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IL RITRATTO


Il vecchio aveva nascosto il ritratto
tra le cose che aveva lasciato
e intorno al fuoco spento della vita
provò per gioco a farsi un'autocritica

Ma quanti incontri perduti per strada
quante parole dette senza senso
e quanti appuntamenti mancati
e quanti fili d'erba calpestati

E c'era anche il senso della paura
la solitudine di poche avventure
la rabbia fragile grandi e piccole scuse
ed un segreto mai svelato a nessuno

Poi l'autocritica si fece più critica
all'orizzonte di una luna romantica
il volto di una donna bagnato
che la sua mano non aveva asciugato

La prima volta senza una parola
I primi tempi con una sporca infanzia
Amori belli sopra grattacieli
Le prime rughe sotto cento veli

Il sole stanco nella sua chiarezza
Il vento forte nella sua freschezza
Nel cuore l'odio verso i traditori
La pace l'ansia ed anni di dolore

Peccati e tanti abbracci incatenati
e poi spezzati da ipocriti abbandoni
la voglia di riuscire disperata
il caffè caldo della solita giornata

Fuori la porta gioca nel suo giardino
un bimbo che vuole sfidare il destino
coi suoi sorrisi e col suo istinto di speranza
coi suoi colori e con la sua resistenza

E per finire questa stupida canzone
il vecchio apre finalmente il cassetto
e stringe forte a sé quel ritratto
mentre nel cielo adesso il sole è già alto

(Tratto da Le parole del mio tempo”)


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