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Questo libro, ben scritto dall'esordiente Vincenzo Marino,
racconta in chiave moderna e originale quattro storie diverse tra loro, ma
tutte accomunate da quella sottile ironia e capacità di adattamento che da
sempre contraddistingue il popolo partenopeo.
Sullo sfondo di una Napoli attanagliata dai problemi della
criminalità, singola od organizzata, e dal disagio giovanile imperanti in un
tessuto sociale storicamente stratificato, l’autore riesce, con prosa scorrevole
ed efficace, a raccontare le vicende di quattro personaggi ben descritti e
“caratterizzati” con l’oculatezza e la saggezza del più incisivo degli
osservatori.
LA TRAMA: Nel primo episodio, “La particella di Dio”, un tredicenne
racconta da una dimensione ultraterrena la sua breve esperienza di vita con lo
sguardo rivolto ad un mondo in continua trasformazione che gli fa comprendere,
come un Dèjà vu, il senso logico ed ineluttabile del suo percorso.
Nel secondo episodio, “Un
patito dei programmi televisivi” è la volta di un pensionato, attento
conoscitore della televisione, che regalerà a suo nipote un’eredità preziosa per
la sua carriera professionale.
Nel terzo, “Ragazzi difficili”, il
mondo delle arti marziali è descritto non solo come sfogo giovanile e di
evasione alla vita anonima di provincia, ma anche come polo attrattivo della
criminalità organizzata in cui la perdizione e la sopraffazione sembrano
sferrare un duro colpo alla voglia di emergere e di distinguersi dal “branco”.
Nell'ultimo episodio, “ Storia
di un matematico”, la soluzione geniale di una tesi matematica è
raccontata dal protagonista come la “chiave di volta” della sua emblematica esistenza.
L’AUTORE: Vincenzo Marino, napoletano, è laureato in Economia e
Commercio ed è musicista e compositore, oltre che divoratore di libri.
“Racconti napoletani” è la
sua prima "fatica". Per le sue ottime doti
di scrittore non posso che augurargli di proseguire su questa strada.
UNA CHICCA DEL LIBRO: “Ma chi
moriva veramente, e nessuno di noi se ne accorgeva, era mia madre. Dolce fiore
di smeraldo come il colore dei suoi occhi, appassiva giorno dopo giorno. Solo che noi non ce ne accorgevamo, io
troppo impegnato a vivere la mia adolescenza, mio padre troppo umiliato dalla
sua vergogna.”
GIUDIZIO: Per essere agli esordi Vincenzo Marino dimostra un'ottima
preparazione culturale e capacità narrativa. Le storie sono ben raccontate e
coinvolgono il lettore nella riflessione e nel confronto con esperienze di vita
molto forti e reali. La tecnica espositiva ricorda, per alcuni tratti, quella
delle fiabe dei Fratelli Grimm in cui l’intreccio e la morale che ne scaturisce
rappresentano il giusto connubio per
fare di Racconti napoletani un libro da leggere fino all'ultima pagina.
DOVE SCOPRIRE "RACCONTI NAPOLETANI":
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