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Cala il sipario sulla 63esima
edizione del Festival di Sanremo ed è tempo di bilanci. Gli ascolti record
hanno premiato la coppia “Fabio Fazio - Luciana Littizzetto,
che hanno condotto la kermesse canora più importante dell’anno con
professionalità, ironia e capacità di tenere incollati al televisore, in media, oltre 12
milioni di telespettatori.
In questi tempi di austerity e di spending review è sicuramente un dato eccezionale, come sottolineato dallo stesso direttore di RAI 1, Giancarlo Leone, che ha
parlato di “segno di discontinuità con i
parametri di business del passato” nell'obiettivo di arrivare al pareggio
tra le entrate e i costi della manifestazione.
La formula della doppia canzone dei concorrenti è
certamente innovativa, ma andrebbe sviluppata meglio nei tempi della scelta. Le
canzoni vanno ascoltate più di una volta prima di esprimere un giudizio più aderente al proprio gusto personale. In qualche caso la scelta di un
brano anziché dell’altro, non è sembrata molto condivisa ed ha lasciato più di un
rimpianto anche da parte degli stessi cantanti. Ma tutto è migliorabile.
La parola adesso passa alle
vendite e agli ascolti post – Sanremo, perché si sa che per la musica, come
nella vita, gli esami non finiscono mai.
Infine, ecco le mie pagelle sulle canzoni in gara con una precisazione: si
tratta di giudizi esclusivamente personali, frutto della mia esperienza di musicista e paroliere, senza nulla offendere agli
interpreti e ai loro beniamini.
Marco Mengoni (L’essenziale):
L’X-Factor
2010 sbanca il Festival con un brano molto godibile e orecchiabile che conferma i pronostici
della vigilia. Al primo ascolto è stato subito … colpo di fulmine!
Voto 8.
Elio e le Storie Tese ( La canzone
mononota): Si consolano con il premio Miglior arrangiamento e quello della critica (forse esagerato)
dedicato a Mia Martini. La loro canzone esalta le qualità stilistiche della
band ma non sembra bissare il successo ottenuto con “La terra dei cachi”. Voto
6,5.
I Modà (Se si potesse non morire):
Brano ripetitivo del loro repertorio, che nulla aggiunge e nulla toglie. L’onda
di “Viva i romantici”, album tuttora
presente nelle superclassifiche, ha dato una grossa mano al loro terzo posto. Voto 6
Chiara (Galiazzo) (Il futuro che
sarà): Mastodontica, da incutere timore anche al più imperterrito dei latin lover, la vincitrice della sesta
edizione di X-Factor, sfodera una canzone che non eccelle ma che esalta le
sue ottime qualità canore. Voto 7.
Malika Ayane (E se poi):
Di bello ha la schiena tatuata e una gestualità che ricorda quella delle
bambine alle prime recite scolastiche. Il brano sembra una reminiscenza del “già sentito”, ma è comunque orecchiabile.
La voce gradevole di Malika merita un repertorio migliore. Voto 6,5.
Maria Nazionale (E’ colpa mia):
E’ sicuramente “colpa sua” se è
andata a Sanremo pensando di essere al Festival
di Napoli. Personalmente mi piaceva l’altra canzone (“Quando non parlo”) di Enzo Gragnaniello, precipitosamente bocciata
dalla giuria. Voto 5.
Simone Cristicchi (La prima volta
che sono morto) Ha presentato un testo ironico, ben scritto e fedele al
suo stile. Ma niente di più. Voto 6.
Almamegretta (Mamma non lo sa):
Durante la loro esibizione ho temuto che l’audio del mio televisore non
funzionasse bene. La voce del solista sembrava provenire dall'oltretomba Non
si è capita una sola parola, tranne il refrain “Mamma non lo sa” (e invece dovrebbe saperlo). Meglio che tornino nell'anonimato. Voto 4.
Marta sui Tubi (Vorrei): La
formula delle due canzoni proposte dai cantanti è sicuramente innovativa, ma
per loro ci sarebbe stato bisogno di … una terza. Voto 4.
Raphael Gualazzi (Sai, ci basta un
sogno): Canzone accettabile per gli amanti del genere. Si notano
l’ottima performance al pianoforte e una voce che forse tende troppo ad imitare
(l’inimitabile) Pino Daniele. Voto 5.
Annalisa (Scintille): Fa
“scintille” con una performance degna
della scuola di Amici. Si consolerà
con le vendite e gli ascolti post -
Sanremo. Voto 6.
Daniele Silvestri (A bocca chiusa):
La sua esibizione ci ha fatto restare, come il titolo della canzone, “a bocca chiusa”. Nessun commento da fare. Voto 5.
Simona Molinari (e Cincotti) (La
felicità): Non è la felicità di
Romina e Albano anche se il pezzo è di tutt'altro genere. Senza infamia e senza lode.
Voto 5.
Max Gazzè (Sotto casa): La
sua ballata evoca la nostalgia dei reduci della Siberia. Forse il coro
dell’Armata rossa, che si è esibito nella prima serata con Toto Cutugno, era ancora presente dietro le quinte per intonare
il refrain finale. Non sarà indimenticabile. Voto 5.
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