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Doveva essere il festival di Conti e lo è stato in
tutti i luoghi e in tutti i laghi, tanto per usare il popolare inciso con
il quale Valerio Scanu si aggiudicò la vittoria nell'edizione del 2010 (il
brano in questione era “Per tutte le volte che”).
Come la storia sanremese ci racconta, ogni festival è
figlio del proprio conduttore ed è fatto a sua immagine e somiglianza: satirico
e politicamente “scorretto” quando a presentarlo è stato il duo Fazio-Littizzetto;
stile “Sette voci”e dello show vecchia maniera quando al timone è stato
chiamato per ben tredici edizioni Pippo Baudo, e adesso all'insegna de “I
migliori anni …” , la fortunata trasmissione della rete ammiraglia dalla
quale Conti ha tratto tutti gli spunti per organizzare il suo Sanremo 2015.
E direi che il risultato è stato più che soddisfacente. A
cominciare dagli ascolti che nella prima serata (tradizionalmente la più
seguita) sono stati in media 12 milioni e mezzo (+2 % rispetto
all'ultima edizione). Risultato che più o meno si è ripetuto nelle serate
successive con uno share medio del 47%,
ben superiore di 8 punti rispetto al gradimento registrato nell'edizione
di Fazio.
Buona la scelta del presentatore toscano di farsi
coadiuvare da due vallette ex vincitrici della kermesse: la bionda
effervescente Emma e la mora “charlottiana” Arisa . Entrambe "ruspanti" ma efficaci. Più defilata la “terza” scelta, quella Rocìo divenuta
improvvisamente celebre più per la sua love story con il sexy-symbol Bova
che per i suoi (effimeri) trascorsi artistici. In compenso la Rocìo ha
letteralmente surclassato le sue colleghe in quanto a bellezza e ad eleganza.
Condivisibile è stata anche la formula, con l’abbandono
(finalmente) della doppia canzone in gara e il ritorno all'eliminazione come in
tutte le competizioni che si rispettino. A farne le spese sono stati il duo Biggio
e Mandelli, Lara Fabian, Raf e Anna Tatangelo, un verdetto quasi giusto a parte la bellissima voce e la professionalità della Fabian.
Di ottima fattura i testi delle canzoni, meno banali e
scontati, e più proiettati sulle tematiche dell’esistenzialismo del nuovo
millennio. Su tutti “Io sono una finestra” del duo Platinette-Grazia
Di Michele avrebbe meritato almeno il premio della critica.
Ma ecco le
mie pagelle.
annalisa: Una finestra tra le stelle. Gradevole e spiccatamente “sanremese”, la canzone non
disturba l’udito dei più raffinati. Ed è già un successo. Voto 7
bianca atzei: Il
solo al mondo. Melodia
che si contraddistingue per la voce graffiante di Bianca. Ma nulla di più. Voto
6
malika ayane: Adesso
e qui (Nostalgico presente). Sale sul podio come terza classificata. Il brano è
gradevole ma nostalgico è il passato di Malika per la più intensa “Come
foglie” del Sanremo 2009. Voto 6,5
biggio e mandelli: Vita d’inferno. Alla
fine all'inferno ci sono andati davvero con la loro (giusta) eliminazione.
Infelice imitazione del duo Cochi e Renato. Voto 4.
alex britti: Un attimo importante. Non ripete i fasti di “Oggi sono io”, brano che nel
1999 decretò la sua vittoria nella sezione “Giovani”. A parte qualche
reminiscenza con il passato che fu, l’esibizione di Alex si ricorderà per le ampie
stonature (di grigio). Voto 5.
chiara: Straordinario. La voce di Chiara ha il merito di procurare a chi l'ascolta (almeno per me) un senso di
freschezza alle corde vocali. Canzone poco “straordinaria” ma molto
festivaliera. Voto 6.
dear jack: Il mondo esplode
tranne noi. Rappresentano la fedele clonazione dei Modà, con
tutti i pregi e (molti) difetti. Ma la canzone venderà. Voto 6.
grazia di michele
e platinette: Io sono una finestra. Propongono il testo più
bello tra quelli in gara. Si piazzano al 16° posto ma per chi crede all'insegnamento evangelico ... gli ultimi saranno i
primi. Voto 8.
lara fabian: Voce. Vuole darla (la voce) a chi non ce l’ha. Ma lei non ha bisogno di questi “rafforzativi”. Peccato che la melodia non è degna del suo talento. Voto 6.
lorenzo fragola: Siamo
uguali. Piacerà alle ragazzine, ma la canzone “tira” come il fumo
di una sigaretta che si spegne senza rimpianto nel portacenere. Voto 5.
irene grandi: Un
vento senza nome . Bella e
intimistica, la canzone segna il passaggio di Irene verso proposte musicali più
impegnate (e interessanti).Voto 7.
gianluca grignani: Sogni
infranti. Lo sono anche i nostri. A
sentirlo cantare sembra un reduce di guerra che mette tanta tristezza. Voto 5.
il volo: Grande
amore. Vincono il 65° festival con una
canzone all'italiana che farà il giro del mondo per la gioia di tanti emigranti
nostalgici. Testo banale ma la loro voce è sublime ed è un esempio dell'arte del cantare. Voto 6,5.
marco masini: Che
giorno è. E’ il giorno della partenza. Per Masini sarebbe il caso di
ritornare nella sua Firenze alla ricerca di più floride ispirazioni. Voto 5.
moreno: Oggi
ti parlo così. E domani? Spero che il linguaggio musicale di Moreno si
evolva abbandonando il solito tran tran della stessa canzone di sempre. Ha
avuto più successo con la cover “Una carezza in un pugno”. Voto 4.
nek: Fatti
avanti amore. Al primo ascolto l’ho additato (insieme a “Il Volo”) come
possibile vincitore del festival. E’ arrivato secondo ma venderà tanto. Voto 7,5.
nesli: Buona
fortuna amore. Il nome ricorda la marca di
un famoso cioccolato in polvere. Forse è per questo che è stato inserito tra i
“big”. Per il resto gli auguro tanta fortuna. Ne ha proprio bisogno. Voto 5.
raf: Come
una favola E invece è stato quasi un incubo. Povero Raf. Dei "suoi" anni '80
non è rimasto niente. Voto 4.
anna tatangelo: Libera … e
infelice. Come la sua canzone giustamente scartata. Voto 4.
nina zilli: Sola. Canzone
insipida. La salva solo la voce di Nina. Voto 5.
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