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I
tuoi occhi sono come due stelle che brillano nel più bel firmamento dell’universo.
Se stanotte ti sognerò non vorrei più risvegliarmi. Solo sfiorarti mi procura
un brivido su tutta la pelle ed è un’emozione che circola dalla testa ai piedi
fino ad arrivare al cuore. E dal cuore ricominciare…
Queste
declamazioni di un possibile corteggiamento, un tempo bene accette, oggi sono
viste dai più anacronistiche ed improbabili. In un tempo dove ogni secondo è
prezioso tutto si consuma velocemente e il consenso strappato con un cenno
d’intesa si trasforma ben presto in una crisi di rigetto all'alba del giorno
dopo. E’ come trovarsi in un fast food e sentirsi già sazi dopo appena quindici
minuti.
Perché
perdersi in parole ampollose, estenuanti pedinamenti e complicate tattiche di
approccio quando tutto si può avere con facilità e in un batter d’occhio?
L’agire precede il pensiero e a nulla valgono proclami che possono distogliere
la mente in luogo di più agevoli piaceri.
Queste
nuove e più spedite relazioni amorose presuppongono pur sempre un aspetto
fisico gradevole; per le persone poco piacenti la questione rimane difficile
poiché non basterebbero quattro parole sdolcinate (e forse nemmeno un
enciclopedia) per accedere a facili conquiste.
Il
linguaggio dei sensi e della scrittura oggi si sono notevolmente abbreviati,
basta sbirciare qualche sms che circola tra gli adolescenti per comprenderlo:
tvb
(ti voglio bene)
tat
(ti amo tanto)
mwa
(bacio)
n8
(notte)
xoxo
(baci e abbracci)
e
via dicendo.
Insomma
bisognerebbe girare con un traduttore tascabile per stare al passo coi tempi e
anche i meno giovani si stanno ormai attrezzando. Un tempo si diceva che una
telefonata allunga la vita, oggi si direbbe che un messaggio accorcia le
distanze ma i sentimenti appaiono lontani e slegati dalle parole, pur concise,
con cui si manifestano.
Oggi
si esce dall'infanzia e si diventa già madri, si smette di giocare troppo
presto, si bruciano le tappe per arrivare chissà dove perdendo per strada il
gusto e il senso dell’età.
E
dalle macchine per noi
i
complimenti del playboy
ma
non li sentiamo più
se
c’è chi non ce li fa più …
Così
cantava Fiorella Mannoia nella celebre “Quello che le donne non dicono”
del 1987. Sono passati oltre trent’anni e già allora il cambiamento si stava
radicando nelle relazioni affettive. Sarà stato l’allineamento dei ruoli ma una
parità che non riconosce le (buone) differenze genera conflitti e tensioni. Le coppie
scoppiano quasi subito e così si
moltiplicano gli avvicendamenti.
Accade
quindi che in questo scenario la Corte si ritira di buon grado ma non per
deliberare, perché il verdetto è già scritto nelle storie di oggi (e forse di
domani).
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