ULTIMO POST
- Ottieni link
- X
- Altre app
L'opera di Omero, una delle più belle della letteratura mondiale, è rivisitata con un linguaggio moderno dal filosofo-scrittore Luciano
De Crescenzo nel libro “Nessuno.
L’Odissea raccontata ai lettori d'oggi”, uscito nel 1997 ed edito dalla Mondadori.
Tante volte l’abbiamo studiata
sui banchi della scuola e non sempre con quell’interesse e partecipazione
emotiva con cui lo scrittore partenopeo è riuscito a calamitare l’attenzione
dei lettori, ed in particolare di quelli meno avvezzi o predisposti ad eseguire le (complicate) versioni assegnate
dai professori.
Oggi la programmazione didattica
è notevolmente cambiata: opere come la “Divina
Commedia” o “L’Odissea” in
commento sembrano piuttosto dei retaggi culturali, che fungono da contorno ai
nuovi obiettivi primari dell’insegnamento scolastico sempre più proiettati alla
sintesi anziché all’analisi e all’esegesi dei testi letterari.
Del poema di Omero, uno dei più
tradotti al mondo, De Crescenzo offre una versione libera e personale che ha il
grande merito di rendere semplice e comprensibile una storia ai più poco
intellegibile se limitata alla sola rappresentazione classica. Nell'introduzione l’autore paragona l’Odissea ad una sorta di soap-opera che gli
antichi prediligevano ascoltare nei dopo cena “da un cantautore, possibilmente cieco, che in cambio del cibo o di
qualche regalino raccontava storie a puntate, brulicanti di guerrieri valorosi
come Rambo, di dee e donne innamorate, di incantesimi, di truci delitti, di
viaggi per terra e per mare.”
L’opera, infatti, era in origine
tramandata solo oralmente attraverso aedi e rapsodi, ovvero abili
cantastorie che avevano cura di diffondere storie di cui la gente si
appassionava proprio come oggi accade davanti ad un bel film offerto dal cinema
o dalla televisione.
LA TRAMA: Ulisse
(l’Odisseo che in greco significa “colui
che odia”) dopo la guerra di Troia approda sull’isola di Ogigia dove viene accolto da Calypso, la ninfa che s’innamora di lui
e che lo costringe a restare nella sua terra per sette lunghi anni.
Per volere della dea Atena che desidera il ritorno di Ulisse
nella sua patria, Itaca, Calypso è
costretta dal messaggero Ermes a
separarsi dal suo amato procurandogli una zattera che lo porterà, dopo aver
sfidato le ire del dio del mare Poseidone,
sull’isola di Scheria. Qui viene
accolto dalla principessa Nausicaa
che lo condurrà alla corte di suo padre, Alcinoo,
re dei Feaci.
Sollecitato dalla regina Areta, moglie di Alcinoo, Ulisse racconta
le sue traversie: dall’approdo sulla terra dei mangiatori di loto (il fiore dell’oblio che fa dimenticare ogni
cosa), all’incontro con Polifemo, il
ciclope con un occhio solo divoratore degli uomini di cui Ulisse riesce a
liberarsi fingendo di chiamarsi “Nessuno”.
Dall’incontro con Circe, maga
dell’isola Eea che trasforma i suoi
compagni in maiali ma che s’innamorerà, come Calypso, perdutamente dell’eroe,
alla discesa nell’Ade, il regno dei
morti, dove Ulisse incontrerà sua madre che gli farà un resoconto di ciò che
sta accadendo ad Itaca: la moglie Penelope, sola e disperata, è assediata dai
Proci che intendono assumere il comando dell’isola.
Il racconto prosegue con
l’incontro con le Sirene, creature
marine dal canto ammaliatore, e con il passaggio indenne nelle strette gole
governate dal mostro Scilla e dal gorgo
Cariddi.
Approdati sull’isola di Tinacria (l’attuale Sicilia) Ulisse e i
suoi compagni affrontano l’ultima prova sacrificale prima di raggiungere la loro patria: quella
di non nutrirsi delle vacche sacre del Dio Sole. Ma la disubbidienza dei
compagni sarà fatale per il naufragio della nave dove il solo Ulisse riuscirà a
salvarsi e a raggiungere l’isola di Ogigia.
Alcinoo e Areta, commossi dal
racconto di Ulisse, forniranno all’eroe una nave che lo accompagnerà finalmente
sull’isola di Itaca. Qui, travestito da mendicante e facendosi riconoscere solo
dal pastore Eumeo e dal figlio Telemaco, Ulisse prepara la sua vendetta
contro i proci in uno sterminio degno dell’Olocausto dei tempi antichi, in cui
nessuno dei giovani pretendenti si salverà.
Ricongiuntosi con l’amata Penelope,
Ulisse non resisterà alla voglia di riprendere il mare e di vivere nuove
avventure proprio come gli aveva predetto nell’Ade l’indovino Tiresia …
L’AUTORE: Scrittore e filosofo raffinato, Luciano De Crescenzo è
nato a Napoli nel 1928. Tra le sue
opere: Così parlò Bellavista (1976), Storia della filosofia greca
- I Presocratici (1983), Storia della filosofia medievale (2002), Storia della filosofia moderna - da Niccolò
Cusano a Galileo Galilei (2003), Storia della filosofia moderna -
da Cartesio a Kant (2004), Ulisse era un fico (2010), Tutti santi me compreso
(2011), Fosse 'a Madonna (2012).
GIUDIZIO: De Crescenzo riesce a trasformare il
capolavoro di Omero in una storia popolare vestendo i panni di un menestrello
dei tempi moderni. Supportato da una grande preparazione che gli deriva dagli
studi classici, l’autore personalizza il racconto arricchendolo di spunti di
riflessione e di commenti ironici. E così la “sua” Odissea diventa un poema
alla portata di tutti affascinando e coinvolgendo il lettore in quella che si
può definire la più bella storia d’amore di tutti i tempi.
Commenti
Posta un commento
Posta il tuo commento. Sarò lieto di conoscere la tua opinione.