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Il talent show di RAI 2, “The voice of Italy”, chiude i battenti raccogliendo un successo
forse insperato alla vigilia, ma senza dubbio meritato grazie alla
straordinaria bravura dei suoi (veri) protagonisti: Piero Pelù, Raffaella Carrà,
Noemi e Riccardo Cocciante, ovvero, gli “allenatori”
dei cantanti in gara.
Il programma, che non ha fatto
rimpiangere il suo predecessore “X Factor”, emigrato nelle terre più
allettanti di Sky, ha ottenuto la
media di oltre tre milioni di telespettatori e si è imposto per una formula, in
parte innovativa, in cui il talento dei concorrenti viene misurato e valutato
da “alter ego” di primo livello lasciando
poco spazio all'improvvisazione e a giudizi “di pancia” o estemporanei.
Si può dire che il trionfo della
trasmissione sia stata proprio la competenza messa a costrutto dai singoli
giurati il cui curriculum professionale, di tutto rispetto, ha inciso non poco per
rendere il contenitore della seconda rete nazionale vincente e soprattutto apprezzato
dal pubblico giovanile.
Piero Pelù, arrivato tardi alla ribalta, ha dimostrato
nell'occasione di saper trainare sul piccolo schermo un nugolo nutrito di
appassionati del rock, forte dell’esperienza che lo ha visto affermarsi prima
con il gruppo rockettaro dei Litfiba e
poi come solista con brani del calibro di Io
ci sarò e Toro loco.
Probabilmente la sua voce baritonale gli è servita per calzare a pennello la
veste di giurato esperto in un programma nel quale è proprio la voce a fare da
padrona.
Raffaella Carrà è l’ultima grande show-girl rimasta in circolazione che vanta il maggior numero di
imitazioni ma che fino adesso nessuno è riuscito ad eguagliarla nello stile e
nel genere. La sua grande competenza e professionalità è a tutti nota ed è
servita a dare al talent show un tocco di classe e di eleganza.
Di Noemi, la più giovane dello staff, si conoscono le qualità canore messe
all'opera con canzoni di successo come Vuoto
a perdere, L’amore si odia e Sono solo parole, quest’ultima giunta
terza nell'edizione di Sanremo del 2012. L’esperienza di X-Factor del 2008, (quinto posto nella classifica finale), è stato
un ottimo biglietto da visita per eseguire al meglio l’incarico di leader del proprio team.
Infine, Riccardo Cocciante, ovvero il cantautore più elegante e raffinato
sulla scena musicale internazionale. “The voice” lo ha letteralmente rigenerato
offrendogli nuovi stimoli e modi di proporsi. Riccardo è l’esempio di come la
vita di un’artista possa essere “infinita”
se coniugata al talento e alla qualità. Ha appena pubblicato l’album “Sulle labbra e nel pensiero”, una
raccolta completa in 4 cd dei brani di punta della sua straordinaria carriera.
E’ proprio dalla scuderia di
Riccardo che è uscita vincitrice Elhaida Dani, cantante dalla voce melodica
e “super dotata” che sul filo di lana riesce a spuntarla sul giovane rockettaro
Timothy Cavicchini del team di Pelù,
aggiudicandosi questa prima edizione italiana del programma.
Le altre finaliste, Veronica De Simone, del team Carrà, e Silvia Capasso (forse la voce più
bella) della squadra di Noemi si guadagnano rispettivamente un terzo e un quarto
posto comunque dignitosi.
Alla fine c'è gloria per tutti: per gli organizzatori, i concorrenti, i capi-squadra e persino per il conduttore Fabio Troiano, rimasto (forse di proposito) nell'ombra per dare linfa e luce alle stelle di ieri e di domani.
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