ULTIMO POST
- Ottieni link
- X
- Altre app
Il 2012 sta per volgere al termine e come spesso si fa in questi casi,
è tempo di bilanci.
Non c’è stata la preannunciata
fine del mondo ma quello che è accaduto nell'anno che stiamo per lasciare
assomiglia molto alla profezia dei Maya,
se non nelle previsioni di taluni interpreti e improvvisati esperti, almeno nella
negatività di eventi che si sono abbattuti a ritmo quasi incalzante nella
nostra società.
Come non ricordare, purtroppo, il
naufragio della Concordia avvenuto
il 13 gennaio (cfr post:”Il comandante Schettino in TV: si salvi chi può!) che ha provocato la morte di trenta persone, di cui due dispersi.
E ancora: il terremoto del 29 maggio che ha colpito le popolazioni dell’Emilia
Romagna con 27 vittime (in maggioranza dipendenti di aziende distrutte) o il
recente alluvione della maremma
grossetana del 12 novembre che ha causato la perdita di cinque vite umane.
Vi sono state poi la grave crisi
economica del Paese e gli scandali istituzionali della regione Lazio (cfr post: “Laziogate: scandalo al sole”) che in un certo senso
hanno fatto da “apripista” ad altri esempi di “mala-politica”, come gli
indebiti rimborsi percepiti da molti consiglieri della regione Lombardia.
Da ultimo, ma solo per cronologia
e non per importanza, il sequestro degli impianti dell’ILVA (cfr post “ILVA: le stragi sommerse”) che ha
riproposto questioni ataviche di mala-gestione a tutto danno della
salute pubblica e dei lavoratori.
E’ stato un anno di molte lacrime
e di pochissimi sorrisi, come la bella affermazione dell’Italia ai giochi olimpici di Londra che ha
conquistato un decoroso ottavo posto con 28
medaglie complessive (8 ori, 9 argenti e 11 bronzi). Ma anche qui, lo
spettro del doping (cfr post: “Schwazer: fuga dalla vittoria”) ha
gettato più di un’ombra sui valori della lealtà sportiva e della sana
competizione.
E per finire un pensiero al
grande Lucio Dalla, scomparso il 1
marzo scorso, autore di canzoni che hanno segnato un’epoca e un’eredità
preziosa anche per le generazioni future, perché la buona musica non conosce
mai i limiti del tempo.
La sua “L’anno che verrà” è forse
una delle più belle ed appropriate per commentare la fine di un anno e l’inizio
del nuovo con una verità di fondo: noi siamo ciò che siamo stati ma dal
passato, anche doloroso e infausto, si può sempre emergere e sperare nel
cambiamento.
Perché anch'io “mi sto preparando, è questa la novità!”
Commenti
Posta un commento
Posta il tuo commento. Sarò lieto di conoscere la tua opinione.