quando ti tormenti
davanti ad un bicchiere e a un grande dispiacere
che ti addolora ma un po’ ti fa piacere

Libera la mente temerariamente
Prova a spiccare il volo per non sentirti solo
oltre le nuvole scoprire un mondo nuovo

Hai mai capito l'abbandono dentro te?
Quando la sera gli altri sono andati via
e le parole del tuo silenzio
altro non sono che le voci dell'inferno

E allora pensi di cambiare strategia
per conquistare gli altri cerchi un'altra via
anche uno sguardo che arrivi al cuore
che dica molto più di mille tue parole

L'anima che senti in questi momenti
è un mondo che si chiude alle tue spalle nude
è un giorno così uguale che non ti fa più male

Libera la mente delicatamente
se chiudi gli occhi adesso ti sembra già diverso
e l'abbandono sai va via con tutto il resto


(Tratto da Le parole del mio tempo”)

LA FORZA DELLA SCRITTURA

L’estate scorsa è stata una delle più belle degli ultimi anni. Non mi sono innamorato, non ho fatto baldoria fino all’alba, né ho partecipato alle classiche sagre paesane banchettando e bevendo vino in quantità (sono astemio) o ballando nelle balere sotto le stelle (sono rigido come un armadio).
Che cosa avrò fatto mai perché l’estate 2017 fosse per me indimenticabile?

Ho finito di scrivere il mio nuovo romanzo che uscirà nel 2018. Niente di trascendentale direte voi, e poi scrivere sotto il solleone anziché andare in qualche paese esotico o nella spiaggetta vicino casa per immergersi nel mare azzurro e cristallino non deve essere stato edificante. Invece per me è stato bello, rigenerante ed appagante occuparmi dei pensieri, quelli liberi ed incontaminati, per finire una storia cominciata qualche anno fa e di cui non mi decidevo a premere nemmeno un tasto del mio computer.

Per chi non ha la passione dello scrivere è difficile comprenderlo. Gli scrittori sono una specie oscura e impenetrabile, sempre con la testa tra le nuvole che quasi la realtà è come un tappeto volante pronto a sospingerli verso mondi nuovi e inesplorati. Gli scrittori hanno il dono (o il vezzo) di vivere cento vite ed è difficile stare al loro passo se non si è sulla stessa lunghezza d’onda.

Nelle mie giornate agostane sono entrato in catarsi. Ho ripreso il romanzo su cui stavo lavorando da due anni e l’ho finito in pochi giorni spinto da un’ispirazione galoppante che mi ha regalato emozioni, pathos e finanche commozione per come si è sviluppato tutto l’intreccio narrativo. Sono ingredienti che solo la forza della scrittura è in grado di regalare.

A lavoro finito sono andato alla ricerca di qualche buon editore disposto a pubblicare l’opera. Con mia sorpresa non ci ho messo molto a trovarlo e agli inizi di novembre ho firmato il contratto di edizione grazie al quale il romanzo sarà in uscita nel 2018.

Per ora non anticipo niente sul titolo e sulla sinossi, lo farò quando apporrò sulla bozza definitiva il c.d. “Visto, si stampi”.  Dico solo che non mancheranno i colpi di scena, come già accaduto per “La prossima vita”, o in tanti altri racconti che avete potuto leggere su questo blog.

Ma soprattutto spero che possa emozionarvi, regalarvi ore di distensione e di riflessione.

Sarebbe per me la più bella soddisfazione.

Porci con le ali

Le inquietudini giovanili si manifestano in misura costante e ciclica in tutte le generazioni. La differenza sta nel modo con cui esse esplodono in un dato contesto storico. E’ quello che accade, ad esempio, nel romanzo “Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti ” scritto da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera nel 1976 da cui venne tratto un anno più tardi un film che, tuttavia, non ebbe lo stesso successo.

La storia di Rocco e Antonia raccontata attraverso un diario in cui ciascuno dei protagonisti cerca di dare corpo e sostanza alla loro (effimera) relazione sentimentale, rivela in realtà la frustrazione, tutta giovanile, di trovarsi in bilico in una fase della vita a cavallo tra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta.

Allora è il sesso che diventa lo strumento (fuorviante) per rimediare ad una condizione esistenziale precaria elevandosi in una sorta di emancipazione apparente che, assieme al linguaggio schietto e postribolare dei due giovani, procura l’illusione di potersi distinguere da un contesto sociale conformista e conservatore.

L’autoerotismo, l’approccio spavaldo verso l’altro (o l’altra) rappresentano la (sola) modalità di contatto con se stessi e il mondo esteriore quasi che la contestazione e la ribellione verso comportamenti stereotipati e convenzionali della società post-sessantottina avessero bisogno, per la loro idealità e ideologicità, di ricevere conferma attraverso una massiccia dose di sesso esplicito e disinibito. Così Rocco (come Antonia) rifiuta qualsiasi etichetta del bravo ragazzo e rifugge da certe manifestazioni sentimentali che giudica borghesi e anti-sinistra come la gelosia o l’innamoramento del tipo “due cuori e una capanna”.

Ad una festa che si trasforma in una piccola orgia, Antonia si lascia sedurre da un professore universitario ma pentitasi, cerca di rimediare con un flirt poco appagante con l’amica Lisa. Rocco ha invece un rapporto omosessuale con il compagno Roberto e tenta di fare lo stesso con Lisa per dimenticare (senza successo) la sua ex fidanzata. Alla fine di questo viaggio travagliato e turbolento, Rocco e Antonia promettono di rivedersi, diversi e rigenerati.

UN PASSO DEL ROMANZO: Il silenzio me lo ricordo come una cosa proprio angosciosa, e anche il mio corpo che incomincia a tendersi. Non proprio un arco, ma certo una corda tesa: ha incominciato a sfuggirmi qualche sospiro. Allora Lisa mi ha abbracciata ed è venuta sopra di me, e si strofinava come un grosso gatto col corpo uguale al mio. Non riesco adesso a ricordare se stavo bene o stavo male, perché queste sensazioni sono impossibili da isolare, da ricordare, da riportare alla mente. Io nei ricordi riesco a salvare solamente la sensazione dominante e quella era come quando si sta per piangere, un misto di tenerezza, paura e rilassamento, quando si piange senza essere molto tristi. Il brutto è venuto quando lei si è staccata da me e mi è rotolata al fianco. Sdraiate nude spalla a spalla e senza il coraggio di guardarci in faccia. Con la vagina pulsante e un odore addosso che era come il mio odore al quadrato.

GLI AUTORI: Marco Lombardo Radice è stato uno scrittore e psichiatra, morto prematuramente nel 1989 all’età di quarant’anni. Porci con le ali è la sua opera più famosa prima di intraprendere la carriera di medico.
Nata a Torino nel 1951, Lidia Ravera è una scrittrice e giornalista molto nota. Copiosa la sua produzione letteraria della quale si ricordano “Ammazzare il tempo” (1979), “Maledetta gioventù” (1999)  e l’ultimo “Terzo tempo” (2017).

GIUDIZIO: Scabroso, anticonformista, “Pasoliniano”, il romanzo colpisce per la sua schiettezza e capacità di fotografare il disagio giovanile nell’era post-sessantottina mettendo a nudo le ipocrisie di un sistema politico-sociale che da lì a poco sarebbe andato alla deriva. Ma non deve scandalizzare il linguaggio scurrile che si rinviene in molte parti dell’opera, quanto piuttosto il finto perbenismo che aleggiò nella critica dell’epoca. Nonostante siano passati oltre quarant’anni dalla sua uscita, il romanzo è ancora oggi godibile e attuale.