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Il
festival di Sanremo, si sa, è un’istituzione. Lo si può criticare in tutte le
salse ma resta pur sempre la manifestazione canora più seguita dagli italiani.
Insomma, Sanremo è Sanremo, e anche l’edizione 2017 ha fatto
centro in termini di audience, di attenzione dei mass-media e di un numero sempre
crescente di internauti.
Merito
soprattutto di Conti, che quest’anno ha voluto al suo fianco una vera e
propria star della televisione: quella Maria De Filippi che a furor di
popolo si è giustamente guadagnata il titolo della più amata degli italiani.
Sobria, professionale, subalterna e protagonista al tempo stesso, la De Filippi
ha portato competenza e duttilità nella conduzione dello show mettendo
d’accordo i giovani della schiera di Amici e un pubblico più posato e
tradizionale.
Canzonette
e temi sociali del momento come il terremoto del centro Italia, i soccorsi
eroici delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato o le
vicende di persone comuni, hanno costituito il giusto miscuglio per rendere
accattivante e variegata la più importante kermesse televisiva.
Anche
la scelta dei super-ospiti si è rivelata azzeccata: da Tiziano Ferro
che ha aperto i battenti con un’interpretazione toccante di “Mi sono
innamorato di te”, dedicata ai cinquant'anni dalla morte di Luigi Tenco,
a Zucchero, che ha emozionato tutti nella serata finale riproponendo “Miserere”,
duettato con l’indimenticabile Pavarotti.
Le canzoni
sono state di buona qualità nei testi, qualcuna anche eccellente sul piano
della melodia e dell’innovazione strumentale, anche se non mancano
profili più bassi e anonimi.
Ma
ecco, come di consueto, le mie pagelle:
francesco gabbani: Occidentali’s karma. Vince a sorpresa il festival con un brano che
fa presa in termini di ritmica e di presenza scenica colorita dalla performance di
una scimmia vispa e ballerina. Il testo è pieno di riferimenti ironici sulla
(pseudo) cultura occidentale. Voto
7,5
fiorella mannoia: Che sia benedetta. Favorita alla vigilia, si fa superare al
traguardo dal collega meno noto. Esibizione magistrale anche se il testo della
canzone rasenta un po’ l’ovvietà. Voto
7
ermal meta: Vietato morire. Ottime le qualità vocali che ha saputo dimostrare
soprattutto nella serata delle cover vincendo con il brano di Modugno “Amara
terra mia”. Arriva terzo
con una canzone orecchiabile che elenca i consigli della mamma su come superare
le difficoltà della vita. Voto 7
michele bravi: Il diario degli errori. Forse il brano più innovativo sotto il
profilo delle atmosfere e delle armonie musicali. La voce è di qualità. Voto
8.
paola turci: Fatti bella per te. Brano godibile per un ritorno alla grande dell’ex ragazza prodigio di “Bambini”, canzone che le valse il premio della
critica nel Sanremo del 1989. Voto 7,5.
sergio silvestre: Con te. Buona l’interpretazione ma la canzone non
è degna delle qualità di questo gigante buono e sorridente. Voto 6.
fabrizio moro: Portami
via. L’unica che mi ha procurato un brivido
nella schiena. Ed è tanto. Voto 9.
elodie: Tutta
colpa mia. C’è l’impronta di Emma Marrone, una delle
autrici, e si sente. Voce interessante e melodia accettabile. Voto 6,5.
bianca atzei: Ora esisti solo tu. Per gli amanti del piano bar e delle
cenette a lume di candela. Niente di più. Voto
6.
samuel: Vedrai. Canzone già sentita fra le solite che passano inosservate. Voto 6.
michele zarrillo: Mani nelle mani. Gli anni si fanno sentire, come pure la nostalgia per le hit
“Cinque giorni” e “La notte dei pensieri”. Ed è un cattivo
indizio. Voto 5.
lodovica comello: Il cielo non mi basta. Insipida. Voto 5,5.
marco masini: Spostato di un secondo. Meglio spostarsi di qualche anno all’indietro
per ricordare successi più meritevoli. Voto
6.
chiara: Nessun
posto è casa mia. Dice bene. L’uscita per andare a Sanremo
con una canzone così così non è stata una buona idea. Voto 5.
alessio bernabei: Nel mezzo di un applauso. Direi nel mezzo di un fiasco. Voto
4-.
clementino: Ragazzi fuori. Solito rap ma il refrain è accettabile. Voto 6.
albano: Di
rose e di spine. Più spine che rose per la star di Cellino
San Marco, che però si consola vincendo il premio come miglior arrangiamento. Voto
5-.
ron: L’ottava
meraviglia. Forse tra gli esclusi è il brano che ha
demeritato di meno. La missione di devolvere i proventi ai malati della Sla
è comunque lodevole. Voto 6,5.
gigi d’alessio: La prima stella. Se la prende con la giuria di qualità che
lo ha fatto fuori, a suo dire, ingiustamente. Ma il brano non brilla. Voto 5,5.
giusy ferreri: Fa talmente male. Non so se per l’eliminazione o per aver portato un brano scadente.
Diciamo per tutti e due. Voto 4-.
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