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La polvere addosso

I ricordi ingialliscono come le fotografie ma restano addosso come la polvere. Accade soprattutto quando hanno a che fare con le persone care che non ci sono più, delle quali avvertiamo ancora la presenza. C’è un cordone ombelicale che ci unisce con chi ci ha lasciati per intraprendere un altro viaggio verso una dimensione nuova e sconosciuta.

Con la commemorazione dei defunti i ricordi rinverdiscono, si fanno più nitidi e cristallini e rivivono dentro di noi come se tutto fosse appena passato. E quest’anno la celebrazione del 2 novembre, funestata da un dolore giovane e improvviso per le morti da coronavirus, sarà ancora più sentita.

I cimiteri saranno aperti ma bisognerà rispettare le norme sul distanziamento sociale evitando affollamenti e congestioni intorno alle tombe dei nostri cari. Tutto sarà più sobrio e non saranno allestite le solite bancarelle con dolci e pasticcini della tradizione, zucchero filato sulle facce di bambini giocosi e innocenti in quella che avrebbe dovuto essere nello stesso tempo una giornata commemorativa e di festa.

E invece sarà il silenzio a farla da padrona e le preghiere ai defunti saranno a loro volta rivolte a noi stessi affinché ne possiamo uscire tutti sani e salvi da questa guerra atipica contro un nemico abietto e invisibile. Forse mai come quest’anno il connubio tra il mondo dei vivi e quello dell’al di là sarà connotato da una sorta di mutuo soccorso, di stretta e reciproca vicinanza in un tempo dalle dimensioni indifferenti.

Il vento spazzerà via le foglie ingiallite dell’autunno ma sentiremo addosso la polvere dei ricordi come un profumo antico che annuseremo in tutta la sua dolcezza e soavità affinché tutto ci sia più lieve e giusto.  

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