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UNA VITA DIVERSA

A LETTO SENZA CENA


67… 68… 69 … Non sono numeri da giocare al lotto.
72… 73… 74…  Non è la sequenza di un codice segreto.
81… 82… 83…  Non è la rievocazione degli anni ottanta.
Che cosa sarà mai?

Se siete arrivati a questo punto della lettura sarete forse delusi di scoprire che si tratta di qualcosa di molto banale: la conta delle pecore, rimedio per antonomasia che si pratica quando non si riesce a dormire.

L’insonnia, si sa, è una gran brutta bestia. Secondo il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) oltre quattro milioni di italiani ne soffrono in maniera cronica ma è un dato destinato a crescere se si sommano i periodi più o meno lunghi di insonnia transitoria.

Le cause sono molteplici: stress, stile di vita disordinato, ansia o preoccupazioni mal gestite, un concentrato di fattori singoli o concomitanti che incidono non poco sulla qualità della nostra esistenza. Ma i rimedi a volte sono peggiori del male.

A parte le pecore, si va alla ricerca dei diversivi più svariati per provare a rilassarsi: pensare a quanto di buono è stato fatto nella giornata o nel recente passato, all'ultimo programma televisivo che ci ha fatto divertire e persino a raccogliersi in preghiera per stare in pace con Dio.

Niente da fare.

Distrazioni che sono un po’ come le ciliegine, l’una attira l’altra: il rubinetto del lavandino che scorre, il frigorifero “rumorifero”, il vicino di casa che si ritira a notte fonda con la sua moto roboante. S’ingaggia una lotta senza quartiere con il cuscino sprimacciandolo o infilandoci la testa per non sentire nulla. Ma in queste situazioni di forte agitazione è proprio il silenzio il peggiore dei rumori.

Sono i pensieri gli alleati dell’insonnia. Si accavallano nella mente in maniera confusa e disordinata, una ubriacatura che è un peso sullo stomaco, che ti procura un senso di sazietà insaziabile e ti fa andare… a letto senza cena.

Eccetto i casi più gravi per i quali è bene seguire le cure di un medico specialista, i rimedi contro l’insonnia partono da molto lontano, in primis dall'educazione a volersi bene. È un esercizio difficile, complicato, ma se ben fatto è la migliore cura per affrontare la vita con più leggerezza e spensieratezza.

È un po’ come fare l’inventario di se stessi: buttare via le cose inutili e trattenere solo quelle che ci fanno stare bene. Ci vuole pazienza ma è un buon viatico per abbandonarsi finalmente tra le braccia di Morfeo ed affrontare con la giusta carica il prossimo risveglio.

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