LE PAROLE DEL VOSTRO TEMPO

Silenzio, parla il lettore! Dopo aver scritto tanti articoli ho pensato di dare la parola ad alcuni amici visitatori che con molta benevolenza hanno voluto lasciare un commento dalle pagine delle varie community di Google.

Per ragioni di spazio non mi è stato possibile rendere omaggio a tutti ma ho dovuto, giocoforza, selezionare i commenti ricevuti escludendo, per non peccare di autoreferenza, quelli plurimi riferiti allo stesso post. Il mio ringraziamento è comunque totale e totalizzante come un grande abbraccio che spero possa toccare, sia pure solo idealmente, i vostri cuori.

Ecco dunque le parole del vostro tempo

Bello il tuo racconto. Mi hai fatto ricordare qualcosa di simile scritto da me. Dietro l'inferno della nostra vita informatizzata, si nasconde un po' d'umorismo partenopeo. La ciliegina sulla torta. Grazie per la condivisione …
Appunti di viaggio di Carlotta sul post “SONO SOLO UN NUMERO

Bellissimo :))) grazie Vittoriano, vorrei leggerne ancora.
Gianmaria Sottili sul post “QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO

La vita prima o poi ti presenta sempre il conto. Amaro. Bel racconto, Vittoriano.
 Carlotta sul post “L’APPARTAMENTO

Condivido sempre i tuoi scritti, sempre molto attuali ed equilibrati...per giunta in quest'era web e di connessione l’utenza più fragile,adolescenti...o persone 'disturbate' ne fanno non solo un uso improprio...svilendo e sminuendo uno dei sentimenti più reali e costruttivi...come l'Amore...grazie ciao Vittorio.. fla.
Kekka Butterfly sul post “GLI AMORI INFINITI

Il vento ti porta l'odore, la polvere lo spessore dello spirito dei nostri cari. Anche in Sicilia c'è una festa simile, i negozi si riempiono di statuine di zucchero con la frutta di marzapane, i taralli e i giochi che si regalavano ai bambini, facendoglieli trovare l'indomani dicendo che erano stati i nonni a portarli. Io bambina andavo felice al cimitero a trovare i nonni e li penso con affetto ancora oggi, anche se non ho potuto conoscerli, tranne una. Buona festa x la commemorazione dei tuoi cari. Buona giornata.
Antonella Mililli sul post “IL VENTO E LA POLVERE


Interessante racconto, aspetto di capire cosa abbia trasformato l'abnegazione di questa donna in indifferenza.... Vittoriano attendo le motivazioni psicologiche che giustifichino un siffatto comportamento . Dolce sera. 
Giuliana Lubello su “LA MIA DONNA NON ESISTE

Sempre bello leggerti.
 CrisAntema Settestracci sul post “NON MI RICORDO PIÙ DI TE


Quando parliamo degli “altri” li giudichiamo senza conoscerli, cioè secondo STEREOTIPI.
Gli stereotipi mentali si tramandano di generazione in generazione e diventano PREGIUDIZI, perché tendiamo ad applicarli ad una singola persona di un gruppo prima ancora di conoscerla.
Vincenzo Spera sul post “GIULIANO


 … da astigiana, da  lettrice, grazie di cuore di averne parlato.
Patricia Moll sul post “SE BASTASSE UNA PIUMA

Ho sempre pensato che sia così, il dolore mentale è pesante quanto quello fisico, non c'è differenza, le persone che soffrono del male di vivere provano lo stesso dolore e stesso desiderio di mettere fine a quel male di un malato terminale...articolo molto interessante Vittoriano, ciao :)
Nadia sul post “IL MALE DI VIVERE


Concordo con te. Credo che sia però un atto per non perdere tempo anche a far andare rapporti che non vanno da nessuna parte, forse come dici, tu fin dall'inizio. Bisogna farsi sorprendere da un Amore e cercare una persona, che ricambi in un certo modo, fin dall'inizio. Non correre all'inizio, ma allo stesso tempo terminare prima possibile se ci si rende conto che non si possono cambiare le cose. 
Blogghidee sul post “TI ODIO IN TUTTE LE LINGUE


Condivido tutto quello che hai scritto. Aggiungo solo che, a mio parere, da quando il critico di professione è diventato cosa rara e gli scrittori si sono trasformati nei nuovi recensori, si è creato un cortocircuito che, in più, non è esente  da interessi personali, interessi di appartenenza e interessi economici. Bel post.
La prospettiva-della-rana sul post “GLI SCRITTORI CHE NON PIACCIONO


Stiamo arrivando al Caos. L'essere umano è sempre più ingestibile e non è in grado di autogestirsi. Si sta confermando la teoria secondo la quale l'essere umano è destinato all'autodistruzione.
Donatella Nobile sul post “LA VITA CHE SFUGGE

Complimenti, un bel racconto che può essere uno stralcio di una brutta realtà.:)
 Graziano Mullanu sul post “IO PARLO DA SOLO


Perché scrivere sottende pensare, avere il tempo di raccontare e parlare anche dei sentimenti più reconditi. 
Monica Addis Scaini sul post “APRITI BLOG

Condivido il tuo pensiero e mi sono spesso soffermata a pensare cosa può servire questa giostra senza fine. Molti pensano sia un perditempo ..altri non hanno tempo ma ne trovano giusto un po’ più per passatempo. Le persone impegnate non hanno tempo per micini, caffè virtuali, paesaggi surreali, quelle con un po’ di tempo amano dialogare, scambiarsi opinioni e aprire discussioni come tu gentilmente proponi.
Mirella FilippiFru sul post “LE PAROLE INVISIBILI

UN GIORNO COME UN ALTRO

Cosa c'è in questo giorno uguale a te
che muore all'orizzonte
e al buio si confonde
Alberi che sfiorano le nuvole
e un vecchio contadino
che parla con un bambino
E più in là sentieri che si perdono
laddove c'è l'asfalto
e il cuore tuo distratto

Ma è un giorno come un altro
la vita che si offre a te
in tutto il suo ritratto
e sullo sfondo ancora lei

Volersi ancora bene
e non restare insieme
se è stato un grande amore o no
adesso è già dolore un po’
Ma è un giorno come un altro

Penso a te che ti addormenti insieme a me
la testa sul cuscino
ed io che mi rigiro
Attimi che sono come battiti
che vanno a cento all'ora
sull'autostrada vuota
Svegliati che il tempo può riprenderti
E' come per incanto
finisce questo pianto

Ma è un giorno come un altro
l'amore che finisce qui
e tu che sei già un altro
malgrado ci sia ancora lei

Volersi ancora bene
a volte non conviene
se è stato un grande amore o no
adesso è già dolore un po’
Ma è un giorno come un altro


TRATTO DA “LE PAROLE DEL MIO TEMPO

NESSUNA EMOZIONE

Chissà se parli ancora agli animali, se ti commuovi davanti a un film”, cantava Fabio Concato nella sua “Ti ricordo ancora”. La musica, specie quella passata, è sempre stata prodiga di emozioni che hanno scaldato i cuori di tanti ascoltatori divenendo, in qualche caso, persino un fatto di costume.

Ma la musica, come qualsiasi espressione dell’arte, è sempre figlia del suo tempo. Può essere più o meno florida, più o meno portatrice della spinta valoriale di un’epoca. E si sa che le cose migliori nascono quando c’è voglia di riscatto e di rivoluzione culturale, dopo che si è vissuti nel torpore dell’appiattimento sociale o nel letargo delle idee.

E’accaduto, ad esempio, nel Rinascimento, forse il periodo storico più fulgido e rappresentativo della genialità creativa o, in epoca più recente, nel periodo post-sessantottino della contestazione giovanile.

Oggi si guarda a questo passato con riverenza e nostalgia ma non al punto da costituire una molla emulativa per far risvegliare coscienze immerse nell’atarassia conservativa della rassegnazione. Retrogradi nel pensiero come nel Medioevo o nell’Oscurantismo del Settecento, viviamo nella perenne attesa che qualcosa possa cambiare ma peccando nell'agire perché nulla sembra farci smuovere dalle aspettative deluse.

Renato Zero, nella sua “I miei miti” ha saputo descrivere bene il livello delle emozioni, decisamente scadente, a cui siamo giunti:

I miei miti sono andati via
come un vento come un’amnesia

E ancora:

Svegliami se c’è musica
che quest’anima ha voglia di emozioni
Svegliami e conquistami
con un brivido intenso sulla schiena
Svegliami dalle vanità che nascono già stanche

Oggi chi si commuove ancora davanti a un film?
Chi parla ancora agli animali?
Chi ha voglia di ascoltarsi e di ascoltare?
Chi s’innamora di un sorriso, di un gesto semplice che sa di carezza e voglia di abbracciarsi?

In questa scia di poeti maledetti mi ci accodo anch'io umilmente e all'ultima fila con i versi di una mia canzone tratta da “L’aquila non ritorna”:

Niente di nuovo perché
non vedo niente davanti a me
Niente di nuovo perché
la vita passa anche senza di te

Come dire: nessuna emozione.


VITA DA CANI

Se fossi un animale sarei di sicuro un cane, un pastore tedesco come Black, il mio migliore amico dell’adolescenza che il Cielo si è portato via troppo presto. Come i cani sono dotato di un fiuto eccezionale: riesco a percepire soltanto con l’odore la cattiveria umana in tutte le sue manifestazioni, latenti o esplicite. Ed è un odore forte, sgradevole che non promana dalla poca cura per l’igiene personale, ma va ben oltre connotandosi in “presenza”, modo di “essere” e di “comportarsi”.

Nel mondo degli uomini sarebbe intuito, ipersensibilità nel registrare con relativa immediatezza condotte o modi di agire che altrimenti richiederebbero una conoscenza più approfondita. Per gli animali ciò avviene in maniera del tutto naturale e nel giro di pochi secondi. Pensate ai cani che irrigidiscono la coda e ringhiano quando captano gli stati d’animo avversi di chi si avvicina a loro. Quelli “poliziotto”, ad esempio, vengono utilizzati proprio per la caccia ai malintenzionati o per fiutare le tracce di un delitto.

Io sono come un cane dunque. E forse in qualche vita passata lo sarò stato per davvero. Avrò avuto padroni che mi hanno amato senza chiedermi niente come avrò fatto io con loro, reciproca alleanza dei sensi e di affetto incondizionato. Oppure sarò stato un randagio senza fissa dimora ma con il dono più prezioso: la libertà di spaziare in mezzo a praterie immense o su strade di periferia a frugare tra i rifiuti brandelli di umanità dispersa.

Come un cane mi irrigidisco quando avverto nelle persone con le quali mi relaziono cattiveria, insensibilità e scarsa generosità d’animo. Mi basta guardarle negli occhi, scrutarle e sentire quell’odore di cui ho parlato prima, nauseante e disgustoso, che mi induce a chiudermi a riccio, a innalzare una barriera fra me e loro e a munirmi di tutti gli strumenti di autodifesa.

Tutto avviene in pochi minuti e qui sta la particolarità che mi è propria e mi accomuna al migliore amico dell’uomo. Con me l’apparenza non inganna e purtroppo non mi sbaglio mai. So che il prezzo da pagare è alto perché si finisce con l’essere selettivi, guardinghi e diffidenti, ma di fronte a certe peculiarità negative dell’essere umano non so “scodinzolare”, né tanto meno abbassare lo sguardo e far finta di niente.

Vita da cani per me, lontana dalle illusioni e dagli inganni, dalle carezze che sono schiaffi al cuore, dai tradimenti che sono soprattutto morali e non si consumano semplicemente tra le lenzuola di un albergo a cinque stelle o in una camera di terz’ordine.

Vita da cani che è sublime e onorevole mimetizzazione per smascherare la pochezza dei benpensanti, dei moralizzatori del pensiero, di chi si eleva a giudice puntando il dito contro gli altri e mai contro se stesso. Presi dalla paura di specchiarsi e di scoprire, in luogo di un volto angelico e ben curato, la bruttezza e la vacuità del proprio essere.

Vita da cani per me che sono già in fila all'orizzonte lasciandomi dietro tutto ciò che vorrò dimenticare.