ULTIMO POST
- Ottieni link
- X
- Altre app
Non
si vive di sole parole, soprattutto di questi tempi con l’emergenza
epidemiologica ed economica che sta mietendo vittime ed allargando le maglie
del disagio sociale. Non c’è spazio per il verbo, conta sopravvivere, andare
avanti e costruirsi una vita dalle ceneri di questo tsunami invisibile.
Non
è un caso che tra le attività consentite nella c.d. fase 2, la cultura, l’arte,
la rappresentazione espressiva dell’anima giacciono in un limbo indefinito, fanalini di coda di un
corteo che lentamente avanza per ripopolare strade e luoghi di ritrovo
abituali. C’è ancora da osservare il distanziamento sociale e le altre
precauzioni che ormai abbiamo imparato a memoria. E
chissà quanto tempo ancora ci vorrà perché tutto ritorni alla normalità.
Certo,
anche le biblioteche sono state riaperte sia pure consentendo prestiti in gran
parte on line ed osservando precisi protocolli sanitari, come la quarantena dei
libri passati al tatto di mani potenzialmente infette. Il mercato virtuale
dovrebbe essere esploso a più non posso ma, come si dice, non è sempre oro tutto ciò che luccica.
Se
già prima di questa tempesta virulenta e virale si leggeva poco, figuriamoci
adesso che l’asticella del benessere sociale è precipitata verso il basso con
ben altre esigenze e priorità da affrontare.
Cosa
vogliono allora questi scrittori che vendono parole, storie immaginarie e sogni
che calati nella realtà si trasformano in incubi? Brutta razza questi scrittori
che si muovono a spintoni per cercare spazio tra la folla, diffidente e
disorientata, per dispensare emozioni. Untori di una vita parallela che nella dilagante povertà cui
stiamo assistendo è reietta e guardata con sospetto.
C’è
bisogno di evasione, ma quella del pensare o del riflettere costa fatica ed
impegno. E forse di questi tempi c’è bisogno del disimpegno spicciolo e senza
troppi fronzoli. Dopo un lockdown che sembrava non finire mai, la
tendenza è quella di catapultarsi all’aperto per prendersi in faccia tutta
l’aria di cui si ha bisogno come quando, dopo una lunga apnea, si emerge dal
fondo con la sola voglia di respirare.
Chi
sono questi scrittori, parolai di sempre o dell’ultima ora che non ci incantano
più. Per prima cosa c’è da costruire una vita partendo dalle fondamenta di case
abbattute che vanno disinfettate e rese asettiche. All'involucro ci penseremo
poi.
Agli
scrittori e ai poeti ci penseremo domani.
Commenti
Posta un commento
Posta il tuo commento. Sarò lieto di conoscere la tua opinione.