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Corpi stanchi nella notte
in un albergo di città
tra mille spiegazioni
bugiardi e silenziosi
Le mani che impazzivano
toccavano l'inutile
si rideva ed era facile
in quelle ore avide
capire tutto e andare via
o continuar nella pazzia
di notti soffocate
di stelle mai contate
E si restava ancora insieme
malgrado tutti quei problemi
quella paura di conoscersi
e di ritrovarsi
Le poesie messe da parte
i giorni brevi le notti matte
e dentro l'anima la voglia
di essere liberi
E quanti sogni in strada
o bruciati in una casa
per troppa ingenuità
Non si pensava a niente
o solo all'infinito
ma tutto era proibito
E tutto era così
lontano e inutile …
(Tratto da “Le parole del mio tempo”)
(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")
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