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In
questi giorni che ci avvicinano al Santo Natale, tiene banco il vecchio
sondaggio sulle preferenze degli italiani in ordine alle due usanze tipiche di
questa festa. Albero o presepe? Tendenzialmente al Nord si predilige
l’albero di Natale mentre al Sud il presepe è quasi un appuntamento
irrinunciabile, una tradizione popolare molto seguita e ben radicata.
Certo,
se si vuole essere fedeli al significato religioso del Natale, il presepe è
quello che esprime meglio la natività del Signore in quanto ci fa ricordare, in
tutte le sue rappresentazioni possibili, un evento che ha segnato la Storia
dell’umanità. Il presepe inoltre ha in sé il dono della fantasia, aguzza
l’ingegno di ciascuno di noi nel ricreare le antiche atmosfere della notte di
Betlemme, una sorta di serbatoio che si riempie di una gioia atavica ma sempre
nuova e attuale.
La
costruzione di un presepe è forse il momento più bello, ancor più del suo
compimento. Ci s’improvvisa progettisti con tanto di cartongesso, scatole riciclate
e quant'altro per realizzare la struttura che meglio si adatti agli spazi della
nostra casa. E poi di corsa per le bancarelle a comprare tutto l’occorrente:
pastori, pecorelle, muschio e casette innevate, senza dimenticare i personaggi
tipici come i Re Magi, il macellaio, il fabbro, la lavandaia, l’uomo ubriaco o
complementi come il pozzetto, il ruscello, il ponticello e la stella
cometa sulla capanna di Gesù bambino.
Quando
si parla del presepe non si può non ricordare la meravigliosa opera teatrale di
Eduardo De Filippo: quel Natale in casa Cupiello con la
celeberrima domanda che il personaggio Luca rivolge al figlio Tommasino (detto
Nennillo) fino a strappargli in punto di morte il sospirato sì: “Te piace ‘o
presepe?”.
Non
è Natale se non si rivede almeno in questa occasione un capolavoro assoluto
della nostra letteratura.
Se
il presepe desta tante emozioni, anche l’albero di Natale non è da meno. Grande
o piccolo che sia, ben esposto davanti alle finestre delle case, l’abete
colorato di luci, festoni, palline e quant’altro, esprime l’aspetto più gioioso
della festa e, sotto il profilo prettamente cristiano, la vita e il perdono
dell’umanità che si riconcilia, dopo il peccato di Adamo ed Eva, con la nascita
del Cristo Redentore.
Bambino
ero l’addetto all’albero di Natale. Mi piaceva occuparmi di ogni piccolo
particolare, a cominciare dalle luci che trovavo fantastiche nelle svariate
forme a stella o a lampioncino. Stavo ore intere a guardare il mio albero
colorato e in cuor mio speravo che la gioia che provavo potesse essere
condivisa con tutti i miei cari. Ho tramandato questa tradizione ai miei figli
con la variante dello scambio dei doni nella notte di Natale (ai miei tempi non
si faceva), quale momento di mutua generosità e vicinanza.
Al
di là delle preferenze per l’una o l’altra usanza, penso che non si debba mai
perdere di vista il vero significato del Natale: la generosità allo stato puro
che si rinnova in ogni altro giorno dell’anno.
Albero
o presepe che sia, è Natale se si fa festa col cuore.
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