Sulle
spiagge di quest’estate, ancorché anomala, imperversano i famigerati “Vu
cumprà?”, instancabili venditori di foulards, occhiali da sole, abiti e
oggetti vari fatti passare come autentici ma che in realtà sono
un’imitazione venduta a prezzi stracciati.
Tralasciando
le polemiche sollevate dal ministro Alfano che nei giorni scorsi ha
intrapreso una campagna a difesa del “made in Italy”,
palesemente contraddittoria rispetto all'operazione “mare nostrum”
sull'accoglienza degli immigrati, ho trovato una precisa correlazione tra questi
ambulanti delle spiagge e i (pseudo) scrittori che s’intrufolano nella rete per
promuovere la loro ultima “fatica”. Per entrambi il comune denominatore è la mistificazione,
l’inganno, il tentativo di far passare come fedele all'originale
il messaggio pubblicitario sotteso ai propri prodotti.
Ma
se per i “Vu cumprà?” vi è una sorta di giustificazione sociale
dovuta alla loro necessità di sopravvivenza e alla consapevolezza del
compratore della qualità non eccelsa degli articoli proposti, più difficile è
smascherare questi “scrittori” di nuova generazione che
approfittando delle infinite possibilità dell’editoria digitale si presentano
ai lettori con recensioni artefatte e a misura, fatte passare come oggettive e
autentiche.
Il
meccanismo è piuttosto semplice e perverso: si contattano amici
accondiscendenti, meglio ancora scrittori in erba per scambiarsi recensioni
apparentemente di qualità per scalare la vetta delle classifiche di vendita.
Quante più recensioni col segno + si riescono a collezionare tanto maggiore
sarà la visibilità del prodotto nei vari store digitali. In questo
modo il lettore viene “spinto” a visualizzare i libri
maggiormente recensiti disincentivandolo dalla ricerca a più ampio raggio.
E’
certamente una pratica di cattivo gusto. Io stesso sono stato contatto
ma ho declinato l’invito senza pensarci nemmeno un secondo.
Il
mio consiglio è di non fidarsi troppo di recensioni “pompose” e “sdolcinate”.
Se proprio gli occhi non se la sentono di staccarsi dalle proposte “luccicanti”,
almeno leggere l’anteprima (laddove consentita) per farsene un’idea prima
dell’acquisto.
Altrimenti all'ennesimo passaggio dello scrittore-vu cumprà? meglio rispondere con un “No, grazie.”.