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Gli
assenti hanno sempre torto ma nel mondo interiore sono molto più presenti di
quanto non lo siano nella vita reale. C’è un cordone ombelicale tra noi e le persone
che reputiamo importanti che non si spezza mai nemmeno quando pensiamo che
siano uscite definitivamente dalla nostra vita.
E’
l’assenza che si fa presenza, a volte inconsolabile quando è l’effetto ultroneo
di un amore spezzato, a volte ingombrante quando invece emana flussi negativi
contro cui nessun antidoto sembra essere efficace. Sono assenze che derivano da
presenze, ancorché sporadiche, che ci procurano molto dolore e che
rappresentano una ferita aperta che non si rimargina mai.
Ci
sono dunque assenze e assenze, non tutte uguali, non tutte incisive e
percettibili in ciascuno di noi. Tutto dipende dalla nostra sensibilità, dalla
nostra capacità di sentire, di fermarsi in superficie o di
scovare nei particolari dei nostri legami con le cose e con le persone. E
l’assenza è tanto più presenza quanto più queste relazioni sono controverse e destabilizzanti.
Ci
si abitua all'assenza fin da bambini quando avviene il primo distacco
dall'ambiente familiare per affrontare quello nuovo e sconosciuto della scuola.
Una finestra sul mondo che si apre o che si tiene chiusa a seconda di come si è
stati educati o accompagnati in questo passaggio. Ed è un’assenza che si fa
fatica a colmare quando la presenza che l’ha preceduta si è rivelata di
pessima qualità.
Si
convive con l’assenza anche in mezzo alla gente, fra i rumori della città o nel
silenzio di una quiete opprimente che cala impetuosa al percorrere di strade
deserte e abbandonate. E’ asincrona, atemporale, anaffettiva come succede tra
persone che si parlano ma non comunicano, che si congiungono senza mai toccarsi nell'anima.
E’
la negazione della vita l’assenza, quando si traduce nella mancanza d’amore che
dura un attimo o per sempre.
L’assenza dondola nell'aria come un batacchio di ferro
martella il mio
viso martella
ne sono stordito
Corro via
l’assenza m’insegue
non posso
sfuggirle
le gambe si
piegano cado
L’assenza non è
tempo né strada
l’assenza è un
ponte fra noi
più sottile di un
capello più affilato di una spada
Più sottile di un
capello più affilato di una spada
l’assenza è un
ponte fra noi
anche quando
di fronte l’uno
all’altra i nostri ginocchi si toccano.
Nazim Hikmet
(da Mosca 1961, in Poesie d’amore, 1963, traduzione di Joyce Lussu)
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