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GIORNO QUALUNQUE

ALLA FINE DEL GIORNO


Se la vita fosse concentrata in un solo giorno forse riusciremmo ad apprezzarla di più in ogni attimo del suo tempo. Mattino-Pomeriggio-Sera-Notte, le quattro fasi tipiche della giornata, potrebbero offrirci lo spunto per una meditazione più profonda sul significato delle cose che facciamo e che a volte distrattamente trascuriamo.

Il mattino è il momento in cui generalmente esprimiamo più vitalità e voglia di programmare ciò che ci proponiamo di fare. Si abbina alla luce del giorno, alla chiarezza, alla massima visibilità ed è paragonabile alla nostra infanzia ed adolescenza, quando tutto è ancora in costruzione e in continuo divenire.  Le speranze, i sogni e gli ideali di una vita fantastica appartengono al mattino perché sono preparatori di qualcosa che ci auguriamo possa accadere ed hanno bisogno di forza e di energia per essere sempre vivi e rigogliosi.

Il pomeriggio è invece il momento in cui combaciano la riflessione e la ripresa delle attività; si raccoglie quello che si è seminato durante il mattino ed è paragonabile alla nostra età più matura, quando l’applicazione delle nostre scelte entra nel vivo fino a divenire esperienza, manifestazione di ciò che vogliamo o desideriamo essere. Il pomeriggio è il cammino che abbiamo intrapreso, la sperimentazione di ciò che si fa vissuto, fatto, evento, una concatenazione di azioni e reazioni, di causa ed effetto che perdura fino alle prime luci del tramonto.

La sera segna la fine del giorno, il declino della luce, del chiarore, delle cose che imbruniscono fino a divenire indistinguibili nella fitta nebbia della prima oscurità. La sera accoglie la nostra vecchiaia che si veste di ricordi, di rimpianti o di una gioia antica fissa sull’immagine di una fotografia che non ha più lo stesso sapore. Passi senili che s’incamminano verso la notte, teneri, incerti, barcollanti.

E infine la notte che scende impetuosa e si posa sui nostri occhi stanchi mentre tutto intorno si fa silenzio. È il momento del raccoglimento, di una solitudine muta ed inespressa, quasi un ritorno alla nascita e al nulla prenatale. La notte è il passaggio a qualcosa di sconosciuto che genera timore ed incertezza fino a quando non si fa di nuovo giorno.

Se il ciclo della vita fosse perfettamente uguale a quello del giorno, allora non ci sarebbe alcun mistero da svelare e il momento stesso della morte non dovrebbe farci più paura. La morte sarebbe solo la fine di qualcosa che abbiamo vissuto e l’inizio di un’altra vita in una nuova dimensione.

Alla fine del giorno c’è sempre un altro giorno.

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