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UNA VITA DIVERSA

Ricordati di me

 


A ben riflettere ogni minuto che passa è già un ricordo di quello che abbiamo fatto o di ciò che siamo stati, sicché il presente o il futuro è semplicemente il passato in divenire. Il ricordo è l’unità di misura del nostro tempo che scorre più o meno lentamente a seconda della nostra capacità di ricordarci o di dimenticare in fretta il susseguirsi incessante delle nostre azioni od omissioni.

La distrazione ci proietta nel futuro senza che ce ne accorgiamo, mentre l’attenzione, la ponderazione, l’indugio allungano i tempi, e il passato è come una sorgente da cui attingiamo per centellinare goccia dopo goccia il sapore della nostra vita.

A ben guardare la felicità o l’infelicità sono stati d’animo che ci ricordiamo solo dopo averli vissuti, come un album di fotografie che sfogliamo più o meno con piacere a seconda di quanto la proiezione nel passato ci fa stare bene o ci procura inquietudine, tristezza, malinconia.

Pensiamo, e a volte ci illudiamo, di essere stati felici o viceversa quando tutto è già passato. Ad esempio, siamo soliti proferire frasi del tipo “ai miei tempi non era così”, o “beati quegli anni che non ci sono più”, quando poi retrodatando il nostro benessere ci accorgiamo che non è stato tutto rose e fiori e che il dolore, l’insoddisfazione, la delusione li abbiamo provati, eccome, anche in quei tempi che pensiamo siano stati idilliaci.

Il “ricordati di me” è il nostro biglietto da visita quando ci presentiamo agli altri senza suscitare alcuna reazione significativa laddove manchi proprio il ricordo, il conoscersi che è poi la sommatoria del nostro passato, presente e futuro. Così che le relazioni prendono corpo man mano che passano e diventano più o meno importanti a seconda della qualità del ricordo.

Ricordati di me, dunque, del tempo che ho vissuto e che ti ho offerto, o dimenticami in fretta se non ti ho dato alcun passato da ricordare, un’immagine o un’impronta da conservare nei tuoi ricordi futuri.





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