RIFIUTI SOLIDI LETTERARI

Si dice che la qualità sia più importante della quantità, tanto nelle cose quanto nelle relazioni con le persone. Si è soliti affermare, ad esempio, che nel rapporto genitore/figlio, quello che conta è la qualità dello stare insieme e non la presenza costante dell’uno verso l’altro. Parimenti si usano termini come “qualità della vita”, “amore per la natura”, “ecosistema”, per indicare il benessere interiore che si prova in un certo habitat a prescindere dai propri beni materiali.

Trasferendo, tuttavia, questi concetti nell'ambito della letteratura, il rapporto che ne scaturisce è addirittura capovolto.

Soprattutto di questi tempi la quantità, intesa come maggior numero di copie vendute, sovrasta spesso la qualità dello scritto mietendo le buone produzioni letterarie che vengono sommerse e rese irriconoscibili nel vasto (e incontrollato) panorama letterario.

Schopenhauer, ad esempio, grande filosofo e aforista tedesco dell"800, soleva apostrofare i lettori tendenzialmente propensi alla lettura di libri di bassa qualità:“Per ogni libro degno di essere letto c’è una miriade di cartastraccia”
I maligni sostengono che si tratti semplicemente di un modo per giustificare i propri insuccessi, ma nel pensiero di questo illustre filosofo c'è tanta verità.

La letteratura non è nuova nel partorire scrittori dell’ultima ora o presunti tali che sono riusciti ad imporsi con picchi di vendita straordinari a dispetto della scarsa qualità delle proprie opere.
Le cinquanta sfumature di El James con oltre cento milioni di copie vendute, è l’esempio vivente di quanto il rapporto qualità/quantità sia abbondantemente sovvertito al punto da chiedersi se in questo meccanismo perverso le strategie di marketing siano così determinanti ad offuscare ed orientare le scelte dei consumatori. Pare proprio di sì se all'orizzonte è più che imminente il pericolo di trovarsi di fronte alla quarta edizione dell’opera per la quale resta da scegliere solo … il colore.

Ma i libri “cartastraccia”, per riprendere le parole di Shopenhauer, riescono ad imporsi anche grazie alla notorietà di chi li ha scritti. Paulo Coelho con Undici minuti ha venduto oltre settanta milioni di copie in tutto il mondo. Le vicende della prostituta Sonia sulla misurazione del tempo dell’amore hanno evidentemente catturato l’interesse di molti lettori, forse preoccupati di questo dato statistico non proprio incoraggiante (per il gentil sesso).

Non a caso ho citato questi due libri che hanno come tema  l’eros in tutte le sue sfaccettature (e sfumature).

Il clamore, lo scandalo, l’argomento “scottante”, incuriosiscono molto di più di una storia, anche se ben scritta, dedita a temi che richiedono una predisposizione mentale all'analisi, alla riflessione, alla ponderazione dei significati relazionali del proprio vissuto.

Troppo complicato. Meglio rimanere in superficie e lasciarsi travolgere dall'onda degli slogan, delle immagini che abbagliano e dei rumori che stordiscono.

Miseramente sommersi da questo continuo propagarsi di ... rifiuti solidi letterari.

NOTTE ANNOIAMI


In anteprima gratuita una delle canzoni più trasgressive del mio nuovo libro “L’aquila non ritorna.

In questo testo la noia, disagio esistenziale di tutte le generazioni, è descritta come interruzione di qualsiasi rapporto con la realtà, un black-out che intorbidisce le relazioni rendendole sterili e implosive.

Quando scrissi questa canzone avevo da poco finito di leggere La noia, il capolavoro di Alberto Moravia del 1960 che divenne qualche anno dopo un film di successo con Catherine Spaak (nel ruolo di Cecilia), Horst Buchholz (nei panni del protagonista Dino) e le straordinarie Bette Davis, Lea Padovani e Isa Miranda.

Di questo romanzo ricordo un particolare passaggio nel quale il protagonista Dino spiega la sua concezione sulla noia:
La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. 
Per adoperare una metafora, la realtà, quando mi annoio, mi ha sempre fatto l'effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d'inverno: la tira sui piedi e ha freddo al petto, la tira sul petto e ha freddo ai piedi; e così non riesce mai a prender sonno veramente. Oppure, altro paragone, la mia noia rassomiglia all'interruzione frequente e misteriosa della corrente elettrica in una casa: un momento tutto è chiaro ed evidente, qui sono le poltrone, lì i divani, più in là gli armadi, le consolle, i quadri, i tendaggi, i tappeti, le finestre, le porte; un momento dopo non c'è più che buio e vuoto.”

Ebbene, gran parte di questa concezione la si riscontra nei versi di “Notte annoiami”.

La canzone, dai ritmi incalzanti e dalle sonorità sovversive della struttura melodica tradizionale (strofa/ritornello), fa parte dell’album “Mary alla stazione” del 1981.

NOTTE ANNOIAMI
(V. Borrelli)

Notte annoiami
con quella lama di coltello
oppure dammi lo spinello                                            
e saziami con le parole
che nessuno mai mi ha detto
Notte annoiami

Riponi le tue labbra sulla mia infelicità                          
o scioglimi stavolta dalla tua complicità

Notte annoiami
Se non ti va io non insisto
tanto lo stesso non esisto                                            
aspetterò il tuo sorriso
come fossi un vero amico
Notte annoiami

L’hai fatto tante volte perché adesso voli via?                
Lassù tra le montagne dove muore la mia idea

Pittore io non sono ma
ho ancora i segni dell’età
E ridi ridi ridi pure                                                        
Noi siamo ormai due ombre nude
che fanno amore senza gioco
e si disperano per poco …
Annoiami!

Di nuovo notte annoiami
con coraggio                                                                        
senza fine
per morire …

Noi perché amore siamo noi un bignè?
Dolce amaro e consumato solo da lei
Ma perché la noia ci ha trovati in quel caffè?                   
Ricordi? Faceva freddo
e mi tenevi stretto stretto

Ma che sbaglio!
Avrei voluto dare un taglio
a questa vita che è un abbaglio                                    
Oppure avrei voluto ancora
innamorarmi per un’ora
Notte annoiami

con quella fantasia che sconvolge gli occhi miei            
e mi fa dire amore sto con te per come sei

Pittore io non sono ma
ho ancora il senso dell’età
E ridi ridi ridi pure
Noi siamo ormai come creature                                      
che fanno piangere davvero
in questa notte tutta in nero
Annoiami ti prego
Notte annoiami …

(TRATTO DA "L'AQUILA NON RITORNA")

IL LIBRO CHE NON LEGGERO’


L’orrore è sotto gli occhi di tutti! La parola d’ordine è: guardare senza vedere. Dal palco qualcuno grida: "Li manderemo tutti in galera. Faremo pulizia morale. E l’Italia risorgerà da queste macerie."

Si elevano applausi a scena aperta che simulano lo scroscio della pioggia battente in un temporale di fine stagione.

Un uomo dai capelli bianchi ma dall'aspetto ancora giovanile mi guarda perplesso. Poi decide di unirsi all'applauso rendendosi indistinguibile tra quella calca ubriaca di euforia.

Mi allontano dal “branco”, salgo in macchina e sfreccio per le vie della città mentre intorno a me file di tabelloni pubblicitari tentano di adescarmi promettendomi una vita migliore.

Immagini composte, eleganti, colorite e luccicanti,  ma tutte con la stessa espressione che dopo qualche secondo … non le ricordo più.

Il cielo volge all'imbrunire e il corteo si scioglie.

Penso a …“I Promessi Sposi. L’episodio che mi viene in mente è quello della rivolta del pane in cui Renzo assiste al linciaggio del vicario di Provvisione ritenuto responsabile dell’aumento del prezzo del pane. L’eroe manzoniano rimane “abbagliato” dall'intervento del gran cancelliere Antonio Ferrer che dopo aver prelevato il povero vicario dalla sua casa, finge di assicurarlo alla giustizia per sedare gli animi della folla inferocita.

Quanti Antonio Ferrer sono passati sotto i ponti? E quanti Renzo Tramaglino hanno creduto, con fiducia mal riposta, alle promesse di chi si è eretto a paladino della giustizia?

Soliti scenari dell’ennesimo libro che non leggerò.

Perché l’orrore è sotto gli occhi di tutti. Ma la parola d’ordine è: guardare senza vedere ….

LA SAGGEZZA DELLE PAROLE

“Dice il saggio: tutto è bene quel che finisce bene”. Chi non ricorda questa massima del simpatico Ten, l’omino cinese che nel cartone Gulp! I fumetti in TV, (poi diventato Supergulp), chiudeva così le inchieste dell’agente Nick Carter?

Non si smette mai di rimpiangere programmi di qualità come questo fumetto che negli anni ‘70 teneva incollati davanti alla TV milioni di ragazzi (e non), abbinando alla sana ilarità messaggi educativi di facile presa.

Si dice che la saggezza delle parole stia proprio negli aforismi, citazioni o detti popolari capaci di esprimere in poche righe verità concise ma inconfutabili, frutto di esperienze vissute che si tramandano nel tempo e che concorrono ad illuminare le coscienze.

Sono molti i personaggi, celebri e non, che si sono prodigati in quella che io definisco l’arte della sintesi per condensare pensieri della comune esperienza in cui ciascuno di noi può facilmente identificarsi.

Oscar Wilde, ad esempio, si serviva spesso di aforismi per esprimere concetti o modi di essere ancora attuali. Nel promo della sua opera più famosa, Il ritratto di Dorian Gray, ve ne sono alcuni di rara saggezza:

Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c'è speranza. Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.”

“La vita morale dell'uomo è parte della materia dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di un mezzo imperfetto.”

In questi giorni, sfogliando una nota rivista di enigmistica, ho trovato alcuni aforismi sul tema del libro che mi hanno particolarmente colpito e, in qualche caso, fatto sorridere amaramente. Li ripropongo a tutti gli amici di questo blog sperando di fare cosa gradita.

La lettura è per lo spirito ciò che la ginnastica è per il corpo.” (Steele).

Un libro che non è degno di essere letto una seconda volta non è degno di essere letto nemmeno la prima.” (K.J. Weber).

Un giorno forse troveremo in un libro il nostro migliore amico.” (L. Settembrini).

L’incontro casuale con un libro può cambiare il destino di un uomo.” (M. Prèvost).

Il più grande difetto dei libri moderni è che ci impediscono di leggere quelli vecchi.” ( J. Joubert).

Il fare un libro è meno che niente se il libro fatto non rifà la gente.” (G. Giusti).

Per scrivere in prosa bisogna avere assolutamente qualcosa da dire; per scrivere in versi questo non è indispensabile.” (M.me Ackermann).

La maggior parte dei libri di adesso sembrano fatti in un sol giorno coi libri letti il giorno prima.” (Chamfort).

La lettura è il viaggio di chi non può prendere il treno.” (Francis de Croisset).

Una volta la letteratura era un’arte e la finanza un mestiere; oggi è tutto il rovescio.” (J. Roux.)

DIMMI COME MAI

L’esperienza del coma è narrata con garbo ed eleganza in questo intenso romanzo di Alessandra Alioto e Rosalba Repaci, autrici esordienti  ma già dotate di buona tecnica narrativa.

Ci sono tutti gli ingredienti per appassionare il lettore e indurlo a leggere fino in fondo una storia ben raccontata in cui spiccano le positive relazioni della famiglia allargata (inclusi gli amici), quasi a sottolineare che i buoni sentimenti nascono soprattutto laddove c’è la possibilità di “scegliersi” al di là della consanguineità dei legami. Perché la condivisione di un progetto comune di vita, l’amore e il rispetto per l’altro rappresentano, spesso, la leva portante di relazioni umane qualitative e durature.

Dimmi come mai”, domanda ricorrente in diversi passaggi dell’opera, più che esprimere curiosità ed interesse per le cose che succedono, è in realtà il bisogno di superare l’ineluttabilità di certi eventi, che avvengono secondo un disegno precostituito in cui, come spiega la protagonista, la propria vita non nasce mai da una libera scelta: “qualcuno o qualcosa distante da me, mi ha indicato la strada.”

Il dolore, altro tema del romanzo, è affrontato dai personaggi della storia in misura strettamente connessa al proprio vissuto e alla propria formazione caratteriale fino ad evidenziare, per ciascuno, i pregi e i difetti di fronte alle difficoltà della vita.

E’ nella reazione al dolore che si snodano personaggi negativi come Fabrizio, marito di Dalila, che di fronte al coma della moglie si mostra freddo e distante segnando ufficialmente la fine della loro (già traballante) unione, o personaggi positivi come Andrea, l’amica del cuore della protagonista, che nella sventura troverà la forza di starle vicino fino a suggellare con una solidarietà senza eguali la loro preziosa amicizia.

Anche se il finale della storia suscita sentimenti di commozione, è proprio nel dolore più acuto e disarmante che i suoi personaggi migliori riusciranno ad andare avanti con rinnovato vigore e amore.

LA TRAMA: Dalila è una donna bella e affascinante che lavora come giornalista di moda. Sposata con Fabrizio, divorziato con una figlia adolescente dal carattere difficile ed introverso, Dalila riesce ad appagare il suo desiderio di maternità mettendo al mondo due gemelli che adora. Ma l’unione con Fabrizio si rivela infelice e Dalila riallaccia una relazione con un suo ex, Pietro, appassionato di musica ed eterno sognatore. Un giorno, una caduta rovinosa dalle scale fa precipitare Dalila nello stato di coma. Inizia così il lungo calvario della protagonista, “mitigato” solo in parte dalla vicinanza della sua migliore amica, Andrea, che l’assiste con amore e dedizione.  Ma sarà proprio attraverso questa sfortunata condizione che Dalila, rimasta "cosciente", riuscirà a ripercorrere tutte le tappe fondamentali della sua vita trovando finalmente risposta ai suoi “Dimmi come mai” …

UN PASSO DEL ROMANZONell'oscurità della mia camera da letto, il momento del risveglio è sempre appeso ad un filo. L’oblio del sonno lotta con la veglia offuscandomi la mente; ora i miei impegni mi appaiono sempre meno importanti. Nel primo dormiveglia mattutino, le emozioni sincere, i desideri inespressi, risalgono in superficie in modo inatteso, senza invito. Vorrei dire basta, dare ascolto soltanto alla mia vocina interna; la realtà invece, diventa pesante come la mia testa sul cuscino ed insopportabile come il suono della sveglia. Quando sono lucida e pronta per una nuova giornata tutto ritorna alla dimensione originaria. Non mi soffermo più su chi sono, ma su come gli altri mi vogliono. Perché la luce del giorno stordisce l’anima….

LE AUTRICI: Alessandra Alioto è nata a La Spezia nel 1966,  vive a Rapallo con il marito e due figlie. Svolge la professione di Educatrice da più di 20 anni. Adora il suo lavoro. Divoratrice di libri da sempre, scrittrice compulsiva da poco; scrivere e dare vita a dei personaggi femminili che le assomigliano le ha dato modo di condividere con la sua amica, ex collega di lavoro e compagna di penna Rosalba, le paure e le difficoltà di una vita trascorsa aiutando gli altri.
Rosalba Repaci è nata a Genova nel 1969, vive a Recco con il marito e due figli, un cane e un gatto. Ha sempre condiviso con Alessandra una professione legata al sociale che le ha rese complici nel guardare gli altri con un’attenzione non comune. Le sue passioni sono la lettura, il cinema e la musica italiana. Il tarlo della scrittura, venuto in seguito, le ha cambiato la vita.
La loro email è: dimmicomemai2013@gmail.com 

Il romanzo, con prosa semplice e scorrevole, stuzzica la curiosità del lettore che fin dalle prime pagine è coinvolto nelle dinamiche della storia e dei suoi personaggi. Tanti gli spunti di riflessione su temi scottanti e di attualità, come il coma, il tradimento, l’amore filiale e le relazioni controverse e nello stesso tempo coese della famiglia allargata. Si nota la “mano” professionale delle autrici per gli aspetti introspettivi della storia. Consigliato.