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UNA VITA DIVERSA

NON MI PIACI

Di questi tempi l’affermazione personale è sempre più condizionata dalla virtualizzazione delle relazioni, dalla corsa frenetica a conquistare quanti più “mi piace” possibili, dall'essere circondati da una schiera di “followers” che non si sa bene che faccia abbiano, se esistono davvero o se sono piuttosto il prodotto di una popolazione immaginaria, ovattata e impalpabile.

 Gli strumenti mediatici messi a disposizione sorreggono questa inclinazione ad accaparrarsi il consenso  in qualunque forma virtuale possibile, tenendosi ben lontani da un’esposizione diretta, concreta e percepibile dai potenziali sostenitori del mondo reale.

 In una società nella quale lo scollegamento tra i bisogni programmati e i bisogni percepiti è sempre più ampio e marcato, tutto viene sovvertito e risolto nella grande illusione di distribuire felicità e benessere laddove invece si prolificano focolai di emarginazione, disadattamento e impoverimento della ricchezza materiale.

 Questa grande illusione è ben palpabile ed evidente nel mondo della tecnologia informatica in cui ciascuno di noi si muove in un ruolo non definito, chiuso in una gabbia di cristalli liquidi dove tutto è fluttuante ed evanescente. Causa anche il distanziamento sociale imposto dall'emergenza epidemiologica del Covid 19, le diverse modalità di contatto virtuale sembrano enfatizzare anziché annullare l’isolamento in nome di una coesione sociale più vagheggiata che raggiungibile.

 Succede che se non si riesce a districarsi in questi meccanismi perversi, si resta fuori senz’appello. Gli ingranaggi di questo sistema elevano il potere della comunicazione mediatica al rango di strumento subdolo laddove utilizzato per distorcere le informazioni e persino i giudizi verso questa o quella persona.

 La collezione di una sfilza di “mi piace” finisce col diventare il (falso) metro di giudizio del valore e delle capacità personali che si ostentano on line.   

 Rimane fuori l’altra parte dei “non mi piace” o, se preferite, dei “non mi piaci”, la più vasta, che il mondo, questo mondo, sta dimenticando...


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