Maggio

 




Guardo questo giorno chiaro
respiro il vento di collina
Si alza il solito sipario
tutto mi sembra cartolina
Si vede sai che è già mattina

Le tue strade sconosciute
che non ho trovato mai
tu mi hai amato nel passato
con l'entusiasmo consumato

Ora sì che ci sto bene
in mezzo a tanta indifferenza
Forse sono un po’ cambiato
ma chissà se l'ho notato
Vivo ancora da sbandato

E il pensiero ormai cattura
quest’amara convinzione
di averti un po’ nascosta
dietro questa vita

E' maggio ed io sorrido già
per un'altra ora che finirà
E sto così per fatti miei
anche se poi qui ti vorrei
E' maggio e portami con te

Maggio che raccoglie il tempo
di un'antica primavera
Maggio che mi osserva e tace
non ha parole da buttare
Maggio che non è più tale

Ed io ancora mi addormento
col tramonto di una luce
che da questa grande stanza
si vede ormai in lontananza
 
E' maggio ed io già vado via
non c'è più niente che mi trattiene
E maggio poi va un po’ più in là
e aspetta chi non tornerà
E maggio poi muore così
portandosi via sulla sua scia
ciò che avrei voluto dirti


(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


E non si svegliò

 



La bellezza di un'idea non visse più
dopo qualche tempo cadde tutta giù
l'amore inconquistato la portò nel blu
senza sole e arcobaleni più non fu

Prati verdi lei non vide
soltanto bolle scure intravide

Quando l'alba si svegliò senza l'azzurro
lei morì appena con un sussurro
dopo aver varcato la soglia dell'abisso
s'identificò in Lui crocifisso

e poi canticchiò una canzone
convincendosi migliore

L'autunno mostrò i suoi colori
ma non cancellò i dissapori
L'estate e poi la primavera
non diedero a lei alcuna atmosfera

Ma fu stella per un istante
si sentì davvero importante
e poi parlò…

"Sono quel pensiero che tutti hanno inseguito
Faccio parte di quel mondo azzurro e proibito"
Lentamente una lacrima scivolò
sul suo viso e poco dopo si addormentò

E non si svegliò dal sogno
e più non parlò del tempo

Quando l’alba respirò senza l’azzurro
lei morì appena con un sussurro
dopo aver varcato le soglie dell’abisso
s’identificò in Lui crocifisso

Sulla sua tomba fu inciso
un epitaffio breve e coinciso:

“Qui giace un fiore smarrito
che con gli anni perse il sorriso”
Senza luce un uomo pregò
e sul suo respiro riposò

Il sole diventò più rosso e più freddo
scomparve lentamente
tra le nuvole rade

Prati verdi lui non vide
Ma solo bolle scure intravide
E non si svegliò dal sogno
E più non parlò del tempo

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Dammi un'idea

 



Apri la porta
se vuoi usciamo da questa noia
o poco importa
faremo finta di stare in gloria

Ruba un sorriso
e fa' che sia diverso il tuo respiro
Scrivi poesia
o vola via tanto nessuno ha capito

La luce non c'é più
davanti a me ci sei tu
E sei più sola
il tuo erotismo no non mi dà gioia

Apri la porta
e fa' che l'aria purifichi le nostre idee
E' la prima volta
che stiamo insieme senza volerci bene

Avrei bisogno di un po’ di me
che mi dia pace e sete senza te

Apri la porta
e non tornare più stavolta

Dammi un'idea solo un'idea
facciamo l'amore con vergogna e furore
oppure vai via dalla vita mia
tanto ormai é chiaro che mi sento lontano

Dammi un'idea per salvare un rapporto
Dammi un'idea se no ti odio e t’imbroglio

Cuore spaccato amore prevaricato
io di te non sono più innamorato

Apri la porta
e fa' che l'aria purifichi le nostre idee
E' la prima volta
che stiamo insieme senza volerci bene

Guarda l'alba non ci aspetta più
abbiamo sbagliato non ci vediamo più

Apri la porta
e dividiamoci un'altra volta

Dammi un'idea solo un'idea
facciamo l'amore con vergogna e furore
oppure vai via dalla vita mia
tanto ormai é chiaro che mi sento lontano

Dammi un'idea per salvare un rapporto
Dammi un'idea se no ti odio e t’imbroglio

Cuore spaccato amore prevaricato
io di te non sono più innamorato

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Fammi le carte Maria

 



Fammi le carte Maria
dimmi che strada è la mia
quanto amore darò se lo avrò
Ho poche cose da raccontare
pochi momenti da ricordare sai

Fammi un sorriso Maria
prenditi pure il mio cuore
quello che resta di me è per te
Ho poche cose da accarezzare
poche emozioni da ricordare sai

Non ti tradirò mai
seguo quello che fai
forse un giorno m’innamorerò

Lasciami sognare un pò
la vita che non ho

Fammi le carte Maria
tirale bene suvvia
che stavolta vedrai cambierà
Il mio destino è già segnato
da un grande sogno abbandonato ormai

(orchestra)

Con i tarocchi tu ci sai fare
dimmi che posso ricominciare dai

Non ti tradirò mai
seguo quello che fai
forse un giorno m’innamorerò

Lasciami sognare un pò
la vita che non ho

Tratto da “L’aquila non ritorna

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Solo essere felici

Basta poco per essere felici. Ad esempio, accontentarsi di quello che si ha senza fare troppi voli pindarici. 

L'adeguatezza del nostro essere alle possibilità quotidiane che ci offre la vita, è forse il modo più semplice per sentirci beati e appagati.

Spesso ci lasciamo prendere dalle nostre distrazioni, dalla voglia di superarci per emulare chissà quale modello di riferimento.

Succede perché non ci accettiamo e pensiamo  che la felicità sia un lusso che appartiene a pochi eletti. 

Ma le cose migliori scorrono sotto i nostri occhi anche se non le vediamo o non vogliamo vederle.

Qui sta la nostra arroganza che ci fa estraniare dalla realtà ed essere indifferenti tra gli indifferenti. 

Poi accade che stai male, una corsa all'ospedale e la tua vita appesa ad un filo. Davanti a te scorrono le immagini di un film in cui non sei stato protagonista ma solo una comparsa, lo sfondo di una storia raccontata o vissuta da altri.

Dalla finestra della stanza il sole picchia forte e l'azzurro del cielo s'intravede tra le chiome di alberi giganti e rigogliosi. 

Le piccole cose che ridonano senso e dignità ed un pensiero che aleggia nell'aria: volevamo solo essere felici.

Il più struggente dei rimpianti.


In due nel vino

 



Lasciamo tutti i nostri problemi nel traffico della città
e poi rubiamo quattro pensieri a questa notte che verrà
Se il vino ci ha trovato invecchiati è colpa della nostra realtà
Se adesso bevo un altro bicchiere non è il mio corpo che ha sete

Guarda che al mondo nessuno vuol darci una mano
Se siamo sbagliati vuol dire che ci hanno ingannati

Nei giochi di luce inventiamo un letto di futilità
Ridiamo tanto per non farci scoprire
dalle ombre della verità

E siamo arrivati già a metà dell'incoscienza
Cos'è che ci rende schiavi di questa sofferenza?

In due nel vino e il mondo lasciamolo là
In due nel cielo chissà se è vero o no
che ti odio un po’
La città si risveglia forse ancora assopita
e noi ci arrendiamo alla nostra vita

E poi chissà se anche tu sei come me
Chissà se nell'anima c'è ancora la voglia
di stare abbracciati
nel fumo di questa stronza città!

Che strano desiderio ci prende in due piegarci alla nullità
e fare poi qualche altra cazzata vendendoci la libertà

E andare avanti senza ideali perdendo tutte le occasioni
Morire senza più credenziali magari in tutte le stagioni

Musica prendimi e scivola sopra il mio corpo
Persuadi anche lei e poi riportala al mondo

Ma in due nel vino ci s’incontra per complicità
In due nel sole chissà se è vero o no
che ti amo un po’

La città ormai sbadiglia per la solita storia
e noi naufraghiamo nel nostro mistero ancora

E va quest’età con un anno in più
Chissà se nell'anima
c'è ancora la voglia
di stare abbracciati
nel fumo di questa stronza città!

La città ormai sbadiglia per la solita storia
e noi naufraghiamo nel nostro mistero ancora

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")