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Non
vedo l’ora di mostrartelo. Sono certo che stavolta cederai alle mie lusinghe e
finalmente ti abbandonerai a me. Non
sentirò più il tuo sguardo rigido e cattivo che tante volte mi hai rivolto
dall'alto della tua superbia e imperturbabilità inibendo ogni mio gesto, ogni
mia reazione timida o scomposta.
Si
abbasseranno le barriere che hai voluto innalzare tra di noi e che mi hanno
impedito di sfiorarti, di accarezzarti, di esplorare il tuo corpo bellissimo e
sinuoso che ho solo intravisto tra le ampie aperture della tua camicetta scollata.
Sempre pronta a mostrarti a me con fare civettuolo e spregiudicato per poi chiuderti
a riccio non appena provavo a spingermi oltre nel corteggiamento.
“Vorresti
conquistarmi con quella faccia? Ma ti sei mai guardato allo specchio? Sei così
brutto che un rospo a confronto è un animale splendido”.
“Ma
il rospo si può sempre trasformare in un principe azzurro”.
“Davvero?
Quando accadrà io sarò diventata la Regina d’Egitto”.
“Tu
per me sei già una Regina”.
“Gualtiero Gualtiero, non scherzare. Che cosa potresti offrirmi?”
Eravamo
davanti ad una gioielleria. Dalla vetrina troneggiava un collier di diamanti e
istintivamente ho risposto: “Quello”, alludendo con la coda dell’occhio al
magnifico gioiello. Sei scoppiata a ridere. Ridevi così tanto che non ho potuto
fare altro che assecondarti ridendo a mia volta come si fa quando si ascolta una
barzelletta incomprensibile che si finge di apprezzare.
“Oltre
a non avere una bella faccia ti manca anche il portafogli a giudicare da come ti
sei conciato”. Indossavo il vestito della domenica: un completo verde bottiglia
con cravatta arancione sulla camicia a quadri gialla.
Non le
sarà piaciuto, ho pensato tra me, ma non ho desistito.
“E
invece posso permettermelo, scommettiamo?”
“Sono
pronta ad uscire con te se adesso mi compri quel gioiello.”
“Ora
non posso, ho dimenticato la carta di credito a casa.”
Altra
risata, questa volta più fragorosa.
“Ma
come? Mi vuoi conquistare e fai lo sbruffone senza avere il becco d’un quattrino?”
“Aspetta
e vedrai.”
Non
so quanto tempo è passato da quella volta. Un giorno? Un mese? Un anno? Forse
quello che è successo non è mai successo o è stato solo un sogno, come adesso
che ti vedo distesa sul mio letto senza dire una parola. Hai lo sguardo
assente, senza luce, che quasi rimpiango quello vitreo e altezzoso che mi
rivolgevi tutte le volte che mi avvicinavo a te.
Ho
il collier tra le mani ma tu non lo degni nemmeno di uno sguardo. Eppure
sapessi quanto mi è costato! Una rapina da quello stupido gioielliere che per
fortuna non ha battuto ciglio quando gli ho puntato la pistola contro. E’ stato
un gioco da ragazzi appropriarmi del gioiello e scappare via senza essere preso.
Ho pensato: “Dio mi perdonerà, in fondo ho rubato solo per amore.”
Ti
ho fatta entrare in casa promettendoti che ti avrei lasciata in pace dopo averti
consegnato una certa cosa. Avevo già pregustato la scena: ti saresti gettata
tra le mie braccia alla vista di questo splendido collier.
Non
è andata così. Quando te l'ho mostrato hai subito pensato che l’avessi rubato ed eri decisa a chiamare
la polizia. Poi la colluttazione: tu che volevi scappare ed io che t’imploravo
a rimanere. Non so come ma è partito un colpo dalla stessa arma che avevo
usato per minacciare il gioielliere. Sei caduta a terra e improvvisamente
sono cadute tutte le mie speranze, le mie illusioni. Ti ho adagiata sul letto e
mi sono guardato allo specchio.
E’
stato allora che ho visto riflettersi la bestia che c’è in me.
ANIMA BESTIALE
Racconto breve
di
Vittoriano
Borrelli
(I fatti e i
personaggi narrati sono puramente inventati)
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