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Questa recensione l’avevo programmata per la fine di
luglio. La triste notizia della scomparsa dello scrittore mi ha fatto
anticipare i tempi. Questo post lo dedico alla sua memoria. Un altro talentuoso
artista che ci lascia …
Il
romanzo d’esordio di Giorgio Faletti ha subito conquistato gli
appassionati del thriller ottenendo in poco tempo un successo dalle
proporzioni forse inaspettate (oltre quattro milioni di copie vendute) ma
sicuramente meritato per la verve e l’acume narrativo già sapientemente mostrati.
L’ex
“Signor Tenente”, brano con il quale ottenne nel Sanremo’94 un
clamoroso successo sbaragliando i più collaudati big della canzone, dopo aver
smesso i panni del comico e del cantautore, ha intrapreso agli inizi del nuovo
millennio la carriera dello scrittore inanellando una serie di gialli (ben sei)
nell'arco di un decennio.
Ma “Io
uccido”, uscito nel 2002, è sicuramente il suo romanzo migliore. Trama
ricca di colpi di scena nella quale il colpevole non è il solito … maggiordomo,
bene “ordita” da Faletti soprattutto sotto la componente psicologica dei protagonisti.
Il
tema del serial killer, purtroppo molto attuale e presente nelle pagine
di cronaca nera, àvoca in sé la devianza sociale del
disadattamento, tipico sbocco naturale dei soprusi e delle violenze subite,
soprattutto, in ambito familiare. Un corto circuito che scatta nella mente di
chi da vittima si trasforma in carnefice, complice una società assente o
impreparata a captarne i segnali d’allarme.
Ci
sono tanti “Io uccido” che si aggirano intorno a noi e che si
manifestano nelle forme più svariate: con le parole (che a volte fanno
più male dei …colpi di fucile), con le prepotenze infime e subdole,
ovvero mascherate da apparenti benevolenze e, infine, con la violenza
fisica e psicologica. Modi ed espressioni che hanno come comune denominatore l’incapacità
di costruire e di costruirsi in un mondo
dalle facili inclinazioni distruttive.
E’
questo il messaggio che Faletti ha voluto dare raccontando una storia dal
titolo inquietante ma molto vicina alle “ordinarie” follie dei
nostri giorni …
LA
TRAMA: Un misterioso serial killer sta seminando panico e scompiglio nel Principato
di Monaco. Il pluriomicida usa una tecnica molto particolare: preannuncia
l’uccisione delle sue vittime facendo ascoltare, nel corso di un programma
radiofonico curato dal dee-jay Jean-Loup Verdier, un brano musicale che
sarà la chiave di volta per la soluzione del giallo. La ferocia con la quale vengono
commessi gli omicidi nasconde un
terribile segreto che ha le sue radici nell'infanzia turbolenta dell’assassino
…
UN
PASSO DEL LIBRO: “Anche in questo siamo uguali. L’unica cosa che ci fa
differenti e che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità
di sentirti stanco. Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua
malattia. Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa
mai.”
“E
allora tu cosa fai di notte, per curare il tuo male?”
“Io
uccido …”
L’AUTORE:
Giorgio Faletti è nato ad Asti nel 1950. La sua carriera di scrittore, sia
pure tarda, è contrassegnata da tanti best seller come “Niente
di vero tranne gli occhi (2004), “Fuori da un evidente destino”
(2006), “Pochi inutili nascondigli” (2008), “Io sono Dio” (2009),
“Appunti di un venditore di donne” (2010), e “Tre atti e due tempi”
(2011). Muore all'ospedale Molinette di Torino il 4 luglio 2014 all'età
di 63 anni.
GIUDIZIO:
Giallo accattivante, ben scritto dall'autore che ha il dono di curare ogni
aspetto dell’opera: dai personaggi, magistralmente tratteggiati, al tessuto narrativo
che fila liscio fino all'esito finale che non delude le aspettative del
lettore. La poliedricità dell’artista Faletti costituisce la rara eccezione che
si può essere primi in tutte le varie espressioni creative solo se si ha vero
talento …
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