Le stagioni del tempo sono le stagioni della vita, si riconoscono dagli odori che si sentono nell'aria regalando gioia, ansia, trepidazione o semplicemente l’ebbrezza di un paesaggio dai colori mutevoli: dalla neve che imbianca le cime dei monti e i tetti delle case, agli alberi spogli che si rinverdiscono al primo sole di primavera; dalle spiagge che si affollano di ombrelloni e di corpi abbronzati, alle foglie ingiallite nei boschi o sui marciapiedi di città che il vento spazza via in attesa di un altro Natale.
Le perturbazioni del tempo, così come le basse e le alte pressioni atmosferiche, sono le sentinelle dei nostri stati d’animo; sembrano avvertirci che dopo un dolore, un dispiacere, un momento no, c’è sempre una nuova gioia da assaporare perché niente inizia o finisce veramente. Basterebbe ascoltarle queste sentinelle, coglierle nell'attimo stesso in cui si presentano per capire che la vita va avanti spedita come un treno, con o senza gli stessi viaggiatori.
Ed è una vita che si rinnova degli antichi abiti che sanno ogni volta di nuovo ma di quel già visto che è sempre un bel vedere, proprio come le stagioni del tempo. Una congiunzione che dovrebbe essere ripristinata negli usi e nei costumi della società odierna che pare invece proiettata verso una virtualizzazione dei modi di vivere.
Spesso non vediamo quello che passa sotto i nostri occhi, preferiamo volgere lo sguardo altrove allontanandoci da ciò che ci unisce. La vita passa a ritmo delle stagioni e noi dovremmo cogliere queste trasformazioni purificandoci dalle scorie di ciò che finisce per essere pronti a ricominciare.
Basta farlo con il piglio giusto di un altro inverno, un’altra primavera, un’altra estate e un altro autunno.
E questi pensieri di ottobre che il vento sta portando via non sono altro che il preludio di un’altra bellissima stagione.
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