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IL DOLORE

TI PORTO AL MARE

Ti porto al mare”. Guardai la piccola Giada che di rimando prese a fissarmi con gli occhi lucidi e tranquilli. Era la sua maniera di sorridermi e di approvare questa proposta senza aggiungere altro, perché nulla avrebbe potuto dire con la sua vocina sottile e delicata, ridotta, da un anno a questa parte, a poco più di un lamento.

Proprio un anno fa, io e mia moglie Vera scoprimmo che la nostra unica figliola era stata colpita dalla sindrome di Phelan Mcdermid, malattia genetica che provoca l’arresto dello sviluppo motorio e intellettivo.

Com'è possibile? Giada ha solo tre anni. Come faremo? Ci sarà una cura?” Domande che rivolgemmo al nostro medico senza ricevere alcuna risposta che ci rassicurasse.
Ci cascò il mondo addosso in un secondo. E da lì iniziò il nostro calvario …

Giada ama molto il mare. Fin dai primi mesi di vita se ne stava accoccolata tra le mie braccia a guardare le onde infrangersi sugli scogli. Ogni tanto batteva i piedini sulle mie gambe come se avesse voluto partecipare con tutte le proprie forze a quel movimento rituale e naturale delle acque. Quasi sembrava rapita dalle atmosfere di quel paesaggio marino tumultuoso e coinvolgente. Sentivo che era felice ed io lo ero insieme a lei.

Anche quest’anno la TV ha mandato in onda Telethon, la lunga maratona dedicata alla raccolta fondi per la lotta contro le malattie genetiche. I vari conduttori si sono succeduti tra un programma e l’altro in una sorta di staffetta della solidarietà, come nelle migliori competizioni olimpioniche in cui l’unico traguardo che conta è ... vincere per gli altri.

Si sono udite storie tristi e toccanti, ma tutte accomunate dalla dignità del dolore e dalla speranza che la ricerca scientifica possa definitivamente sconfiggere queste terribili patologie.

La dignità del dolore! Come è accaduto per la mia storia...

Oggi Giada ha fatto progressi enormi; usa le manine e comunica con lo sguardo, che è l’unico modo per farsi capire e per trasmetterci le sue emozioni.

Sono con lei sulla spiaggia. Non batte più i piedini sulle mie gambe, ma so che è serena come lo sono io. Perché guardando il mare si scoprono sempre nuovi orizzonti, nuovi modi di amare.
Oltre ogni cosa e umano divenire …

TI PORTO AL MARE

Racconto breve di Vittoriano Borrelli
(Liberamente tratto dalle storie di Telethon)


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