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L’IDIOTA


La bontà non paga (quasi) mai. Spesso scambiata per ingenuità, antitesi della furbizia, della capacità di imporsi su tutto e su tutti, finanche per l’idiozia come il celebre romanzo di Dostoevskij diffuso tra il 1868 e il 1869. Oltre un secolo fa ma terribilmente attuale, l’opera del celebre autore russo sarebbe oggi una fiction di successo che farebbe un baffo alle più seguite del momento. 

Il romanzo, di matrice psicologica e per certi versi fiabesco ma con una morale capovolta (i buoni sono condannati all’inferno), ruota intorno alle vicende del protagonista, il giovane principe Myskin, che dopo essere stato in Svizzera per curarsi da una grave malattia nervosa, ritorna a Pietroburgo. Qui intreccia una tormentata relazione con la bella Natasja Filippovna, contesa dall’amico Rogozin, follemente innamorato della donna, e dal segretario Ganja le cui mire sono tutt’altro che disinteressate dopo aver appreso di un ingente lascito che la Filoppovna ha ricevuto da un benefattore. 

Myskin si offre di sposare Natasja per salvarla da questa sorta di corteggiamento trilaterale che la pone come merce di scambio, ma la donna non si sente all’altezza del nobile decaduto e decide di unirsi all’irruente Rogozin. Quest’ultimo tuttavia non accetta che Natasja provi dei sentimenti per Myskin e preso dalla gelosia la ucciderà condannando l’amico ad una follia senza appello. 

L’inadeguatezza sembra essere il filo conduttore del romanzo, più che la bontà del protagonista che pure il grande scrittore ritiene centrale per dimostrare quanto essa sia effimera, ideale e non cristallizzata nella realtà. 

Ciascuno dei personaggi si sente inadeguato quando si rapporta all’altro: Natasja verso il bel principe in termini di inferiorità sociale, Rogozin verso l’amico per incapacità di competere con la sua superiorità morale, e lo stesso Myskin che sente il fallimento dei propri principi nei confronti dell’uno e dell’altro che lo farà alfine sprofondare nel dolore più acuto ed irreparabile. 

“… il dolore essenziale, quello più forte, forse, non è quello delle ferite, è il sapere con certezza che fra un’ora, poi fra dieci minuti, poi fra mezzo minuto, poi adesso, ecco, proprio ora, l’anima vola via dal corpo, e tu come persona non esisterai più, e questo ormai con certezza. 
La cosa più importante, ecco, è questa certezza.” 

Romanzo di rara architettura psicologica, L’Idiota si colloca a pieno a titolo tra i migliori della letteratura mondiale, risultando ancora oggi uno dei più pregevoli nel suo genere e uno dei più terribili sotto il profilo della contrapposizione tra ciò che assurge a valore ideale e ciò che nella realtà rappresenta esattamente il suo contrario. 

L’IDIOTA- Fedor Mihailovic Dostoevskij

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